Cos'è il "carrello USB della morte" che Microsoft utilizzava

Ai tempi di Windows 98, dopo il crash sperimentato da Bill Gates in persona durante la presentazione ufficiale del sistema operativo, Microsoft introdusse il temibile "carrello USB della morte": cos'era e perché era utile per il debug dei PC.
Cos'è il

Il supporto per i dispositivi USB arriva per la prima volta nel sistema operativo Microsoft, con Windows 95 OSR2 (OEM Service Release 2), nel 1996. L’adozione su ampia scala dell’interfaccia USB, tuttavia, iniziò soltanto con il rilascio della versione finale di Windows 98. Lo storico crash di Windows 98 quando Bill Gates, durante la presentazione ufficiale del sistema, provò a collegare uno scanner USB dimostra come quelli fossero tempi complicati ma allo stesso tempo estremamente stimolanti per chi si occupava di informatica. Il carrello USB della morte (USB Cart of Death, in inglese), altrimenti noto come “crash cart” è un’apparecchiatura che Microsoft utilizzava per il debug dei PC Windows.

Quando collegare una periferica USB al sistema Windows poteva causare una schermata blu

La connessione “a caldo” (“hot-plugging”) dei dispositivi USB con le macchine Windows presentava alcune sfide significative, specialmente nelle prime fasi di sviluppo della tecnologia. Innanzi tutto, vi era la necessità di sovrintendere – da parte del sistema operativo – un’attività di gestione dinamica delle risorse con la capacità di configurare i driver in modo adeguato.

Windows, inoltre, come d’altra parte accade ancora oggi, doveva essere capace di riconoscere le periferiche USB collegate, caricare i driver appropriati e configurare correttamente le risorse di sistema. Il tutto senza alcun intervento dell’utente, in modo da assicurare un’esperienza “plug-and-play“. Un’efficace gestione dell’alimentazione era altresì cruciale per garantire che le periferiche USB collegate ricevessero l’alimentazione necessaria.

Raymond Chen e Dave Plummer: due nomi che hanno fatto la storia di Microsoft

Due “pesi massimi” della storia di Microsoft si sono trovati in questi giorni l’uno di fronte all’altro per parlare di un’installazione poco conosciuta ma in passato ampiamente utilizzata dall’azienda di Redmond nel corso dei suoi test “sul campo”.

Raymond Chen è un ingegnere software veterano con oltre 30 anni di esperienza nello sviluppo di Windows presso Microsoft. Sul suo blog The Old New Thing e sul libro omonimo, Chen condivide aneddoti, storie e dettagli tecnici relativi allo sviluppo di Windows.

Dave Plummer è un noto ingegnere software, conosciuto per i suoi contributi nella realizzazione di diverse funzionalità ampiamente utilizzate in Windows. Il Task Manager di Windows è una sua invenzione (datata 1994) ma Plummer ha introdotto nel sistema operativo Microsoft anche la gestione dei file Zip, la calcolatrice e il gioco Pinball.

Nel video dal titolo “The USB Cart of Death: Plug and Pray (notare l’utilizzo del verbo “pray”, “pregare”, al posto di “play”) Plummer e Chen si confrontano proprio sulle funzionalità del carrello USB della morte.

Il carrello USB della morte: cos’è e a cosa serviva

I due ingegneri raccontano che il carrello USB della morte conteneva ben 64 dispositivi USB collegati in serie. Fu progettato proprio ai tempi di Windows 98 quando le periferiche USB stavano guadagnando popolarità e il supporto a livello di sistema operativo era ancora in fase di sviluppo.

Il carrello della paura includeva, ad esempio, tre mouse, quattro tastiere, stampanti, unità di memoria e una varietà di altre periferiche USB. Utilizzava inoltre hub USB, poiché le specifiche  dello standard consentivano di collegare in serie fino a tre hub. L’obiettivo era mettere alla prova con un “test shock” l’interfaccia USB, spingendola al massimo delle sue capacità.

Chen spiega che il carrello USB della morte era spesso utilizzato per mettere alla prova la robustezza del supporto USB nelle versioni di sviluppo di Windows. Il carrello veniva portato negli uffici dei programmatori quindi si attivava la connessione mediante un semplice cavo USB.

Ai primi tentativi, complice l’inadeguatezza dell’architettura di Windows nel gestire contemporaneamente 64 dispositivi USB collegati in simultanea, il sistema andava puntualmente in crash mostrando una schermata blu.

L’ingegnere Microsoft racconta che il “temibile carrellone” veniva collega in modo casuale, con un approccio talvolta un po’ sadico, in un laboratorio per il test delle periferiche USB al fine di generare informazioni di debug che il giorno successivo gli sviluppatori avrebbero dovuto esaminare e gestire.

L’onta del crash sperimentato da Bill Gates al Comdex, durante la presentazione ufficiale di Windows 98, potrebbe aver ispirato la creazione del carrello USB della morte.

Credit immagine in apertura: iStock.com/ponsulak

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