Google ha deciso di riaprire le porte al settore della difesa. Dopo anni di cautela seguita alle proteste interne dei dipendenti, il colosso di Mountain View sta ora proponendo attivamente le sue tecnologie di Intelligenza Artificiale al Pentagono.
L’obiettivo è chiaro: integrare i modelli avanzati (come Gemini) nelle infrastrutture militari statunitensi, offrendo soluzioni per l’analisi rapida dei dati e la gestione operativa.
Il cambio di rotta: da Project Maven a oggi
Nel 2018, Google si trovò al centro di una tempesta mediatica e interna a causa del Project Maven, un programma che utilizzava l’IA per analizzare i filmati dei droni. Le proteste di migliaia di dipendenti costrinsero l’azienda a non rinnovare il contratto, segnando un apparente allontanamento dal settore bellico.
Oggi la situazione è radicalmente cambiata per due motivi principali: rivali come Microsoft e Amazon hanno continuato a stringere accordi miliardari con la difesa, rischiando di tagliare fuori Google da un mercato strategico, e l’avvento dell’IA generativa ha reso questi strumenti indispensabili non solo per “armi”, ma per la logistica, la cybersecurity e l’analisi di intelligence.
Cosa offre la nuova piattaforma?
La nuova proposta di Google al Dipartimento della Difesa (DoD) non riguarda armamenti autonomi (che violerebbero i principi etici dell’azienda), ma si concentra su:
- Analisi Dati Massiva: utilizzare l’IA per processare enormi quantità di documenti, immagini e video in secondi anziché giorni.
- Assistenti Virtuali Sicuri: piattaforme basate su Gemini in grado di rispondere a quesiti complessi, scrivere codice o tradurre comunicazioni in tempo reale, il tutto all’interno di un ambiente cloud sicuro e isolato.
- Logistica e Manutenzione: prevedere guasti ai veicoli o ottimizzare le catene di approvvigionamento militare.
Il confine etico
Nonostante il riavvicinamento, Google continua a sostenere di operare nel rispetto dei suoi “AI Principles“, pubblicati proprio dopo lo scandalo Maven. Questi principi vietano l’uso dell’IA per tecnologie che causino o facilitino direttamente danni fisici alle persone.
Tuttavia, la linea di demarcazione è sottile: fornire al Pentagono un “cervello” più veloce per analizzare il campo di battaglia offre inevitabilmente un vantaggio tattico, riaccendendo il dibattito su quanto la Silicon Valley debba essere coinvolta nelle operazioni militari.