Con l’annunciata fine del supporto per Windows 10 prevista da metà ottobre 2025, Microsoft si prepara a chiudere un capitolo fondamentale della sua storia informatica. Tuttavia, per oltre un miliardo di dispositivi ancora in funzione con questo sistema operativo, l’interruzione degli aggiornamenti di sicurezza rappresenta più di un semplice passaggio di testimone: è un problema concreto in termini di sicurezza e sostenibilità. In un altro articolo abbiamo visto cosa succede dopo la fine del supporto di Windows 10 e condiviso alcuni consigli su come continuare a usare in sicurezza il sistema operativo. È qui che entra in gioco il nuovo progetto End of 10: ne parliamo di seguito.
Microsoft propone tre soluzioni ufficiali: migrare gratuitamente a Windows 11 nel caso dei PC che soddisfano i requisiti minimi, acquistare un nuovo sistema con Windows 11 (meglio se Copilot+) oppure sottoscrivere il programma a pagamento Extended Security Updates (ESU) disponibile per un anno nel caso dei privati, al massimo per 3 anni nel caso delle aziende.
Queste opzioni non sono sempre percorribili né economicamente sostenibili, specialmente per utenti privati, scuole e organizzazioni senza scopo di lucro.
Il progetto End of 10: cos’è e quali sono gli obiettivi
Oltre alle soluzioni suggerite da Microsoft, esistono almeno due strade alternative che meritano attenzione:
0Patch, un servizio di micro-patching a pagamento (circa 30 dollari all’anno) che si è guadagnato credibilità supportando versioni obsolete di Windows, inclusa Windows 7, ben oltre il ciclo di vita ufficiale. Gli sviluppatori hanno già annunciato l’intenzione di continuare a supportare Windows 10 almeno fino al 2030 e Windows 7 almeno fino al 2027.
La migrazione a Linux, un’opzione radicale ma sempre più concreta. Linux è disponibile in una vasta gamma di distribuzioni a costo zero, moderne e in grado di dare nuova vita anche a hardware meno recente. Tuttavia, il passaggio da Windows a Linux comporta ostacoli tecnici e psicologici: nuove interfacce, nuovi strumenti, e una comunità che può sembrare distante o frammentata per i neofiti.
End of 10: perché è importante
End of 10 è un progetto comunitario pensato per accompagnare gli utenti di Windows 10 nel passaggio guidato a Linux. L’obiettivo principale non è solo quello di fornire informazioni o guide tecniche, ma di collegare concretamente gli utenti a comunità Linux locali in grado di fornire supporto diretto, umano e personalizzato.
Il progetto gode del supporto dell’infrastruttura di KDE, uno dei più noti e attivi desktop environment del mondo Linux. Sebbene il supporto sia per ora limitato all’hosting, questa sponsorizzazione fa comprendere meglio il “calibro” dell’iniziativa.
Le cinque ragioni chiave per scegliere Linux secondo End of 10
- È gratuito – Nessun costo di licenza o abbonamenti.
- Rispetta la privacy – Niente pubblicità invasive, niente telemetria forzata.
- È ecologico – Riduce l’e-waste, consentendo di continuare a usare PC più datati.
- È sostenuto da comunità globali – Centinaia di gruppi locali offrono aiuto e assistenza.
- Dà potere all’utente – Massimo controllo sull’ambiente di lavoro e sul software utilizzato.
Gli strumenti offerti da End of 10
Il sito Web ufficiale di End of 10 ospita una directory in crescita di comunità Linux di tutto il mondo che hanno espresso la volontà di supportare utenti Windows nel processo di migrazione.
Il portale promuove eventi e incontri pensati per creare punti di contatto tra utenti che desiderassero accantonare Windows e le comunità Linux locali. Questi eventi possono essere workshop pratici, Linux install fest o semplici sessioni di domande e risposte.
Al momento, la guida disponibile sul sito è piuttosto essenziale e si limita a suggerire la ricerca autonoma di distribuzioni “per principianti”. È auspicabile un ampliamento futuro, con guide pratiche, confronti tra distro, istruzioni per il backup dei dati, il dual boot e l’installazione di software alternativi.
Cosa dovrebbe fare Microsoft in un mondo ideale da qui a ottobre 2025?
Le tante limitazioni imposte per l’installazione di Windows 11 “condite” con l’imminente abbandono di Windows 10 potrebbero contribuire a ridurre le quote di mercato a favore del sistema operativo di Redmond.
Concedere 12 mesi di aggiornamenti di sicurezza gratuiti per Windows 10 a privati, scuole e organizzazioni no-profit, a partire dal 14 ottobre 2025 sarebbe un gesto particolarmente apprezzato e darebbe tempo agli utenti meno esperti per pianificare una migrazione.
Visto che i metodi per forzare l’installazione di Windows 11 su PC non compatibili ormai non si contano più (abbiamo anche pubblicato un confronto tra Rufus e Flyby11), Microsoft potrebbe rilasciare un installer ufficiale con avvertenze e limitazioni per chi vuole passare da Windows 11 a Windows 10 su hardware che pur non soddisfacendo i requisiti risulta perfettamente funzionante e all’altezza del sistema operativo più recente.
Sostenere iniziative come “Windows 11 Ready PCs” con prezzi accessibili, anche tramite l’acquisto di computer ricondizionati, incentiverebbe l’adozione del sistema operativo senza spingere al consumismo forzato.
Una mossa controintuitiva ma strategica: promuovere il rispetto per la libertà di scelta e spiegare come i sistemi Linux possono perfettamente funzionare accanto alle macchine Windows (partendo dall’esempio dell’integrazione in Windows 10 e Windows 11 del Windows Subsystem for Linux, WSL) può migliorare la reputazione dell’azienda e ridurre i rischi di abbandono della piattaforma Microsoft.
Anche perché su Azure, in generale sul cloud e lato data center, l’impegno di Microsoft su Linux è totale: perché non portare questi sforzi anche on-premises, tendendo una mano pure a professionisti e privati?