voWiFi o WiFi Calling: cos'è e come funziona

Spieghiamo cos'è voWiFi e come permette di effettuare e ricevere chiamate con la propria numerazione mobile usando una connessione WiFi.

Wind Tre, prima, e TIM, poi, a dicembre 2022 hanno annunciato di aver introdotto nel nostro Paese l’utilizzo della tecnologia voWiFi, conosciuta anche come Voice-over-WiFi o WiFi Calling.
Come suggerisce il suo stesso nome, la tecnologia voWiFi permette di effettuare e ricevere chiamate utilizzando una connessione WiFi. Può essere considerata come un’estensione del VoIP (Voice-over-IP) perché consente agli operatori di telefonia mobile di far transitare il flusso bidirezionale delle conversazioni telefoniche su una rete WiFi anziché appoggiarsi alle antenne o base station fisicamente installate in zona.

Precisiamo subito che voWiFi, Voice over WLAN o WiFi Calling, che dir si voglia, non è propriamente una novità. Come ricorda GSMA, le prime implementazioni di voWiFi risalgono al 2014 e sono cominciate allora negli Stati Uniti.

voWiFi permette agli operatori di riutilizzare i meccanismi di sicurezza e di autenticazione basati sull’utilizzo di SIM per fornire agli utenti finali gli stessi servizi ai quali sono abituati appoggiandosi però a una connessione WiFi e non alle antenne della telefonia mobile. voWiFi si basa su standard riconosciuti ed è per questo che gli operatori di telefonia di tanti Paesi, anche europei, ne hanno permesso l’utilizzo per anni.
Per varie ragioni, principalmente normative e burocratiche, voWiFi non era mai stato attivato anche in Italia.

Con l’annuncio di Wind Tre e il lancio del servizio Voce WiFi di TIM, i due operatori hanno però rotto gli indugi consentendo agli utenti che dispongono di una SIM Wind Tre o TIM di effettuare e ricevere chiamate con la propria utenza mobile collegandosi a un hotspot WiFi.

Il vantaggio della soluzione voWiFi è evidentemente la possibilità di chiamare ed essere chiamati sulla propria utenza mobile anche quando il segnale di rete risultasse assente, ad esempio perché ci si trova in una zona con copertura scarsa, perché gli ostacoli rendono difficoltosa la ricezione del segnale, perché si è in un interrato e così via. Dove c’è copertura WiFi diventa quindi possibile chiamare ed essere chiamati.

Sia nel caso di Wind Tre (e di Very Mobile) che di TIM, tuttavia, l’hotspot WiFi al quale ci si collega con lo smartphone deve utilizzare connettività Wind Tre o TIM: l’architettura (FTTx o ADSL) non importa; i clienti mobili Wind Tre possono beneficiare di voWiFi soltanto usando connessioni Wind Tre; i clienti mobili TIM possono usare voWiFi solo collegandosi a utenze TIM per l’accesso a Internet da postazione fissa.
Insomma, le utenze mobili TIM non possono usare connessioni WiFi basate su connettività Wind Tre o di altri operatori per attivare la funzione voWiFi. Lo stesso vale per Wind Tre (e Very Mobile, che usa la rete Wind Tre e appartiene allo stesso gruppo).

Come funziona voWiFi

In apertura abbiamo detto che voWiFi è un po’ un’estensione del VoIP: sì, perché anche voWiFi una rete IP qual è Internet per inviare e ricevere pacchetti dati contenenti in questo caso le informazioni sulle conversazioni vocali tra utenti.

Per essere ancora più precisi, però, voWiFi è un’estensione di VoLTE (Voice-over-LTE), tecnologia che consente di effettuare chiamate vocali di alta qualità sulla rete dati dell’operatore di telefonia mobile.
Mentre quindi le chiamate WhatsApp, Telegram, Skype, Google Meet, FaceTime e così via pur utilizzando il VoIP si servono della rete dell’operatore soltanto per il trasporto delle informazioni, nel caso di voWiFi (come peraltro avviene con VoLTE) l’operatore di telecomunicazioni (ad esempio TIM o Wind Tre) riconosce gli specifici pacchetti dati e dà loro massima priorità in modo da ottimizzare la qualità del servizio (QoS, Quality of Service) reso agli utenti.

