Indossava gli occhiali Google Glass in un cinema, arrestato

Che in molti guardino con sospetto ai Google Glass non è una novità.

Che in molti guardino con sospetto ai Google Glass non è una novità. L’idea degli occhiali per la realtà aumentata è senza dubbio molto interessante ma sono piuttosto diffusi i timori che i Google Glass (così come altri analoghi dispositivi indossabili) possano diventare irrispettosi dell’altrui privacy.
Per evitare buona parte delle critiche, Google ha infatti deciso di inibire l’utilizzo di funzionalità di riconoscimento facciale da parte delle applicazioni. Purtuttavia, alcune aziende hanno già iniziato ad effettuare alcuni esperimenti rendendo chi indossa i Google Glass in grado di raccogliere informazioni sull’identità e sugli interessi delle altre persone, prima ancora di avviare un colloquio: NameTag porta il riconoscimento facciale su Glass e dispositivi mobili.
Nel caso di NameTag non è ancora chiaro se i Google Glass siano stati sottoposti a procedura di rooting ma è implicito che gli occhiali per la realtà aumentata possano aprire sconfinate possibilità.

Dagli Stati Uniti arriva la notizia che un Glass Explorer ossia uno di quegli utenti che, per primi, hanno deciso di accaparrarsi gli occhiali di Google, è stato bloccato da alcuni agenti dell’FBI e sottoposto ad interrogatorio.
La sua unica “colpa” sarebbe stata quella di indossare i Google Glass durante la proiezione di una nuova pellicola cinematografica (“Jack Ryan: l’iniziazione“). Le forze di polizia sarebbero state chiamate dalla direzione del cinema dopo che il personale aveva notato l’uomo indossare gli occhiali di Google.
Gli agenti avrebbero letteralmente strappato i Google Glass dal viso del giovane statunitense per poi condurlo al vicino commissariato per un interrogatorio durato addirittura un’ora.

Il motivo dell’operazione? I gestori del cinema avrebbero ritenuto che il giovane stesse filmando illecitamente il film, utilizzando i suoi Google Glass. Temendo che la pellicola potesse andare sui circuiti peer-to-peer o comunque essere diffusa in Rete, sarebbe stata allertata la polizia.
Inutile dire che il trattamento ricevuto dal Glass Explorer sia del tutto fuori luogo, accertato che non era stato neppure commesso alcun tipo di reato.

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