I Garanti privacy richiedono alcune modifiche a Google

Continua la stretta su Google da parte dei garanti della privacy europei. Il punto controverso riguarda sempre la nuova politica per la gestione dei dati personali degli utenti che la società di Mountain View ha unilateralmente adottato a part...

Continua la stretta su Google da parte dei garanti della privacy europei. Il punto controverso riguarda sempre la nuova politica per la gestione dei dati personali degli utenti che la società di Mountain View ha unilateralmente adottato a partire dal mese di marzo scorso (Domani la “nuova privacy” di Google. Chiesto uno stop).
Secondo i garanti europei, Google dovrebbe informare meglio gli utenti circa gli utilizzi delle informazioni conferite sui vari servizi online messi a disposizione dall’azienda ed, in generale, usare un atteggiamento più trasparente.

Adottando la nuova formula per la gestione della privacy, Google ha riunito sotto un unico ombrello tutte le condizioni d’uso e tutte le policy sulla gestione dei dati personali che in precedenza avevano valore nell’ambito di un singolo servizio. Una simile impostazione, ed è questo uno degli aspetti che hanno destato maggiore interesse da parte dei garanti, consentirebbe a Google di incrociare i dati e tracciare profili molto puntuali relativamente a ciascun utente.

Google usa i dati degli utenti raccogliendoli in maniera massiva e su larghissima scala, in alcuni casi senza il loro consenso, conservandoli a tempo indeterminato, non informando adeguatamente gli utenti su quali dati personali vengono usati e per quali scopi, e non consentendo quindi di capire quali informazioni siano trattate specificamente per il servizio di cui si sta usufruendo“, si legge in un comunicato del nostro Garante per la protezione dei dati personali. “Mountain View dovrebbe, in particolare, inserire informative privacy all’interno dei singoli prodotti, anche mediante dispositivi informatici; fornire informazioni accurate riguardo ai dati più a rischio, come quelli sulla localizzazione e quelli sui pagamenti on line; adattare le informative alle tecnologie mobili. Google dovrebbe chiarire agli utenti, inoltre, le finalità e le modalità di combinazione dei dati tratti dai vari servizi forniti e mettere quindi a punto strumenti per consentire agli utenti un più stretto controllo sui propri dati personali. A tale scopo, i Garanti raccomandano alla società di adottare meccanismi semplificati di “opt out” (opposizione al trattamento dei loro dati), sia che l’utente sia iscritto o meno ad un servizio, e di ottenere il consenso espresso degli utenti all’incrocio dei dati“.

La presa di posizione del Garante italiano ricalca sostanzialmente il parere delle altre autorità europee che si sono coordinate per rivolgersi ai rappresentanti di Google con un’unica voce.

Dalla società fondata da Larry Page e Sergey Brin è arrivato un immediato riscontro: “siamo fiduciosi che la nostra policy sulla gestione dei dati personali rispetti pienamente le normative europee“. I responsabili di Google da un lato si dichiarano certi che la soluzione implementata nei mesi scorsi sia già adeguata e dall’altro prendono tempo per esaminare i carteggi giunti dal Vecchio Continente.
Per il momento non ci sono sanzioni purtuttavia i garanti hanno richiesto diverse modifiche alle scelte operate da Google in materia di protezione dei dati personali stilando un elenco di aree d’intervento.
Stando a quanto emerso nelle scorse ore, Google avrebbe l’obbligo di fornire risposte puntuali entro 4 mesi al massimo.

Come controllare quali dati vengono memorizzati da parte di Google

Per verificare con esattezza quali dati, legati alla vostra identità, sono conservati da Google, è possibile fare riferimento all’apposita “Dashboard“. Raggiungibile cliccando qui (è necessario effettuare il login con le proprie credenziali), la “Dashboard” consente anche di verificare quali dati, relativi alla propria identità ed alle attività espletate in Rete, sono in possesso del colosso di Mountain View. Tra le informazioni consultabili, infatti, vi è anche la lista delle ricerche effettuate utilizzando il motore di ricerca ed un’opzione che consente di annullarne, in futuro, la memorizzazione e quindi la conservazione sui server di Google.
Più prodotti Google l’utente è solito impiegare, maggiore è il quantitativo di dati che i server della società fondata da Page e Brin memorizzeranno: cronologia delle ricerche, posta elettronica, blog e siti informativi consultati, video visualizzati su YouTube, attività, elenchi di acquisti, “news alerts”. La “dashboard”, termine che in italiano può essere tradotto come “cruscotto”, “pannello di controllo”, offre una panoramica completa su queste informazioni.

Va osservato che i dati conservati da Google e relativi alle operazioni espletate dall’utente utilizzando i servizi della società fondata da Larry Page e Sergey Brin sono associati ed associabili ad una specifica persona e quindi ad un determinato indirizzo e-mail solo se lo stesso utente, possessore di un account, risulta “loggato” (allorquando, in una qualsiasi delle pagine di Google, motore di ricerca compreso, nell’angolo in alto a destra compaia l’indirizzo di posta elettronica dell’utente; da qui, la pratica seguita dai più “smaliziati” che consiste nell’effettuare il login solo quando strettamente necessario…).

Dal momento che alcuni fruitori dei servizi di Google potrebbero non essere a conoscenza, ad esempio, della presenza della funzionalità Cronologia web – che registra tutte le ricerche effettuate in Rete – illustriamo brevemente ove sia possibile recuperare tutte le informazioni in merito.
Per visionare la Cronologia web eventualmente memorizzata, è necessario effettuare il login alla “Dashboard” quindi cliccare sul link Gestisci account quindi su Vai alla cronologia web, in basso (in alternativa si può raggiungere la medesima schermata usando questo link diretto). Da qui è possibile verificare subito se Google abbia o meno conservato informazioni relative alle ricerche via a via operate.

Chi volesse sospendere la memorizzazione delle informazioni relative alle ricerche condotte su Google, può cliccare sull’apposito pulsante. In alternativa, è possibile eliminare singoli elementi o tutte le informazioni sin qui registrate sui server dell’azienda.

E’ possibile effettuare un’operazione identica anche nel caso di YouTube rimuovendo l’intera cronologia. Dalla “Dashboard” basta cliccare su Gestisci impostazioni sulla privacy, in corrispondenza della voce YouTube, selezionare Gestione video nella barra degli strumenti, su Pause viewing history quindi su Cancella tutta la cronologia visualizzazioni. Da “Cronologia delle ricerche“, si potrà fare clic su Sospendi cronologia delle ricerche e su Cancella tutta la cronologia delle ricerche.

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