Google Foto si prepara a lanciare una nuova funzione di editing che promette di semplificare il ritocco fotografico direttamente dall’app.
La ricetta è affascinante: un modello AI di soli 16 MB, correzioni facciali locali e la capacità di elaborare fino a sei volti per singola immagine. Questa è la base su cui Google costruisce Touch Up, una soluzione che combina praticità e controllo granulare per evitare eccessi. L’approccio incentrato sul processing locale rappresenta una scelta strategica volta a semplificare l’editing facciale senza dover ricorrere a software esterni. Tuttavia, tra le promesse di facilità d’uso e i dubbi di natura etica, la strada verso il rilascio ufficiale rimane ancora ricca di incognite.
La funzione è stata scoperta nella versione 7.56.0.839465534 dell’applicazione, suscitando l’interesse della comunità tech. Al primo utilizzo, Google Foto invita l’utente a scaricare un pacchetto di circa 16 MB, necessario per eseguire le correzioni direttamente sul dispositivo dell’interessato. Questo approccio garantisce che i dati sensibili rimangono locali, una considerazione importante dal punto di vista della privacy digitale.
Il pannello di controllo propone sei slider indipendenti, ognuno progettato per modulare interventi specifici:
- Smooth — leviga la texture della pelle con precisione;
- Under Eyes — riduce la visibilità delle occhiaie in modo naturale;
- Irises — potenzia la chiarezza e la tonalità dell’iride;
- Teeth — schiarisce lo smalto dentale mantenendo autenticità;
- Eyebrows — modifica l’andamento e la definizione delle sopracciglia;
- Lips — trasforma la colorazione e i contorni labiali con fluidità.
La regolazione dell’intensità di ogni controllo è stata pensata con attenzione per mantenere un aspetto naturale, contrastando il risultato artificioso che caratterizza molti editor meno evoluti e sofisticati.
Touch Up è una piccola rivoluzione per l’editing fotografico
Un’altra caratteristica rilevante e degna di nota riguarda la capacità del modello AI di identificare e processare separatamente fino a sei volti nella stessa immagine. Questa funzionalità permette di applicare ritocchi personalizzati a ogni persona presente nello scatto, rispettando le specificità individuali. Nel caso di fotografie con più di sei soggetti, l’app segnala il limite tecnico con chiarezza: una scelta che probabilmente dipende da vincoli computazionali o di design dell’interfaccia utente.
Per i creatori di contenuti e gli utenti ordinari, Touch Up rappresenta un notevole progresso verso il ritocco facciale rapido e integrato. Tuttavia, non mancano le criticità significative: il rischio di una diffusione massiccia di immagini eccessivamente modificate distorce la percezione della realtà, e la possibilità che gli algoritmi di machine learning presentino bias verso certi tipi di carnagione o caratteristiche facciali rimane una questione aperta e delicata.
Il ruolo della privacy e dell’elaborazione locale
La dimensione contenuta del modello suggerisce che il lavoro di elaborazione avvenga principalmente sul terminale dell’utente, riducendo significativamente la trasmissione dei dati verso i server Google. Una soluzione generalmente apprezzata sotto il profilo della protezione della privacy, sebbene rimangano da chiarire i dettagli sulla raccolta di dati telemetrici e sulla gestione dei futuri aggiornamenti del modello.
Google non ha comunicato una data precisa di lancio per questa funzionalità, ma la sua apparizione negli ultimi build dell’app lascia presagire un arrivo imminente e probabile. Touch Up potrebbe rappresentare un incremento significativo delle capacità di editing di Google Foto, purché il gigante del tech sappia equilibrare facilità d’uso, affidabilità tecnica e responsabilità sociale nella versione definitiva e ufficiale.