In linea generale, voWiFi è stato progettato per essere il più possibile interoperabile e svincolato rispetto alla reti dei singoli operatori. L’utente in possesso di una SIM dell’operatore A potrebbe quindi, almeno dal punto di vista tecnico, effettuare e ricevere telefonate collegandosi con una rete WiFi che sfrutta la connettività di un operatore B.
In questo caso si parla di Untrusted WLAN perché i pacchetti, prima di raggiungere la rete dell’operatore A e i suoi server, transitano attraverso una porzione di rete sulla quale l’operatore A non può esercitare alcun tipo di controllo.
In Italia si è quindi per il momento deciso per lo uno schema Trusted WLAN sulla base del quale gli operatori che abilitano il supporto voWiFi ne consentono l’utilizzo esclusivamente agli utenti mobili collegati a una rete di accesso da postazione fissa, mediante hotspot WiFi, la cui connessione è fornita dallo stesso operatore.

Le motivazioni di questa scelta sono molteplici e sono sia tecniche che normative. Basti osservare che per un operatore di telecomunicazioni italiano, che deve adeguarsi anche alle disposizioni in materia di antiterrorismo e di intercettazioni telefoniche, trova un innegabile vantaggio nel mantenere tutte le chiamate sulla propria rete evitando che i pacchetti VoIP, anche per un breve tratto, possano transitare su reti gestite da altri soggetti.

Alcuni degli operatori Over-the-Top (OTT) che sviluppano e aggiornano applicazioni per l’effettuazione di chiamate e videochiamate, da tempo forniscono soluzioni basate sull’utilizzo della crittografia end-to-end: poiché le chiavi di cifratura (in particolare la chiave privata) è generata e conservata in locale sui singoli dispositivi degli utenti, nessun soggetto (compreso il fornitore del servizio) può decodificare il contenuto delle conversazioni. Il rovescio della medaglia è che gli OTT non possono arrivare a offrire le stesse garanzie prestazionali di un operatore che gestisce le conversazioni utilizzando esclusivamente la sua rete.

È un po’ un rapporto di “amore e odio” quello tra gli OTT e gli operatori di telecomunicazioni tradizionali: ne parlavamo commentando la presa di posizione di Pietro Labriola, amministratore delegato Gruppo TIM, dopo il down di WhatsApp di fine ottobre 2022.

Tra i vantaggi di voWiFi dei quali abbiamo non abbiamo ancora parlato, la possibilità di prolungare la durata della batteria del telefono. La ricerca continua di una rete cellulare può contribuire a consumare significativamente la batteria, soprattutto in alcune aree con una ricezione del segnale scarsa o discontinua. Di contro, le chiamate WiFi sono più efficienti dal punto di vista energetico e quando lo smartphone, grazie a voWiFi, si connette con un hotspot WiFi, la connessione rimane sempre disponibile: il device non deve cercare continuamente le reti e le base station migliorando l’efficienza della batteria ed estendendone l’autonomia.

Infine, per attivare voWiFi è necessario utilizzare un dispositivo compatibile sul quale l’operatore abbia inviato il corrispondente profilo del servizio.
Sia nel caso di Wind Tre che di TIM gli smartphone supportati sono ancora pochi: gli operatori fanno comunque presente che la compatibilità verrà ulteriormente estesa nel corso dei prossimi mesi.
Non è necessario installare alcuna app: lo smartphone attiverà automaticamente voWiFi nel momento in cui il dispositivo mobile risulta collegato con una rete dello stesso operatore al quale appartiene l’utenza attestata sulla SIM.

Semmai, è possibile agire sulle impostazioni del telefono per disattivare voWiFi quindi il passaggio all’utilizzo della connessione WiFi per la ricezione e l’effettuazione di chiamate telefoniche.
Ciò si può fare portandosi nella sezione SIM/Reti mobili quindi disattivando Chiamata WiFi o Effettua chiamate usando il WiFi.

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