Neon Mobile paga utenti per registrare le chiamate: rischi per la privacy

Neon Mobile paga gli utenti per registrare le chiamate e vende le registrazioni a società di intelligenza artificiale. Esperti avvertono sui rischi legali, sulla reale efficacia dell'anonimizzazione e sulle potenziali frodi derivanti dall'uso improprio dei dati vocali.
Neon Mobile paga utenti per registrare le chiamate: rischi per la privacy

Negli ultimi giorni, il panorama digitale americano è stato scosso dall’ascesa fulminea di Neon Mobile, un’applicazione che promette di rivoluzionare il concetto di privacy e monetizzazione dei dati personali. La piattaforma offre agli utenti la possibilità di guadagnare fino a 30 centesimi al minuto semplicemente acconsentendo alla registrazione chiamate effettuate tramite l’app. Un’opportunità apparentemente semplice e vantaggiosa, che tuttavia solleva una serie di interrogativi etici, legali e di sicurezza tutt’altro che trascurabili.

In cima alle classifiche

In una sola settimana, Neon Mobile ha scalato le classifiche dell’App Store statunitense, passando dalla posizione 476 al secondo posto nella categoria Social Networking. Il suo successo si basa su una proposta tanto innovativa quanto controversa: permettere agli utenti di ricevere un pagamento utenti per ogni minuto di conversazione registrata, sia tra utenti della stessa piattaforma che con numeri esterni, arrivando a promettere fino a 30 dollari al giorno. Il modello di business ruota attorno alla raccolta e successiva commercializzazione di dati vocali, destinati a società che sviluppano sistemi di intelligenza artificiale.

Il funzionamento è semplice: una volta installata l’app, l’utente acconsente a che le proprie conversazioni telefoniche vengano registrate. Le registrazioni, secondo quanto dichiarato dall’azienda, vengono sottoposte a un processo di anonimizzazione volto a eliminare dati sensibili come nomi e numeri di telefono. Solo il lato della conversazione dell’utente che utilizza l’app viene registrato, e le informazioni raccolte vengono poi cedute a realtà che operano nell’ambito dell’AI, per addestrare algoritmi sempre più sofisticati nel riconoscimento e nell’interpretazione della voce umana.

La privacy

Ma quanto è davvero chiaro il consenso fornito dagli utenti? Esperti legali, come Jennifer Daniels dello studio Blank Rome, mettono in guardia: in molti stati americani, la legge richiede il consenso esplicito di tutte le parti coinvolte in una chiamata per procedere alla registrazione chiamate. Tuttavia, la frammentazione delle normative tra i vari stati crea una vera e propria “zona grigia” normativa, che Neon Mobile sembra sfruttare a proprio vantaggio. L’app, infatti, non notifica automaticamente i destinatari delle chiamate quando queste vengono registrate, lasciando potenzialmente ignari coloro che partecipano alla conversazione.

Le implicazioni dal punto di vista della privacy sono molteplici e tutt’altro che banali. Come sottolinea Peter Jackson, esperto di cybersecurity presso Greenberg Glusker, la disponibilità di grandi archivi di dati vocali apre la strada a rischi di abuso considerevoli. Tra questi, la possibilità di creare cloni vocali in grado di ingannare sistemi di sicurezza basati sulla voce, perpetrare truffe telefoniche, phishing o persino impersonificare le vittime in contesti sensibili. In un’epoca in cui la voce rappresenta sempre più spesso una vera e propria “impronta digitale”, la cessione di tali dati assume una rilevanza che va ben oltre il semplice compenso economico.

Dal punto di vista normativo, la situazione appare particolarmente complessa. Negli Stati Uniti, la regolamentazione varia notevolmente da stato a stato, rendendo difficile stabilire regole univoche per la gestione delle registrazione chiamate. In Europa, invece, il GDPR impone vincoli molto stringenti sul trattamento dei dati biometrici, tra cui rientrano a pieno titolo i dati vocali. Tuttavia, resta ancora da chiarire in che modo queste norme si applichino alle registrazioni raccolte e successivamente vendute per scopi di addestramento dei modelli di intelligenza artificiale.

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