Electronic Arts sceglie l'IA: pioggia di licenziamenti per gli sviluppatori

Sono 670 gli sviluppatori licenziati da Electronic Arts e sostituiti dall'IA generativa: ecco cosa sta succedendo.

Electronic Arts, nota azienda impegnata nel settore videoludico, ha annunciato una serie di licenziamenti per quanto concerne i propri sviluppatori.

A quanto pare, infatti, l’azienda si concentrerà sull’IA generativa per quanto concerne la produzione dei prossimi videogiochi. Secondo il CEO di EA, Andrew Wilson, i progressi tecnologici stanno consentendo la creazione di contenuti di valore in tempi sempre più rapidi.

Wilson, durante un suo intervento alla Morgan Stanley Technology, ha spiegato come l’integrazione dell’IA nello sviluppo videoludico ha ridotto sensibilmente i tempi di produzione, con lavoro una volta svolto in sei mesi ridotto a sei settimane.

Il CEO ha poi delineato come la EA, grazie all’IA, potrà sviluppare giochi con un’efficienza maggiore del 30%, con la possibilità di concentrare una maggior quantità di denaro sulla produzione dei titoli. Tutto ciò, ovviamente, al prezzo di sacrificare gli sviluppatori in “carne e ossa”.

Electronic Arts lascia a casa altri 670 sviluppatori: rischi e opportunità dell’IA generativa

Wilson ha affermato che gli sviluppatori di EA stanno integrando nel loro lavoro l’IA generativa. Questa nuova tecnologia dovrebbe aumentare le capacità degli sviluppatori anziché sostituirle. Le parole, a quanto pare, non sono però confermate dai fatti.

Eletronic Arts, esattamente un anno fa, aveva già attuato un primo sostanziale taglio per quanto riguarda lo sviluppo software. In quell’occasione, infatti, furono 780 i professionisti lasciati a casa dall’azienda.

A questi fanno seguito i 670 sviluppatori, licenziati giusto negli scorsi giorni da EA, a cui ha fatto seguito anche la cancellazione di alcuni progetti su licenza (tra cui sembrano esservi alcuni videogiochi a tema Star Wars).

Tutto ciò conferma quanto sostenuto dal FMI che, giusto qualche settimana fa, affermava che l’IA mette a rischio circa il 40% dei lavoratori. Tra questi, a quanto pare, gli sviluppatori di software figurano tra le categorie a rischio.

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