Con diffusione IA i CAPTCHA destinati a diventare sempre più complessi

L'evoluzione dell'IA mette a dura prova i CAPTCHA: ecco la possibile soluzione per proteggere siti e piattaforme online.
Con diffusione IA i CAPTCHA destinati a diventare sempre più complessi

I CAPTCHA (Completely Automated Public Turing test to tell Computers and Humans Apart) sono ormai una presenza costante online.

Che si tratti di accedere a un social network o a una piattaforma simile, questo sistema propone dei quesiti logici molto elementari. Attraverso questi è (o meglio era) possibile “filtrare” le visite, concedendo l’accesso solo agli esseri umani ed escludendo i bot. Tutto ciò, come è facile intuire, è fortemente rivoluzionato dall’entrata in scena dell’Intelligenza Artificiale.

Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, i CAPTCHA stanno diventando sempre più complessi, tanto da mettere in difficoltà alcuni utenti con poca dimestichezza nell’ambito tecnologico. L’IA, infatti, al giorno d’oggi sta diventando sempre più capace di identificare immagini o testo, anche se modificato appositamente per rendere più difficile la decodifica.

Secondo quanto affermato al suddetto giornale da Kevin Goszczak, CEO e fondatore di Arkose Labs, questo è solo l’inizio. Per Goszczak, infatti, le procedure diventeranno sempre più complesse e strane, in quanto dovranno far compiere all’uomo azioni difficili da comprendere per l’IA.

Come evitare che l’IA inganni i sistemi CAPTCHA?

La realizzazione di CAPTCHA a prova di IA è un obiettivo che, alcuni sviluppatori, stanno già lavorando in tal senso.

Per Goszczak la soluzione più logica non è tanto creare una barriera insuperabile per l’IA, ma semplicemente spingerla a un’azione troppo costosa in termini di elaborazione e addestramento.

D’altro canto va tenuto conto come il più grande ostacolo per questa tecnologia è proprio la necessità di una quantità di energia immensa, con i big del settore che stanno cercando di trovare vie alternative per rendere sostenibile l’IA.

La questione CAPTCHA, però, non è da considerarsi come secondaria. Con la possibilità di aggirare questi sistemi di protezione, infatti, i cybercriminali possono mettere in ginocchio con relativa facilità piattaforme online che, fino a pochi mesi fa, erano considerate al sicuro.

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