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L’ecosistema web si trova oggi a un bivio cruciale: da un lato la spinta verso l’innovazione, dall’altro la crescente esigenza di distinguere ciò che è reale da ciò che è generato artificialmente. Proprio in questa cornice si inserisce la recente iniziativa di DuckDuckGo, che ha annunciato una nuova funzione pensata per rispondere alle richieste di trasparenza e controllo degli utenti.
Il celebre motore di ricerca, da sempre attento alla privacy e all’esperienza dell’utente, ha introdotto una soluzione che consente di filtrare le immagini AI dai risultati delle ricerche. Attraverso un intuitivo menu a tendina disponibile nella sezione Immagini o accedendo direttamente al sito dedicato noai.duckduckgo.com, gli utenti possono attivare un sistema avanzato di filtri AI. Questo strumento sfrutta database comunitari costantemente aggiornati per identificare e bloccare contenuti sintetici, garantendo così una maggiore autenticità delle informazioni visualizzate e offrendo un controllo senza precedenti sulla qualità dei risultati.
Filtri per immagini AI e non solo: politiche UE e USA
La novità introdotta da DuckDuckGo si inserisce in un contesto normativo in rapida evoluzione, soprattutto a livello europeo. L’Unione Europea ha recentemente segnato una svolta storica con l’entrata in vigore dell’AI Act, la prima normativa organica al mondo che disciplina in modo strutturato l’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale. Tutte le aziende che operano nel territorio europeo dovranno presto conformarsi a standard stringenti volti a prevenire usi distorti o pericolosi dell’AI, come la sorveglianza di massa o la manipolazione cognitiva degli individui. Le sanzioni previste per chi non rispetta queste regole sono particolarmente severe.
Questa nuova stagione normativa si riflette inevitabilmente anche sulle dinamiche di mercato e sulle soluzioni tecnologiche offerte agli utenti. In particolare, il settore degli assistenti AI sta vivendo una fase di forte accelerazione. Un esempio emblematico è rappresentato dal recente lancio di Perplexity Assistant per dispositivi Android. Questo innovativo assistente digitale è in grado di eseguire in autonomia operazioni complesse, integrandosi perfettamente con le applicazioni di sistema e trasformandosi da semplice motore di ricerca a vero e proprio assistente personale. Una trasformazione che, se da un lato apre nuove opportunità in termini di produttività e automazione, dall’altro solleva legittimi interrogativi in merito alla privacy e alla sicurezza dei dati personali, tematiche sempre più centrali nell’agenda pubblica.
Sul fronte internazionale, tuttavia, la situazione appare meno definita. Negli Stati Uniti, ad esempio, il dibattito sulla regolamentazione AI è stato recentemente animato da una decisione di forte impatto politico: il presidente Donald Trump ha infatti abrogato l’ordine esecutivo sulla sicurezza dell’AI, emanato in precedenza dall’amministrazione Biden. Questo provvedimento, ritenuto fondamentale da molte aziende tecnologiche per trovare un equilibrio tra innovazione e tutela dei diritti fondamentali, lascia ora il settore in una fase di incertezza, accentuando il divario normativo tra Europa e Stati Uniti.