Con Green Light di Google tempi di sosta ai semafori ridotti del 30%

Green Light è un sistema che abbina l'Intelligenza Artificiale ai semafori per ridurre il tempo davanti al rosso.

L’Intelligenza Artificiale sembra essere destinata ad arrivare anche sulle nostre strade.

Ciò potrebbe avvenire presto grazie al progetto Green Light di Google che ha come obiettivo quello di ridurre i tempi di attesa ai semafori.

Tale tecnologia è stata tastata con successo in 14 città, con vantaggi sotto diversi punti di vista. Ottimizzando le tempistiche, infatti, è possibile risparmiare tempo, consumi di carburante e, di conseguenza, ridurre l’inquinamento. Va sottolineato come i centri urbani in questione non siano di certo piccoli centri rurali: Green Light, infatti, ha dimostrato le sue potenzialità ad Abu Dhabi, Amburgo, Seattle e Calcutta.

L’idea che ha spinto la compagnia di Mountain View a lavorare su Green Light è semplice. Secondo una ricerca effettuata nel 2021 dalla società Inrix, i cittadini americani trascorrono il 10% dei loro viaggi in automobile in attesa della fatidica luce verde.

Green Light è il risultato del lavoro di Google Research, che abbina IA ai dati forniti da Google Maps, il tutto per modificare le tempistiche dei semafori e favorire un movimento il più fluido possibile delle vetture.

Green Light di Google ha uno svantaggio da non sottovalutare: i costi elevati

I risultati ottenuti dai primi test sulle 14 suddette città sono più che apprezzabili. Di fatto, l’applicazione di Green Light ha ridotto del 30% i tempi di sosta davanti a un semaforo rosso.

Se il classico semaforo lavora secondo schemi e tempistiche fisse, questa nuova tecnologia apre la strada ai “semafori dinamici“, che si adatta ai dati storici e a quelli ottenuti in tempo reale.

A frenare il debutto di Green Light, però, potrebbero essere i costi al momento poco accessibili. In città di dimensioni notevoli, infatti, installare questa sorta di semafori smart potrebbe costare decine di migliaia di euro. A ciò vanno poi aggiunti i costi di manutenzione, tutt’altro che da sottovalutare. Nel complesso, il progetto sembra comunque un successo, tanto che nel 2024 questa nuova tecnologia dovrebbe essere proposta in diverse nuove città.

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