L’universo dei dispositivi con ampio display si prepara a una vera e propria rivoluzione, grazie a una nuova visione di multitasking che promette di ridefinire il modo in cui interagiamo con le applicazioni su tablet e device Android di grandi dimensioni.
Google, infatti, sta lavorando a un’estensione radicale del concetto di finestre mobili, già parzialmente esplorato con le “bolle” di Android 11, per offrire una gestione delle app più fluida, dinamica e produttiva.
Finora la funzionalità delle bolle era confinata all’ambito delle app di messaggistica, lasciando il resto dell’ecosistema Android a una più tradizionale organizzazione delle finestre. Tuttavia, con le ultime novità individuate nella build Android Canary 2510, il panorama si amplia notevolmente: ogni applicazione potrà essere trasformata in una floating bubble attraverso un semplice gesto, segnando così il passaggio da una feature di nicchia a un sistema di gestione delle finestre universale.
Il nuovo meccanismo, pensato per massimizzare l’intuitività, prevede che sia sufficiente trascinare l’icona dell’app dalla barra delle attività verso uno degli angoli inferiori dello schermo per generare una bolla galleggiante. L’attenzione di Google verso la user experience emerge anche dalla presenza di tutorial animati e guide interattive già integrate nella build di test, segno che l’azienda punta a rendere questa transizione il più semplice possibile per gli utenti dei dispositivi con display generosi.
Bubble bar e non solo: una nuova prospettiva per i tablet Android
Uno degli elementi più innovativi di questa evoluzione è senza dubbio la Bubble Bar, una dock laterale che appare automaticamente quando si trascina una finestra flottante sul bordo dello schermo. La barra può ospitare fino a cinque app recenti in formato bolla, permettendo di passare da un’attività all’altra in modo estremamente rapido, senza la necessità di tornare alla schermata principale o utilizzare il classico task switcher. Questo nuovo strumento rappresenta una risposta concreta alle esigenze di chi utilizza il tablet per lavoro o studio, offrendo una gestione multi-finestra molto più efficiente rispetto alle soluzioni attuali.
L’ampliamento dell’API apposita è una delle chiavi di volta di questa trasformazione. Con l’estensione dell’API a tutte le applicazioni, Google mira a colmare il gap tra l’esperienza desktop e quella mobile, portando sui dispositivi Android una produttività simile a quella dei computer tradizionali. Tuttavia, questa scelta introduce anche una serie di sfide tecniche: la gestione delle risorse di sistema, la sicurezza dei dati e la tutela della privacy diventano temi centrali, soprattutto considerando che non tutte le app sono progettate per operare in modalità finestra flottante. Sarà quindi fondamentale il ruolo degli sviluppatori, che dovranno decidere se e come supportare la nuova modalità per garantire un’esperienza coerente e sicura.
Per quanto riguarda la tempistica, i segnali raccolti suggeriscono che il debutto ufficiale di questa funzionalità potrebbe avvenire con il primo Quarterly Platform Release di Android 16, previsto per il 2026. Tuttavia, come spesso accade nel mondo dello sviluppo software, non si possono escludere eventuali ritardi che potrebbero posticipare il rilascio definitivo addirittura ad Android 17. La fase di test, accessibile attraverso canali dedicati, offre già oggi la possibilità di sperimentare le novità, ma con tutti i rischi tipici delle versioni preliminari.