Tante icone sul desktop possono rallentare il PC?

Le risposte a uno dei quesiti più gettonati: tante icone e molti file salvati sul desktop possono contribuire a rallentare il PC?

Ci viene spesso rivolta una domanda che affonda le radici nella storia di Windows: “le tante icone presenti sul desktop possono rallentare il PC?”
Ancora oggi sono in molti a essere convinti del fatto che la presenza di molte icone sul desktop di Windows sia causa di cali di performance.

La risposta breve è invece “no”: in generale tante icone sul desktop non possono essere causa di rallentamenti del PC in uso.
Nella stragrande maggioranza dei casi buona parte delle icone poste sul desktop sono collegamenti (file in formato .lnk) che non pesano più di 2 KB.

Tanti utenti sono però soliti usare il desktop di Windows come una sorta di “contenitore” pronto per l’uso sul quale posizionano file e cartelle di dimensioni importanti.
Per trovare più facilmente documenti, video e immagini i file vengono salvati direttamente sul desktop oppure raccolti in cartelle anch’esse poste sempre sul desktop.

La cartella “Desktop” di Windows è una cartella come tante altre (vedremo più avanti cos’ha di speciale, come nel caso delle altre cartelle di sistema…): Windows non mantiene il contenuto del desktop in memoria e non vi effettua particolari elaborazioni quindi la presenza di tante icone in quest’area del sistema non è di per sé causa di problemi di performance.

Mantenere tante icone e molteplici cartelle sul desktop di Windows può semmai rallentare il lavoro dell’utente e ridurre la sua produttività: non è facile trovare ciò che serve in una giungla di icone.
Ecco allora che in tanti utilizzano la ricerca integrata in Windows che per impostazione predefinita prende in esame e indicizza automaticamente gli elementi posti sul desktop: Cercare file nel PC Windows 10: come funziona la nuova ricerca.
Ma, allora, perché memorizzare così tanti file sul desktop se poi è necessaria la funzione di ricerca integrata per trovare ciò che serve?

Nelle versioni di Windows dell'”era moderna” tutto ciò che viene caricato in memoria sono le icone utilizzate come “segnaposto” per i file posizionati sul desktop, non certo il loro contenuto.

Per velocizzare la visualizzazione delle icone, tra l’altro, Windows utilizza un file chiamato iconcache che viene mantenuto sempre aggiornato. Un certo “ritardo” nella composizione delle icone sul desktop può verificarsi soltanto quando il sistema operativo deve verificare il contenuto di ciascun file e generare la corrispondente icona.

Se Windows mostrasse lentamente le icone sul desktop o il loro contenuto non apparisse corretto (non viene mostrata l’anteprima), ciò dipende proprio da un problema a livello di file iconcache che può essersi danneggiato.
In questi casi può essere rigenerato in modo manuale seguendo la procedura che avevamo presentato a suo tempo: Icone danneggiate o errate in Windows 10.

Scansione antimalware e indicizzazione delle icone e dei contenuti presenti sul desktop

Alcuni sostengono che l’antimalware installato sul sistema sia costretto a effettuare continuamente la scansione del contenuto desktop perché si tratta di una delle aree che sono più di frequente oggetto di accesso da parte dell’utente.
L’analisi di file di grandi dimensioni conservati sul desktop contribuirebbe quindi a rallentare il sistema in maniera marcata.
In realtà ciò non corrisponde al vero perché tutte le moderne soluzioni antimalware si astengono dall’esaminare file che sono stati già oggetto di analisi nel breve periodo e ottimizzano le attività di scansione per ridurre al minimo l’impatto sulle risorse macchina.

Basta avviare un software come Process Monitor per rendersene conto: si otterrà la lista dei file che, in tempo reale, sono oggetto di accesso. Si noterà che le attività di I/O più rilevanti non riguardano certo la cartelle del desktop di Windows.

Lo stesso si può dire per l’indicizzazione di Windows che esamina il contenuto di ciascun file presente nelle cartelle oggetto di scansione automatica: come si può verificare premendo Windows+R quindi control srchadmin.dll, il contenuto delle cartelle Utenti viene sempre indicizzato dal sistema operativo, cartelle Desktop comprese.

