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Immaginate un mondo in cui le pareti non rappresentano più un ostacolo per la percezione digitale degli spazi.
Questa è la promessa di WiFi 3D Fusion, la rivoluzionaria piattaforma open source che trasforma le onde radio invisibili del WiFi in veri e propri “occhi virtuali”, capaci di monitorare e ricostruire i movimenti umani in ambienti chiusi, senza l’ausilio di videocamere tradizionali. Sfruttando la normale rete WiFi domestica, questa tecnologia si propone come una delle innovazioni più dirompenti nel campo del sensing wireless e della consapevolezza spaziale, offrendo soluzioni finora impensabili in termini di privacy, sicurezza e accessibilità.
Alla base di WiFi 3D Fusion troviamo l’avanzata tecnologia CSI sensing (Channel State Information), una metodologia che consente di estrarre informazioni dettagliate sulle variazioni dei segnali radio WiFi quando questi interagiscono con il corpo umano e l’ambiente circostante. Queste informazioni vengono elaborate attraverso complessi algoritmi di deep learning e sofisticate tecniche di computer vision, permettendo così la scheletrizzazione 3D delle persone presenti all’interno dell’area monitorata.
Il sistema è in grado di generare una posa 3D animata, ricostruendo in tempo reale la postura e i movimenti degli individui. Il tutto avviene tramite una semplice interfaccia web, che permette all’utente di ruotare la scena virtuale, manipolare le visualizzazioni e osservare ciò che accade nell’ambiente al ritmo di 10 frame al secondo.
Domotica, assistenza e videosorveglianza non invasiva
Le potenzialità di WiFi 3D Fusion sono molteplici e spaziano in diversi settori. In ambito domotica, la possibilità di monitorare la presenza e i movimenti degli utenti in modo discreto apre la strada a nuovi scenari di automazione intelligente: dall’illuminazione adattiva al controllo del termostato, fino all’attivazione di dispositivi in base alla posizione degli occupanti.
In contesti di assistenza sanitaria e monitoraggio degli anziani, la piattaforma si rivela preziosa per rilevare cadute o situazioni di emergenza senza violare la privacy. Allo stesso modo, la videosorveglianza non invasiva rappresenta un’ulteriore frontiera, soprattutto in ambienti dove le telecamere risultano indesiderate o inefficaci, come spazi scarsamente illuminati o con condizioni ambientali critiche.
La pubblicazione del progetto su GitHub ha immediatamente acceso il dibattito all’interno della comunità tecnologica. Su forum specializzati come Hacker News, alcuni esperti hanno accolto con entusiasmo l’apertura del codice sorgente e la disponibilità della documentazione completa, riconoscendo il potenziale democratizzante di questa soluzione per la spatial awareness e il monitoraggio intelligente.
Tuttavia, non sono mancate le critiche e i dubbi: c’è chi ha sollevato interrogativi sull’autenticità della documentazione tecnica, ipotizzando che sia stata in parte generata da sistemi di Intelligenza Artificiale. Altri hanno sottolineato la somiglianza dell’interfaccia utente con quella di noti assistenti AI, alimentando un certo scetticismo sulla reale portata innovativa del progetto.