Dietrofront: ora le aziende preferiscono gli umani all'AI

Secondo un report non ci sarebbe nessun licenziamento di massa per colpa dell'AI: nei ruoli che contano si cercano ancora umani qualificati.
Dietrofront: ora le aziende preferiscono gli umani all'AI

Un recente report pubblicato dalla piattaforma di work management Monday svela uno scenario inaspettato riguardo l’adozione dell’intelligenza artificiale nel mondo del lavoro.

Lo studio analizza nel dettaglio come le piccole, medie e grandi imprese stiano integrando queste tecnologie, evidenziando una realtà complessa in cui l’entusiasmo iniziale sta lasciando spazio a nuove valutazioni strategiche sull’effettivo equilibrio tra automazione e capitale umano.

Più umani specializzati, meno AI

Sembra che i dirigenti stiano iniziando a manifestare una certa stanchezza verso l’uso indiscriminato della tecnologia, tornando a preferire l’assunzione di esseri umani per i ruoli specialistici piuttosto che affidarsi esclusivamente agli algoritmi.

Nonostante il 94% dei dirigenti dichiari di utilizzare l’intelligenza artificiale al lavoro, persiste un diffuso senso di colpa o il timore di essere giudicati, sentimenti particolarmente radicati nelle grandi imprese dove l’uso dell’AI è spesso percepito come una scorciatoia.

Al contrario, le piccole imprese sembrano sfruttare questa tecnologia con maggiore efficacia e minore rimorso, registrando un utilizzo per dipendente tre volte e mezzo superiore rispetto alle grandi aziende, le quali sono spesso rallentate da flussi di lavoro a compartimenti stagni e ostacoli di conformità.

Un ulteriore fattore di stress è rappresentato dalla frammentazione degli strumenti digitali, dato che il 76% dei dirigenti si trova costretto a destreggiarsi regolarmente tra diverse piattaforme di AI, mentre appena il 2% riesce a centralizzare il lavoro su un unico strumento.

L’AI ci ruba il lavoro?

Il report di Monday sfida apertamente il mito della disoccupazione di massa indotta dalla tecnologia, definendo tali timori come in gran parte infondati.

I dati raccolti indicano che solo il 38% dei dirigenti cita la riduzione della forza lavoro come motivazione principale per l’adozione dell’AI, confermando che la stragrande maggioranza delle aziende non ha intenzione di sostituire i lavoratori umani.

La realtà che emerge dallo studio è che la tecnologia offre le migliori prestazioni quando viene impiegata come strumento di produttività per gestire compiti ripetitivi e amministrativi, permettendo così agli esseri umani di dedicare il tempo guadagnato a lavori strategici e di alto valore.

Di conseguenza, i leader aziendali non stanno pianificando tagli al personale, ma stanno piuttosto cercando di assumere nuovi talenti dotati di competenze specifiche nell’uso dell’AI per inaugurare uno stile di lavoro collaborativo tra uomo e macchina.

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