Gestire un notebook datato con risorse hardware estremamente limitate può essere una sfida. Anche la “navigazione” sulle moderne pagine Web è tutt’altro che semplice: basti osservare la quantità di memoria RAM che una singola scheda aperta nel browser può richiedere, specie se si tratta di pagine ricche, con tanti elementi multimediali. Prendiamo un vecchio notebook: la mente corre subito a Linux per riportarlo a nuova vita. Tuttavia, sono poche le distribuzioni Linux leggere che risultano efficaci ed efficienti su sistemi basati su CPU datate e, ad esempio, appena 2 GB di RAM.
L’installazione di un’economica unità SSD SATA da pochi gigabyte in sostituzione del vecchio hard disk resta sempre uno dei migliori upgrade possibili. Tuttavia, alcuni vecchi notebook soffrono di una limitazione non di poco conto: la presenza di RAM saldata sulla scheda madre. Bisogna per forza conferire nei rifiuti RAEE un PC che, seppur superato, funziona ancora?
Certamente no. E Linux offre tutti gli strumenti per massimizzare le prestazioni di tutte quelle macchine che neppure lontanamente potrebbero installare Windows 11 e che già non erano propriamente fulmini di guerra neppure con Windows 7 o con Windows 10.
Per “svecchiare” un vecchio notebook che funziona perfettamente ma che ha diversi anni di vita sulle spalle, la soluzione basata su Linux richiede un approccio radicale: evitare desktop environment tradizionali e puntare su un compositore leggero per ridurre l’utilizzo di memoria e, ad esempio, migliorare la fluidità dei video, come quelli riprodotti da YouTube.
Cos’è un compositore Linux e a cosa serve Wayland?
Un compositore (compositor) è un software che si occupa di gestire le finestre sullo schermo (dimensioni, posizione, stacking); coordinare rendering e buffer grafici (decide cosa disegnare e quando); gestire gli input da tastiera, mouse, touchpad.
Wayland è un protocollo grafico moderno pensato per sostituire lo storico X11 nell’elaborazione delle comunicazioni tra applicazioni e hardware grafico.
Rispetto a X11, Wayland riduce la latenza cosicché le applicazioni possano colloquiare direttamente con il compositore (si riduce il cosiddetto overhead). Inoltre, è utile al fine di evitare qualunque fenomeno di screen tearing (effetto visivo che si verifica quando la scheda grafica invia nuove immagini più velocemente di quanto il display possa mostrarle): il compositore gestisce il buffering e la sincronizzazione verticale.
Con Wayland, che gode di un’architettura moderna più semplice e modulare, ogni programma in esecuzione può essere isolato, evitando che possa leggere input o schermate di altre app.
Nei moderni compositori che usano Wayland su Linux, il protocollo Wayland è “integrato”. In questo caso, a differenza di X11, non esiste un “server grafico separato”: il compositore fa anche da server grafico.
Quando si installa un compositore aggiornato, quindi, si installa sia il window manager che il server Wayland: non è necessario alcun pacchetto separato.
Perché non KDE o X11?
Come avrete intuito, il suggerimento per riportare a nuova vita un vecchio notebook consiste nell’utilizzare una distribuzione Linux leggera e un compositore altrettanto snello.
Un desktop environment più tradizionale come KDE Plasma può rivelarsi troppo pesante sui vecchi laptop. Anche una singola scheda YouTube aperta nel browser, può facilmente provocare rallentamenti e blocchi frequenti.
Anche utilizzando X11 puro le cose non migliorano: prendendo come “benchmark” proprio la riproduzione video, uno degli aspetti più critici sui PC “d’annata”, la presenza di screen tearing è praticamente scontata, con l’esperienza utente che ne risulta gravemente compromessa.
Configurazione rapida di Arch Linux “minimal” con compositori leggeri
Arch Linux è una delle distribuzioni più apprezzate dagli utenti avanzati e dagli appassionati di Linux per la sua flessibilità, leggerezza e controllo totale sul sistema. A differenza di molte altre distribuzioni che installano desktop environment e applicazioni di default, Arch permette di partire da un sistema minimale, installando solo ciò che serve.
Questa caratteristica è particolarmente utile su hardware datato o con risorse limitate. Installando Arch con il profilo minimal, otteniamo un sistema pulito e leggero, privo di software superfluo, il controllo totale sui pacchetti installati, la possibilità di scegliere compositori Wayland leggeri, ottimizzati per prestazioni elevate anche su hardware mediocre.
Suggeriamo quindi di avviare l’installazione di Arch usando il comando archinstall, script di installazione semi-automatica che semplifica notevolmente il setup della distribuzione, senza privare l’utente di alcun margine di personalizzazione.
Il profilo minimal di Arch Linux installa solo il sistema base, senza desktop environment, senza X11 o Wayland, senza applicazioni extra.