Tanti più sono i file presenti sul desktop, soprattutto se sono di dimensioni importanti, tanto più impiegherà la routine di indicizzazione di Windows a elaborarli: durante la fase di indicizzazione le performance del PC si ridurranno (anche se il sistema operativo tende a evitare pesanti attività di indicizzazione quando il sistema è in uso).
Si tratta però di una procedura che viene effettuata “una tantum”: una volta indicizzati i file del desktop essi verranno nuovamente analizzati soltanto nel caso in cui dovessero risultare modificati.

Cos’ha di speciale la cartella Desktop di Windows

La cartella Desktop di Windows è comunque “speciale”.
Come altre cartelle di sistema anche Desktop rappresenta l’unione del contenuto di due directory: quella dell’account utente correntemente utilizzato (digitare Windows+R quindi %userprofile%\Desktop) e quella pubblica (generalmente C:\Users\Public\Desktop) condivisa tra tutti gli utenti presenti sulla macchina.

C’è poi un altro punto meritevole di essere evidenziato: se il PC Windows in uso fa parte di un dominio (quindi è utilizzato all’interno di una rete aziendale o presso un’istituzione scolastica) un utente può accedere al suo account utilizzando le credenziali di cui è in possesso usando qualunque computer.
Ciò è possibile grazie al profilo utente roaming: come abbiamo visto nell’articolo AppData: a cosa serve la cartella e quali informazioni contiene, nella cartella Roaming vengono posizionati i file sincronizzati tra le varie macchine all’interno di un dominio Windows Server.

In un ambiente client-server correttamente configurato le cartelle dei profili utente vengono trasferite (roaming) dal server alle varie workstation utilizzando la rete locale. Quando l’utente effettua il logout tutte le eventuali modifiche vengono trasferite sul server.

Se gli utenti fossero soliti memorizzare file di grosse dimensioni sul desktop la loro copia tra server e workstation (e viceversa) potrebbe richiedere tempo impegnando anche banda di rete. Per questo motivo salvare importanti quantitativi di dati sul desktop gestito in roaming dovrebbe essere sempre evitato.

Fare pulizia sul desktop di Windows

Tutto ciò premesso ha senso fare pulizia sul desktop di Windows riducendo il numero delle icone visualizzate e, ad esempio, raggruppando quelle relative alle medesime categorie.

Si possono ad esempio creare sul desktop due o più cartelle quindi spostarvi le varie icone: aprendo ciascuna di esse si potrà quindi usare la combinazione di tasti ALT+TAB per passare rapidamente dall’una all’altra: Come passare da una finestra all’altra con ALT+TAB e le altre scorciatoie.

Con il programma gratuito WinDirStat, selezionando A Folder quindi indicando il percorso del desktop, si può sapere immediatamente quali elementi memorizzati sul desktop occupano più spazio su disco.

Per conoscere il percorso esatto della cartella del desktop da incollare nel campo A Folder basta premere Windows+R, digitare semplicemente . premere il tasto Invio.

Cliccando con il tasto destro del mouse sulla cartella Desktop quindi scegliendo la voce Proprietà dal menu contestuale si potrà verificare lo spazio occupato dal contenuto della directory.
Le differenze tra i valori in byte riportati in corrispondenza di Dimensioni e Dimensioni su disco sono giustificabili sulla scorta di quanto spiegato nell’articolo Dimensioni e dimensioni su disco: che differenza c’è nella memorizzazione dei file?.

Cliccare sulla barra a sinistra di Cerca in Desktop comparirà il percorso completo. Con un clic su di esso e premendo CTRL+C si potrà copiare il percorso della cartella del desktop per l’account utente selezionato e incollarla nel campo A Folder (CTRL+V) di WinDirStat.

Tanti utenti, infine, tengono a conservare la posizione delle icone sul desktop cadendo nel panico nel momento in cui esse non utilizzassero più la disposizione originale. Nell’articolo Bloccare icone sul desktop di Windows e ripristinarne la posizione abbiamo visto come evitare modifiche e ripristinare la configurazione del desktop in caso di necessità.

Nell’articolo Come velocizzare il PC in poche mosse una serie di consigli utili per rivitalizzare un PC che risultasse ormai piuttosto lento.

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