Linux Foundation e Google: gli agenti AI si parleranno grazie al protocollo A2A

Nel 2025 Google ha annunciato A2A (Agent2Agent), un protocollo per favorire la collaborazione tra agenti AI autonomi. Ideato per superare la frammentazione del settore, A2A consente a questi agenti di riconoscersi, comunicare e collaborare in ambienti multi-piattaforma. Adesso il progetto passa sotto il controllo della Linux Foundation.

Gli agenti AI autonomi sono sistemi intelligenti progettati per operare in modo indipendente, prendere decisioni, apprendere dall’ambiente e interagire con altri agenti o esseri umani senza supervisione costante. Dotati di capacità avanzate, questi agenti sono in grado di perseguire obiettivi specifici, adattarsi a situazioni dinamiche e collaborare tra loro per svolgere compiti complessi. Annunciato da Google ad aprile 2025, in collaborazione con 100 aziende di primo piano, A2A (Agent2Agent) è un protocollo pensato per permettere agli agenti AI autonomi di riconoscersi a vicenda, stabilire connessioni sicure, scambiarsi dati strutturati in modo affidabile, collaborare all’interno di ecosistemi complessi e multi-piattaforma.

L’obiettivo è superare l’attuale frammentazione nel mondo degli agenti intelligenti, promuovendo uno standard interoperabile capace di connettere agenti provenienti da vendor differenti, siano essi open source, enterprise o embedded in soluzioni cloud.

A2A: il passaggio strategico da Google alla Linux Foundation

A distanza di pochi mesi dalla presentazione di A2A, Google decide di trasferire il progetto alla Linux Foundation, ente noto per la sua gestione neutrale di iniziative tecnologiche open source di rilevanza globale, che l’ha accolto sotto la sua ala.

Il trasferimento del progetto A2A alla Linux Foundation è stato motivato da Google come una decisione per “evitare il lock-in di un singolo fornitore” e “favorire lo sviluppo guidato dalla comunità“. La Linux Foundation, in quanto organismo no-profit e tecnologicamente neutrale, rappresenta il terreno ideale per coltivare un’infrastruttura interoperabile tra agenti autonomi, favorendone l’adozione industriale su larga scala.

Thomas Kurian, CEO di Google Cloud, ha dichiarato: “Abbiamo trasferito A2A alla Linux Foundation per garantire uno sviluppo neutrale e guidato dalla comunità. Più di 100 aziende supportano già il protocollo, comprese tutte le principali realtà cloud (hyperscaler)“. Tra i sostenitori del progetto figurano giganti del settore tecnologico come Amazon Web Services (AWS), Microsoft, Cisco, Salesforce, SAP e ServiceNow.

Jim Zemlin, direttore esecutivo della Linux Foundation, ha espresso entusiasmo per l’iniziativa: “A2A rappresenta un tassello fondamentale per la produttività della prossima generazione di agenti intelligenti. La nostra governance garantirà coerenza, sostenibilità e collaborazione aperta nel lungo periodo“.

Verso un ecosistema di agenti interoperabili

Il futuro dell’AI sembra sempre più fondato sulla cooperazione tra agenti intelligenti distribuiti, autonomi e adattivi. Il protocollo A2A può quindi diventare il cuore di ecosistemi AI modulari, abilitando casi d’uso avanzati.

Ad esempio, si possono costruire automazioni inter-piattaforma tra agenti distribuiti su cloud differenti, disporre la co-creazione di contenuti tra agenti verticali che collaborano vicendevolmente (i.e. diagnosi medica e assistenza clienti), è possibile garantire la sicurezza e la tracciabilità nelle interazioni tra AI autonome, attivare integrazioni in ambienti edge con agenti capaci di apprendere e comunicare in modo dinamico.

Conclusioni

Il passaggio del protocollo A2A da Google alla Linux Foundation segna un’importante novità: dalla centralizzazione all’apertura, dalla proprietà privata alla governance comunitaria.

A2A ha ora il potenziale per diventare lo standard de facto nella comunicazione tra agenti intelligenti, in un contesto in cui interoperabilità, sicurezza e neutralità saranno le basi dell’ecosistema AI del futuro.

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