Installazione del compositore
Vi diamo subito un ulteriore suggerimento: DWL e Sway risultano ad oggi i compositori più efficienti in memoria, ideali quindi per i vecchi notebook con una dotazione RAM ridotta. Un terzo compositore, Labwc, offre un buon compromesso tra leggerezza e funzionalità. Nessuno dei tre compositori citati fa salire l’occupazione della memoria RAM che, dopo l’avvio di Arch, non supera i 340 MB totali!
Come evidenziato in precedenza, su Arch minimal, nessun compositore è presente di default: bisogna installarli manualmente. Da tenere presente che DWL è contenuto nell’Arch User Repository (AUR); gli altri due nei repository ufficiali.
Comandi di esempio per l’installazione di DWL, Sway e Labwc:
sudo pacman -S sway labwc
yay -S dwl
Impostare foot come terminale predefinito
Foot è un terminale leggero e performante, ideale su sistemi con 2 GB di RAM o meno. Dopo averlo caricato sulla macchina con il comando sudo pacman -S foot
, è necessario fare in modo che sia caricato all’avvio della macchina.
Si può modificare il file ~/.xinitrc
che X11 e alcuni compositori usano per definire cosa avviare all’inizio della sessione: nano ~/.xinitrc
Aggiungendo la riga seguente all’inizio o alla fine del file, ogni volta che la sessione parte da X11 (o da un compositore che legge .xinitrc
), Foot sarà il terminale predefinito
export TERMINAL=foot
Per salvare e chiudere l’editor di testo, basta premere la combinazione di tasti Ctrl+O
quindi usare Ctrl+X
.
Impostazione tramite variabile d’ambiente globale
Alcune applicazioni leggono la variabile $TERMINAL
per aprire il terminale predefinito. È possibile aggiungerla anche a ~/.bashrc
o ~/.profile
:
export TERMINAL=foot
Applicando la modifica in .bashrc
, Foot sarà utilizzato a ogni nuova sessione shell; con .profile
, sarà disponibile a ogni login dell’utente.
Configurazione di greetd
Greetd è un display manager minimale per Linux: fa da ponte tra l’accesso dell’utente e l’avvio del compositore, senza fronzoli né software superfluo. Il suo compito è avviare direttamente una sessione utente, senza bisogno di desktop environment pesanti come GNOME o KDE.
Per procedere con la sua installazione è sufficiente digitare:
sudo pacman -S greetd
Completato questo passaggio, si può configurare il session file:
sudo nano /etc/greetd/config.toml
Per impostare il caricamento del compositore Sway, si può inserire quanto segue all’interno del file:
[default_session]
user = "tuo_utente"
session = "/usr/bin/sway"
Qualora si utilizzassero compositori diversi, ad esempio DWL o Labwc, è essenziale specificare il percorso corretto nella direttiva session
.
Il passaggio finale consiste nell’abilitare e nell’avviare il servizio greetd:
sudo systemctl enable greetd
sudo systemctl start greetd
Quante risorse hardware occupa Arch Linux con il compositore scelto?
Il comando che segue fornisce rapidamente un report delle risorse e dello stato del sistema, utile per confrontare l’impatto dei vari compositori sulla RAM e sulle prestazioni:
fastfetch -l none -s OS:Kernel:Uptime:Packages:Terminal:CPU:Memory:WM
Si tratta di un’utilità simile a neofetch
, capace però di mostrare informazioni sul sistema in uso in modo leggero e veloce.
Cosa fare con Sway e gli altri compositori Linux
Fin qui, l’obiettivo era individuare un compositore moderno, leggero, efficiente in memoria e capace di sfruttare le capacità hardware ridotte senza compromettere la riproduzione video.
Una volta individuato il compositore preferito, come Sway, non si avranno icone, barra delle applicazioni o un desktop rassicurante come in GNOME/KDE. Tutto si gestisce tramite workspace, tasti rapidi e finestre tiling.
Nulla vieta, comunque, di aggiungere strumenti opzionali (barra delle applicazioni, launcher) in caso si gradisse muoversi con maggiore comodità.
Il comando seguente, ad esempio, permette di installare componenti extra come waybar
, una barra leggera e configurabile per Sway; wofi
un launcher simile a GNOME/KDE per aprire le applicazioni; grim
per attivare la cattura di screenshot:
sudo pacman -S waybar wofi grim
Da ultimo, è bene osservare che se si avessero sullo stesso sistema Arch configurazioni residue di altri compositori o desktop environment, è bene eliminarle per ridurre l’uso di RAM. Esempio:
rm -rf ~/.config/labwc
rm -rf ~/.config/mango
È consigliabile controllare che solo Sway e i pacchetti necessari siano attivi sul sistema.