I desktop environment o ambienti desktop in italiano, sono una componente fondamentale delle varie distribuzioni Linux, in quanto forniscono l’interfaccia grafica con cui gli utenti interagiscono quotidianamente. Ovviamente, esistono anche distro Linux che funzionano solo da riga di comando: sono utilizzate principalmente in ambito server, quando risulta preferibile ridurre “l’impronta” (leggasi, “peso”) del sistema riducendo al minimo il set di caratteristiche installate.
La scelta del desktop environment giusto può avere un impatto significativo sull’esperienza d’uso, le prestazioni e la produttività. Nel nostro articolo, senza ambiziosi di esaustività, ci proponiamo di esaminare alcuni dei principali ambienti desktop disponibili per Linux, evidenziandone punti di forza, debolezze e casi d’uso ideali.
Ogni distribuzione Linux può utilizzare diversi desktop environment, anche se alcune tendono a favorirne uno specifico (che risulta installato e aggiornato per impostazione predefinita).
Installazione del miglior desktop environment su Linux
È importante notare che la maggior parte delle distribuzioni Linux permette agli utenti di installare e utilizzare qualsiasi desktop environment, indipendentemente da quello già presente. Questo è uno dei grandi vantaggi di Linux: la libertà di personalizzare il sistema secondo le proprie preferenze.
Molte distribuzioni offrono inoltre la possibilità di scaricare diverse “flavor” o versioni, ciascuna con un desktop environment diverso, già preinstallato. È un’impostazione intelligente, che permette agli utenti di scegliere il desktop environment preferito fin dall’inizio, senza dover effettuare modifiche post-installazione.
Alcune distribuzioni come Arch Linux o Gentoo, essendo estremamente flessibili e minimaliste, permettono agli utenti di costruire il proprio sistema da zero, scegliendo esattamente quali componenti installare, incluso il desktop environment preferito.
Nel 2019, Linus Torvalds diceva che per guadagnare quote di mercato sul segmento desktop, le comunità alla base delle varie distro Linux avrebbero dovuto fare “fronte comune”. L’eccessiva pluralità dei desktop environment era vista come un fattore limitante piuttosto che come un pregio. In realtà, da allora, le cose non sono cambiate ed anzi la scelta tra i desktop environment si è fatta ancora più articolata. Cerchiamo di mettere qualche punto fermo.
GNOME
Uno degli ambienti desktop più popolari e maturi per Linux è certamente GNOME. Questo desktop environment si distingue per il suo design minimalista e l’approccio orientato alla semplicità d’uso.
Tra i punti di forza vi sono l’interfaccia moderna e coerente, il fatto che sia ottimizzato per l’uso con i touchscreen (supporta le gesture), che disponga di un ecosistema di applicazioni native ben integrato. Offre inoltre un’ampia compatibilità per le tecnologie più recenti come Wayland, il successore dello storico X11.
In un altro articolo spieghiamo cos’è Wayland e perché Ubuntu utilizza i driver NVIDIA, finalmente compatibili Wayland, per la gestione delle finestre.
Le debolezze di GNOME consistono nelle limitate opzioni di personalizzazione senza l’uso di estensioni, nel consumo di memoria RAM relativamente elevato e nell’interfaccia che può risultare poco familiare per chi proviene da Windows.
Per chi è consigliato GNOME:
- Utenti che apprezzano un’interfaccia pulita e moderna.
- Sistemi con hardware recente e buone risorse.
- Per chi cerca un’esperienza d’uso coerente e integrata.
– Distribuzioni principali: Ubuntu (edizione standard), Fedora, Debian, Arch Linux.
– Installazione: GNOME è preinstallato su distribuzioni come Fedora e Ubuntu, ma può essere installato su altre distro tramite il gestore pacchetti. Su Fedora: sudo dnf install gnome-desktop
; su Arch Linux: sudo pacman -S gnome
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KDE Plasma
Il desktop environment KDE Plasma è rinomato per la sua estrema flessibilità e ricchezza di opzioni di personalizzazione.
