Microsoft "corrompe" gli utenti: crediti gratis se usano Edge

Chi cerca Chrome, ma resta su Edge, vince 1300 punti Microsoft Rewards che può convertire in buoni regalo equiparabili al contante.
Microsoft

L’ennesimo tentativo di Microsoft di spingere gli utenti ad adottare il browser Edge ha portato all’ennesima, accesissima, polemica contro il gigante di Redmond che, questa volta, è accusato di tentare di corrompere” gli utenti.

La pietra dello scandalo è una pubblicità che appare in Edge in determinati casi specifici e ha fatto infuriare Google, in primis, e poi anche la Browser Choice Alliance (lobby alla quale partecipano Google, Opera, Vivaldi, Wavebox, BrowserWorks e Midori).

Edge: la pubblicità che corrompe gli utenti

Il gioco di Microsoft è semplice: da alcuni giorni ogni volta che un utente cerca, tramite Edge, informazioni su Google Chrome viene mostrato nel browser di Microsoft un annuncio in cui si invita l’utente a restare su Edge, in cambio di credito sul Microsoft Store, ben 1300 punti Microsoft Rewards.

Questi punti possono essere regalati ad una ONG, per beneficienza, ma anche usati sul Microsoft Store per acquistare buoni regalo Xbox e, persino, possono essere scambiati in buoni regalo Amazon.

Secondo i concorrenti è corruzione

Che non si tratti di una mossa molto elegante nei confronti di Google Chrome e degli altri browser concorrenti di Microsoft Edge è chiarissimo, ma secondo la Browser Choice Alliance si tratterebbe di una vera e propria tentata corruzione dell’utente:

Invece di competere sui meriti e lasciare che gli utenti decidano il browser più adatto alle loro esigenze, Microsoft ora li corrompe con la promessa di punti Microsoft Rewards che hanno un valore monetario reale. Microsoft dovrebbe schierarsi dalla parte degli utenti invece di espandere la sua campagna per minare la scelta dei consumatori ed escludere i browser concorrenti.

La lobby guidata da Google, per questi motivi, ha annunciato azioni legali in USA affinché Microsoft desista da questi e da altri comportamenti ritenuti illegali. Le accuse contro Microsoft, infatti, vanno ben oltre la questione dei punti in regalo:

Nell’ultimo decennio, Microsoft ha utilizzato una serie di tattiche mutevoli, tra cui dark pattern e interfacce utente fuorvianti, per distorcere la scelta degli utenti e impedire ai consumatori di accedere in modo affidabile al loro browser preferito o di impostarlo come predefinito. Di fronte alla reazione negativa dei consumatori, anziché consentire loro di scegliere liberamente quale browser utilizzare, Microsoft si limita a rispondere adottando nuove tattiche progettate per raggiungere lo stesso obiettivo. Ciò ostacola la scelta dei consumatori e mina la libera e leale concorrenza. È ora che le autorità di regolamentazione intervengano.

 

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