Google testa i riassunti AI nelle news: giornalismo e informazione a rischio?

Google testa i riassunti AI nella sezione Discover: novità, impatti su editori, trasparenza delle fonti e affidabilità delle informazioni.
Google testa i riassunti AI nelle news: giornalismo e informazione a rischio?

La trasformazione dell’accesso alle notizie online è ormai una realtà tangibile: Google sta testando una nuova funzione che potrebbe ridefinire il modo in cui milioni di utenti si informano ogni giorno. Al centro di questa sperimentazione, avviata nella sezione Discover dell’app, troviamo riassunti AI che sostituiscono i tradizionali elenchi di link, trattenendo gli utenti nell’ecosistema del colosso di Mountain View e modificando profondamente la visibilità delle fonti giornalistiche.

La fase di test, attualmente limitata a un gruppo selezionato di utenti sia su dispositivi Android che iOS, rappresenta un vero e proprio laboratorio sull’informazione digitale. Gli utenti coinvolti non vedono più la classica lista di articoli con fonti immediatamente riconoscibili, ma si trovano di fronte a una sintesi prodotta dall’Intelligenza Artificiale che aggrega contenuti provenienti da molteplici fonti giornalistiche. Un dettaglio che non passa inosservato è che solo una fonte viene evidenziata con un link diretto, mentre le altre vengono celate dietro indicazioni generiche come “+1” o “+2”, rendendo più difficile risalire ai contenuti originali.

Discover e i riassunti AI: la questione trasparenza fonti

Questa nuova modalità di presentazione apre un dibattito cruciale sulla trasparenza delle fonti. Google sembra adottare un approccio selettivo, utilizzando raramente più di cinque fonti per ciascun riassunto, una strategia che si discosta nettamente da quanto avviene su piattaforme concorrenti come Perplexity Discover. Quest’ultima, infatti, basa le proprie sintesi su un numero molto più elevato di fonti – spesso oltre venti – anche se, paradossalmente, anche qui risulta complesso per l’utente individuare facilmente la provenienza delle informazioni.

Dal punto di vista della user experience, Google sostiene che l’adozione dei riassunti AI offrirà agli utenti un accesso più immediato e intuitivo alle tendenze in ambiti come intrattenimento e sport, facilitando il mantenimento dell’aggiornamento quotidiano. Tuttavia, dietro questa promessa di efficienza si celano preoccupazioni profonde da parte degli editori, i veri motori della produzione di contenuti originali.

Le tensioni tra innovazione e sostenibilità del giornalismo sono già emerse in modo evidente con l’introduzione delle AI Overviews nella Ricerca Google. I dati raccolti da una recente analisi del New York Post sono allarmanti: dopo il lancio di queste funzionalità, 37 dei 50 principali domini informativi hanno registrato cali di traffico anche del 40%. Per molti editori, la progressiva invisibilità dei propri contenuti rischia di tradursi in una drastica riduzione dei ricavi pubblicitari e di compromettere la stessa sopravvivenza di un giornalismo di qualità.

Un altro nodo fondamentale riguarda l’affidabilità delle informazioni proposte dagli algoritmi. Le sintesi AI non sono esenti da errori: casi di informazioni imprecise o fuorvianti hanno già suscitato interrogativi sulla capacità dell’AI  di rappresentare fedelmente le notizie, specialmente in assenza di criteri trasparenti per la selezione delle fonti. Il rischio è che si crei un circolo vizioso in cui la velocità di accesso prevale sulla qualità e sulla verifica dei fatti, con effetti potenzialmente dannosi per l’ecosistema informativo.

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