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Il progetto DNS4EU, presentato pochi giorni fa dalla Commissione Europea come un passo verso la sovranità digitale, si trova al centro di un acceso dibattito per le sue contraddizioni tecniche e operative. Nonostante le sue ambizioni dichiarate di garantire una maggiore indipendenza tecnologica e migliorare la sicurezza informatica del continente, un’analisi approfondita ha rivelato che il servizio dipende significativamente da infrastrutture non europee, in particolare da aziende statunitensi come Cloudflare e Google.
DNS4EU visto da un ingegnere
Un’indagine condotta dall’esperto IT Jens Link ha evidenziato che il portale web di DNS4EU utilizza l’infrastruttura di Cloudflare per la gestione degli indirizzi IP, mentre i servizi di posta elettronica si affidano a Google. Queste scelte compromettono l’obiettivo di autonomia tecnologica, poiché parte del traffico degli utenti attraversa territori extra-UE, inclusi il Regno Unito, membro dell’alleanza di intelligence Five Eyes (che è composta da Australia, Canada, Nuova Zelanda, Regno Unito e Stati Uniti).
Dal punto di vista tecnico, il servizio DNS è gestito da Cloud DNS Ltd, un’azienda bulgara, ma manca di una rete distribuita basata su fornitori europei (anycast). Questa carenza limita la resilienza del sistema contro attacchi informatici. Inoltre, l’assenza di crittografia nel traffico DNS espone gli utenti a potenziali intercettazioni, come riportato dal sito specializzato Golem.de.
La situazione solleva interrogativi fondamentali sulla capacità dell’Unione Europea di costruire un’infrastruttura digitale autonoma. Secondo Link, “gli europei non sembrano in grado di gestire web e posta elettronica in modo autonomo”, un’affermazione che mette in dubbio l’efficacia del progetto DNS4EU come simbolo di indipendenza tecnologica.
DNS4EU visto dall’UE
Il progetto DNS4EU, sostenuto dall’ENISA (Agenzia dell’Unione Europea per la Cybersecurity), si pone come un esempio emblematico delle sfide che l’Europa deve affrontare per raggiungere una vera sovranità digitale.
In collaborazione con i CERT nazionali, DNS4EU può bloccare a livello europeo le minacce identificate in un Paese membro, cosa che lo rende utile anche in un’ottica di cybersicurezza collettiva europea.
Tuttavia, la dipendenza da tecnologie e infrastrutture non europee rischia di minare la credibilità dell’iniziativa.