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Nonostante l’evoluzione costante del design e della tecnologia Apple, il sistema operativo macOS continua a custodire, spesso in silenzio, frammenti tangibili della lunga storia dei Mac. Con macOS 26 “Tahoe”, il cambiamento più visibile consiste nell’aggiornamento delle icone dei dischi. Un piccolo dettaglio grafico che, in realtà, cela molto di più.
Addio a un’icona storica: il disco rigido Macintosh HD
Dopo oltre vent’anni di onorato servizio, l’icona Macintosh HD viene ufficialmente sostituita. Con la versione beta di macOS 26 Tahoe, Apple ha introdotto una nuova rappresentazione visiva per l’unità di sistema: non più un disco rigido meccanico, ma una stilizzazione di un’unità a stato solido (SSD), coerente con l’hardware attuale. Il cambiamento appare naturale: i Mac hanno adottato gli SSD come standard già dalla fine degli anni 2000. Gli hard disk sono ormai un ricordo del passato.
Tuttavia, questa sostituzione rappresenta anche un punto di rottura simbolico: l’icona originale, introdotta nel 2000 durante le beta pubbliche di Mac OS X, ha resistito a numerose revisioni di sistema, da Yosemite a Big Sur. Con la nuova grafica adottata in Tahoe, Apple chiude idealmente un ciclo visivo iniziato oltre due decenni fa.
Perché alcuni simboli del passato resistono in macOS?
Nonostante l’addio all’hard disk, numerosi altri elementi del passato Mac continuano a esistere silenziosamente nel sistema. Nel percorso /System/Library/CoreServices/CoreTypes.bundle/Contents/Resources
, una directory poco nota ma fondamentale per il funzionamento grafico di macOS, sono ancora presenti centinaia di icone legacy.
Alcune rappresentano hardware Apple storico, altre portano con sé i fantasmi del software di un’epoca ormai tramontata:
- Logo PowerPC
- Connettori SCSI, ADB, Ethernet (AAUI), porte modem, S-video
- Simboli provenienti dal vecchio Newton OS: icone per note, extra, date e “undo”. Newton era un dispositivo PDA (Personal Digital Assistant) sviluppato da Apple negli anni ’90.
- Apple Guide, Balloon Help, dischetti da 3,5″ e 5,25″
- Il logo QuickTime originale, l’orologio “busy watch”,…
- Diversi modelli di Mac iconici: iMac G4, iBook G4, Titanium PowerBook, Xserve, Mac mini G4
Apprezzabilissimo il lavoro svolto da Cameron Kaiser che ha rispolverato le vecchie icone dei Mac, riportandole in superficie e presentandole una per una.
Perché queste icone sono ancora lì? Alcune ipotesi puntano a motivazioni legali: la presenza continuativa nel sistema operativo potrebbe rafforzare i diritti dell’azienda d i Cupertino e impedire usi impropri da parte di terzi. Altri adducono una giustificazione tecnica: ad esempio, i server di rete che si identificano come vecchi modelli potrebbero utilizzare queste icone per un’identificazione visiva più coerente.
Icone obsolete, ma ancora vive: la memoria grafica di macOS
Un esempio interessante è la tipografia Apple Symbols, che contiene numerosi glifi ormai fuori standard. Molti di questi non sono mappati come codici Unicode e non sono direttamente copiabili, ma restano accessibili tramite strumenti avanzati come Ultra Character Map.
Si tratta di un archivio dimenticato che ospita ancora simboli come il Mac compatto “confuso”, con un punto interrogativo lampeggiante, e l’icona del reset, usata sui primi Mac in caso di crash. Apple, insomma, non ha mai realmente “fatto pulizia” tra le risorse grafiche di macOS.
L’eredità dei primi Mac, dei PowerBook e delle tecnologie ormai dismesse, sopravvive come tessuto connettivo invisibile. A differenza di Microsoft, che mantiene la compatibilità con le applicazioni Win32 da decenni, Apple ha tagliato i ponti con molte vecchie architetture (come Carbon e PowerPC). Eppure, il sistema operativo trattiene meticolosamente frammenti visivi di quelle stesse epoche che ha da tempo abbandonato.