Si tratta di un ambiente desktop ampiamente personalizzabile in ogni aspetto, capace di offrire una vasta gamma di effetti visivi e animazioni, con un ottimo supporto per le configurazioni multi-monitor. Poggia inoltre su un’architettura che mira a massimizzare l’efficienza energetica.
Il rovescio della medaglia è che l’abbondanza di opzioni può disorientare, tanto che KDE Plasma può risultare complesso per i principianti.
Per chi è consigliato KDE Plasma:
- Utenti esperti che amano personalizzare ogni aspetto del sistema.
- Chi cerca un’alternativa moderna graficamente simile a Windows.
- Sistemi con hardware di fascia media o alta.
– Distribuzioni principali: Kubuntu (variante di Ubuntu), Fedora (KDE Spin), Manjaro KDE, OpenSUSE.
– Installazione: Installabile su qualsiasi distro, ad esempio, con il comando sudo apt install kde-plasma-desktop
su Ubuntu. Su Fedora usare sudo dnf install @kde-desktop
; su Arch Linux sudo pacman -S plasma
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Xfce
Xfce è un ambiente desktop leggero ma completo, focalizzato su efficienza e velocità. Tra punti di forza spiccano la leggerezza e la reattività del desktop environment, che si conferma stabile e affidabile anche nelle versioni più recenti.
Il sistema assicura inoltre un buon livello di personalizzazione e risulta compatibile con l’hardware datato.
Debolezze possono essere considerate il design meno moderno rispetto ad altri desktop environment, una disponibilità di una gamma di funzionalità meno estesa se paragonata ad altri prodotti, uno sviluppo più lento rispetto a GNOME e KDE.
Immagine tratta dal forum di Xfce.
Per chi è consigliato Xfce:
- Sistemi con risorse hardware limitate.
- Utenti che preferiscono un’interfaccia tradizionale.
- Per chi cerca stabilità e prestazioni costanti nel tempo.
– Distribuzioni principali: Xubuntu (variante di Ubuntu), Manjaro XFCE, Debian, Fedora XFCE Spin.
– Installazione: Disponibile per qualsiasi distribuzione, installabile tramite comandi come sudo apt install xfce4
per Debian/Ubuntu. Su Fedora sudo dnf install @xfce-desktop-environment
; su Arch Linux: sudo pacman -S xfce4 xfce4-goodies
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Cinnamon
Sviluppato dal team di Linux Mint, Cinnamon offre un’esperienza desktop familiare e funzionale, ispirata a GNOME 2.
Tra i principali e innegabili fiori all’occhiello, citiamo l’uso di un’interfaccia intuitiva simile a quella di Windows, il buon equilibrio tra funzionalità e prestazioni, la disponibilità di temi e applet per la personalizzazione profonda. Ovviamente, inoltre, Cinnamon dà il meglio di sé proprio sulla popolare distro Linux Mint.
Tra i punti deboli, l’ecosistema di app native più ridotto rispetto ai desktop environment rivali e il supporto limitato per Wayland, novità ancora in fase sperimentale.
Per chi è consigliato Cinnamon:
- Utenti in transizione da Windows a Linux.
- Per chi cerca un desktop environment equilibrato e facile da usare.
- Sistemi con hardware di fascia media
– Distribuzioni principali: Linux Mint (ambiente predefinito), Fedora Cinnamon Spin, Debian.
– Installazione: Su altre distribuzioni, installabile con sudo apt install cinnamon
(Debian/Ubuntu) o comandi simili. Ad esempio, su Fedora sudo dnf install @cinnamon-desktop
; su Arch Linux sudo pacman -S cinnamon
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MATE
MATE è nato come fork di GNOME 2, mantenendo un’interfaccia classica seppur ripensata per l’utilizzo delle tecnologie più moderne.
Tra i punti di forza spiccano l’interfaccia tradizionale e familiare, la buona stabilità e compatibilità nonché il supporto per compositing ed effetti desktop.
