Mozilla critica le modalità di distribuzione di Apple Safari

Il CEO di Mozilla, John Lily, ha criticato aspramente la decisione di Apple di forzare il download del browser web Safari attraverso l'applicazione "updater" installata, sui sistemi Windows, insieme con l'applicazione iTunes o con QuickTime.

Il CEO di Mozilla, John Lily, ha criticato aspramente la decisione di Apple di forzare il download del browser web Safari attraverso l’applicazione “updater” installata, sui sistemi Windows, insieme con l’applicazione iTunes o con QuickTime.
I commenti di Lily sono taglienti e bollano come poco corretta l’iniziativa di Apple che potrebbe, almeno inizialmente, guadagnare una buona fetta di mercato a discapito, ad esempio, di Firefox ma che è destinata a perdere la fiducia degli utenti.
Sebbene sia possibile disattivare l’opzione che, di fatto, dà il via all’installazione di Safari, Lily osserva come la maggior parte degli utenti si limiti a premere il pulsante Installa senza realizzare quanto accaduto.
Stando a quanto dichiarato da Lily, Apple installerebbe un software che, nella maggior parte dei casi, non è richiesto da parte dell’utente. “Questa è una pratica scorretta che si avvicina alle metodologie usate per la distribuzione di malware” ha aggiunto Lily.

Non tutti sono però d’accordo con quanto spiegato da Lily. Joe Wilcox, profondo conoscitore dell’ambiente Microsoft, ha apostrofato come ridicole alcune delle asserzioni. “La tattica impiegata da Apple per la distribuzione di Safari è assolutamente cristallina. La società di Steve Jobs sta cercando di scardinare il monopolio del browser di Microsoft” ha spiegato Wilcox aggiungendo: “Apple sta facendo leva sulla sua base di utenza iTunes per proporre l’installazione di Safari. Una parola descrive questo comportamento: competizione”.

Dopo le accuse mosse da Mozilla, arriva un’altra bordata nei confronti del browser Safari. Un ricercatore ha individuato due pericolose vulnerabilità di sicurezza – indicate da Secunia come “altamente critiche”; ved. questa pagina – che, se sfruttate, potrebbero consentire ad un aggressore di eseguire codice nocivo sul sistema dell’utente. Si tratta delle prime falle di sicurezza scoperte nel neonato Safari 3.1.

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