Massiccio attacco DDoS mette fuori uso i server del software Blender

Il sito del software Blender e i suoi server in grande difficoltà: ecco cos'è successo e dove scaricare l'app da fonti alternative.
Massiccio attacco DDoS mette fuori uso i server del software Blender

Attraverso un annuncio sul proprio sito ufficiale, la società che si occupa del software di progettazione 3D Blender ha confermato di essere sotto attacco DDoS (Distributed Denial of Service) da diversi giorni.

A partire dallo scorso 18 novembre, i server dell’azienda hanno dovuto far fronte a oltre 240 milioni di richieste d’accesso e, nonostante alcune misure adottate per mitigare l’offensiva, i servizi forniti sono stati bloccati.

Stando a quanto affermato dal COO di Blender, Francesco Siddi, sono stati bloccati diversi indirizzi IP impegnati nell’attacco ma, a fronte di un numero di attacchi in un tempo alquanto limitato, neanche gli enormi sforzi degli amministratori hanno potuto evitare il down dei server. Di fatto, per diverso tempo il sito di Blender non è stato raggiungibile e, quando un utente tentava di accedervi, riceveva un messaggio di errore del tipo pagina non disponibile.

Solo in seguito, adottando il filtraggio fornito da CloudFlare, sito e servizi sono tornati gradualmente attivi.

Siti e server Blender in difficoltà: ecco dove scaricare il software

Blender è un software molto diffuso e apprezzato da chi crea animazioni, grafica ed effetti visivi in 3D. Proprio per questo motivo, l’attacco DDoS ha disorientato molti utenti. A tal proposito, comunque, è bene ricordare come il software sia disponibile ufficialmente su Steam (la piattaforma dedicata al gaming di Valve) così come su Microsoft Store o GitHub.

Per quanto riguarda la provenienza dalla campagna, al momento non si hanno notizie certe e, a quanto pare, la società non ha ricevuto ancora alcuna richiesta di riscatto.

Tutto ciò dimostra ancora una volta quanto gli attacchi DDoS siano una minaccia concreta per qualunque sito Web e qualunque piattaforma operi online. Nonostante le precauzioni che molte aziende prendono in tal senso, questa strategia adottata dai cybercriminali risulta una delle più difficili da affrontare.

Fonte: techradar.com

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