Il compositing in MATE, come in altri ambienti desktop, si riferisce a una tecnica di gestione delle finestre che migliora l’aspetto visivo e le prestazioni grafiche del sistema. È un processo che combina elementi visivi separati (come finestre, menu, barre degli strumenti) in un’unica immagine coerente sullo schermo. Utilizza l’accelerazione hardware della GPU per gestire il rendering delle finestre e degli effetti grafici.
MATE, nel complesso è leggero e veloce risultando una scelta convincente.
D’altro canto, MATE è contraddistinto da un design meno moderno rispetto ad altri desktop environment, integra funzionalità più ridotte e un minore supporto per le ultime tecnologie.
Per chi è consigliato MATE:
- Utenti affezionati all’interfaccia di GNOME 2.
- Sistemi con hardware di fascia medio-bassa.
- Per chi cerca un desktop environment classico ma ancora attivamente sviluppato.
– Distribuzioni principali: Ubuntu MATE, Linux Mint (versione MATE), Fedora MATE-Compiz Spin, Debian.
– Installazione: Su Ubuntu o Debian, installabile ricorrendo al comando seguente: sudo apt install mate-desktop
. Su Fedora sudo dnf install @mate-desktop
; su Arch Linux sudo pacman -S mate mate-extra
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LXQt
Tra gli ambienti desktop ultraleggeri, LXQt è il “numero uno”. Nato dalla fusione di LXDE e Razor-qt, si mette in evidenza per i consumi di risorse estremamente bassi, per la reattività di primo piano anche su hardware obsoleto, per l’interfaccia pulita e funzionale. Basato su Qt, offre un’eccellente scalabilità.
Qt è un framework di sviluppo cross-platform molto potente e versatile. È noto per la sua capacità di adattarsi a diverse piattaforme e risoluzioni dello schermo. Di conseguenza, anche le applicazioni in esecuzione su LXQt possono adeguarsi automaticamente a schermi con risoluzioni diverse, da quelle molto basse a quelle molto alte (4K e oltre).
Grazie al DPI scaling, l’interfaccia di LXQt può comportarsi perfettamente anche sui display ad alta densità di pixel (meglio ancora, sarebbe bene parlare di PPI, pixel per inch).
Qt è noto per le sue buone prestazioni, che si traducono in un’interfaccia fluida anche su hardware meno potente. Da qui, ereditando i benefici del framework, LXQt si conferma una scelta versatile e “a prova di futuro“, capace di offrire un’esperienza utente di qualità su una vasta gamma di dispositivi e configurazioni, dal più modesto e vecchio netbook ai più potenti desktop.
Di contro, LXQt integra funzionalità limitate rispetto ai desktop environment più completi, manca di alcune opzioni di personalizzazione e offre un ecosistema di applicazioni native piuttosto limitato.
Per chi è consigliato LXQt:
- Sistemi con risorse hardware molto limitate.
- Utenti che cercano un DE essenziale e veloce.
- Per chi desidera ridare vita a vecchi computer.
– Distribuzioni principali: Lubuntu (variante di Ubuntu), Fedora LXQt Spin, Debian.
– Installazione: Può essere installato, ad esempio, con sudo apt install lxqt
(Debian/Ubuntu). Su Fedora: sudo dnf install @lxqt-desktop
. Con Arch Linux: sudo pacman -S lxqt
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Budgie
Sviluppato dal team di Solus OS, Budgie nasce per proporsi come desktop environment moderno con un focus particolare su aspetti come l’eleganza e la semplicità.
Il design pulito e moderno, insieme con il buon equilibrio tra funzionalità e leggerezza, sono innegabili punti di forza. Altrettanto dicasi per la Raven sidebar, utilizzata dall’ambiente desktop per la gestione delle notifiche e l’accesso alle impostazioni rapide. L’integrazione con lo stack GNOME è un altro aspetto certamente positivo.
Il rovescio della medaglia vede questo desktop environment meno maturo rispetto al altre proposte (infatti è anche meno diffuso); le opzioni di personalizzazione sono ristrette; l’ecosistema di applicazioni native risulta ancora in fase di sviluppo.
