Netflix vuole usare più AI nelle sue produzioni

Il Co-CEO di Netflix, Ted Sarandos, annuncia agli azionisti che l'uso dell'AI nelle produzioni di film e serie TV crescerà in futuro: ecco chi rischia veramente il posto di lavoro.
Netflix vuole usare più AI nelle sue produzioni

In una lettera inviata agli investitori ieri, martedì 21 ottobre, Netflix ha dichiarato che in futuro userà in modo esteso l’AI all’interno delle sue produzioni, sia film che serie TV, ma che questo non sarà un danno per attori e registi. Lo stesso concetto è stato ribadito, nello stesso giorno, dal co-CEO Ted Sarandos durante una chiamata con gli investitori. Netflix, insomma, afferma di voler sfruttare in pieno le possibilità offerte dai nuovi modelli di generazione di testi e video basati sull’AI generativa.

Netflix punta sull’AI

Sarandos, l’estate scorsa, aveva più volte affermato che l’AI applicata all’industria audiovisiva può aiutare molto a rendere il lavoro migliore, oltre che più economico.

All’epoca si riferiva alla possibilità di “pre-visualizzare” le scene e pianificare le riprese. Già prima, a inizio 2025, Netflix aveva ammesso di aver usato l’AI per le riprese della serie Sci-Fi L’Eternauta, in particolare per la scena in cui crolla un edificio a Buenos Aires.

Sarandos aveva lodato questo metodo di lavoro, affermando che per realizzare quella scena c’era voluto un tempo 10 volte inferiore rispetto al tradizionale metodo di produzione.

L’AI non ti rende un buon sceneggiatore

Allo stesso tempo, però, il capo di Netflix nega che l’AI verrà usata per penalizzare attori, registi e altre figure chiave dell’industria cinematografica. Agli investitori, infatti, Sarandos ha spiegato che “Ci vuole un grande artista per realizzare qualcosa di grande… AI può dare ai creativi strumenti migliori per aumentare la loro esperienza in TV e nel cinema in favore dei nostri iscritti, ma non ti rende automaticamente un grande sceneggiatore se non lo sei“.

La posizione di Netflix, quindi, è che l’AI verrà usata per migliorare il lavoro delle maestranze del cinema e non per sostituirlo. E’ chiaro, però, che i potenti sindacati di Hollywood (SAG-AFTRA in primis) a questa teoria ci credono poco perché il rischio è che, prima o poi, gran parte del loro lavoro verrà sostituito dal lavoro di un algoritmo.

Anche perché, va detto anche questo, non tutte le produzioni di Netflix (e di ogni altra piattaforma) sono delle “grandi storie che richiedono grandi protagonisti“: nei cataloghi delle piattaforme di streaming, infatti, ci sono anche tanti film e serie TV mediocri fatti da artisti mediocri. Ed è proprio qui che l’AI potrebbe scalzare gli umani, facendo il loro lavoro.

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