Intel critica AMD: vecchia tecnologia spacciata per nuova

Intel critica la nomenclatura di AMD e la scelta di utilizzare tecnologie di precedente generazione per alcuni sui processori più recenti. Ma è un approccio che anche la società di Santa Clara in parte adotta.

Ha sollevato un vespaio di polemiche la decisione di Intel di punzecchiare la rivale AMD con un documento, dal titolo Core Truths. Facendo un sunto del contenuto apparso online nelle scorse ore, l’azienda di Santa Clara sostiene che AMD sta commercializzando prodotti di vecchia generazione facendoli passare per chip aggiornati. Intel critica AMD parlando di “olio di serpente” e utilizzando, nel suo documento, immagini di venditori di auto usate.

Il file PDF preparato da Intel sembra però una trovata di marketing piuttosto che una critica costruttiva nei confronti della concorrenza. Anche perché, a ben guardare, la stessa società guidata da Pat Gelsinger utilizza tecniche simili a quelle che mette alla berlina.

Intel contesta l’utilizzo della tecnologia AMD Zen 2 in alcuni processori recenti destinati al mercato dei dispositivi mobili

Nel suo playbook, Intel fa esplicito riferimento al recente processore per dispositivi mobili AMD Ryzen 5 7520U di AMD, criticando il fatto che utilizza l’architettura Zen 2 del 2019, pur sfoggiando la nomenclatura Ryzen 7000 (che farebbe pensare a un chip molto più recente).

Intel critica anche il nuovo schema di denominazione di AMD per i suoi prodotti mobili della serie Ryzen 7000 e parla di “mezze verità” che la società di Sunnyvale avrebbe riservato ai suoi clienti.

Questo punto è certamente meritevole di qualche considerazione. Se si prende in esame proprio il chip Ryzen 5 7520U, il numero “2” conferma proprio che il processore è basato sull’architettura Zen 2. Se il chip fosse basato su un’architettura più recente, come Zen 3/Zen 3+, nella stessa posizione del nome del modello compartirebbe “3”; nel caso di Zen 4 figurerebbe il numero “4”.

Anche Intel utilizza “tattiche” simili

Per onestà intellettuale, va detto che anche Intel utilizza uno schema simile a quello adottato dalla concorrente AMD. Si prendano ad esempio le CPU Raptor Lake di 13esima generazione: Intel ha riutilizzato i die dei chip Alder Lake di 12esima generazione sui Core i3 e sui Core i5 di fascia più bassa. Di fatto, si è trattato di un “re-branding” dei precedenti Alder Lake.

Nel caso dei più recenti chip di 14esima generazione, i Raptor Lake Refresh non si mettono in evidenza per un valore IPC (instructions per cycle) più elevato rispetto ai corrispondenti dispositivi di precedente generazione. L’unica differenza consiste in una revisione “minore” del processo costruttivo Intel 7 che offre lo spazio per un leggero incremento delle frequenze di clock.

Si tratta di un comportamento che deve sorprendere? Sinceramente no. Anche perché con questo tipo di approccio i produttori di chip cercando di massimizzare l’efficienza produttiva.

Vale allora la pena criticare ciò che fa la concorrenza usando questi argomenti? Ancora una volta, a nostro avviso, no. Ed è forse proprio per questo motivo che, nel frattempo, dopo aver pubblicato il documento Core Truths sul suo sito Web ufficiale, Intel sembra averlo già rimosso.

Ancora una volta, sempre secondo noi, non sono queste le strategie di marketing che aiutano a battere la concorrenza. Anzi, documenti come quello apparso online nelle scorse ore possono trasformarsi, nella maggior parte di casi, in pericolosi autogol.

Cosa s’intende per olio di serpente?

È un modo di dire che non ci appartiene. Tuttavia, l’espressione olio di serpente, per indicare prodotti o pratiche considerati fraudolenti, ingannevoli o privi di efficacia, è piuttosto comune Oltreoceano.

L’espressione olio di serpente ha origini storiche legate a pratiche mediche ingannevoli utilizzate in passato. Nel XIX e all’inizio del XX secolo, durante un’epoca in cui le conoscenze mediche e scientifiche erano limitate, alcuni venditori ambulanti proponevano rimedi miracolosi a base di olii, spesso dichiarando che contenessero estratti di serpenti o altre sostanze esotiche.

Questi venditori facevano affermazioni esagerate sulle proprietà curative dei loro prodotti, spesso senza alcuna prova scientifica. Il termine olio di serpente è perciò diventato un simbolo di inganno e frode nel campo della medicina e non solo.

L’immagine in apertura è tratta dal documento Core Truths di Intel.

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