Per chi è consigliato Budgie:
- Utenti che apprezzano un design moderno ma essenziale.
- Per chi cerca un’alternativa più leggera a GNOME.
- Sistemi con hardware di fascia media
– Distribuzioni principali: Ubuntu Budgie, Solus, Arch Linux, Fedora Budgie.
– Installazione: Su Debian/Ubuntu installabile con il comando sudo apt install budgie-desktop
; su Arch Linux con sudo pacman -S budgie-desktop
; su Fedora con sudo dnf install budgie-desktop
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Pantheon
Pantheon è l’ambiente desktop sviluppato per elementary OS, distribuzione Linux che si ispira a macOS.
Il design del desktop environment è elegante e coerente. Inoltre, si percepisce chiaramente come gli sviluppatori vogliano porre l’accento sulla semplicità e usabilità.
Le prestazioni nel complesso sono buone e ottima l’integrazione con le app di elementary OS. Quest’ultimo è anche un po’ uno dei punti a sfavore.
Pantheon, infatti, appare fortemente legato all’ecosistema di elementary OS, offre opzioni di personalizzazione limitate ed è meno flessibile rispetto ad altri desktop environment.
Per chi è consigliato Pantheon:
- Utenti provenienti da macOS.
- Per chi apprezza un’interfaccia curata e coerente.
- Sistemi con hardware recente.
– Distribuzioni principali: elementary OS, Debian, Arch Linux, Fedora.
– Installazione: Su Debian/Ubuntu con sudo apt install pantheon
; su Arch Linux con yay -S pantheon
; su Fedora con sudo dnf install pantheon
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Come passare da un desktop environment all’altro
Come abbiamo già sottolineato, la maggior parte delle distribuzioni Linux consente di installare e usare più desktop environment contemporaneamente.
Ricorrendo al gestore di pacchetti o package manager della distro Linux prescelta, si può installare l’ambiente desktop che più si preferisce.
Dopo aver installato il nuovo desktop environment, basta riavviare il dispositivo o uscire dalla sessione corrente. Nella schermata di login, si dovrebbe a questo punto vedere apparire un’icona o un menu che consente di selezionare l’ambiente desktop da utilizzare. Ad esempio, su Ubuntu è presente un’icona a forma di ingranaggio accanto al campo di inserimento della password.
È quindi possibile tenere più desktop environment installati sul medesimo sistema, scegliendo al momento del login quello da usare.
Va tuttavia tenuto presente che avere più ambienti desktop sulla stessa macchina può portare a sovrapposizioni tra pacchetti e configurazioni. Per esempio, le applicazioni di GNOME e KDE possono apparire contemporaneamente se i due desktop environment si trovano parallelamente installati.
Conclusioni
La scelta del miglior desktop environment Linux dipende da molteplici fattori: le risorse hardware disponibili, le preferenze personali in termini di design e usabilità, la necessità di funzionalità specifiche e il livello di esperienza dell’utente.
GNOME e KDE Plasma rappresentano le opzioni più complete e moderne, ideali per sistemi recenti e utenti che desiderano un’esperienza ricca di funzionalità. Xfce e MATE offrono un approccio più tradizionale e leggero, perfetto per hardware meno potente o per chi preferisce un’interfaccia classica. LXQt si distingue per la sua leggerezza estrema, mentre Budgie e Pantheon propongono alternative moderne focalizzate su design e semplicità d’uso.
Come abbiamo evidenziato in precedenza, molte distribuzioni Linux permettono di installare e utilizzare diversi ambienti desktop sullo stesso sistema. In questo modo gli utenti possono sperimentare e trovare la soluzione più adatta alle proprie esigenze, sfruttando i punti di forza di ciascuna piattaforma. Il consiglio è magari quello di avvalersi di una macchina virtuale: usando tecnologie come Hyper-V, integrata in Windows; VMware (disponibile anche gratis); l’open source Virtualbox; l’accoppiata Quickemu-QEMU si possono fare esperimenti in un ambiente isolato senza modificare la configurazione della macchina host.
Credit immagine in apertura: Copilot Designer