Il New York Times (NYT) ha intentato una causa contro Perplexity, accusando la startup di intelligenza artificiale di violazione di copyright per l’uso non autorizzato e la distribuzione illegale dei suoi contenuti protetti.
L’azione legale, depositata presso il tribunale federale del Distretto meridionale di New York, rappresenta l’ultimo capitolo di una battaglia legale sempre più ampia tra i detentori di copyright e le aziende di intelligenza artificiale. Perplexity, fondata nel 2022 da Aravind Srinivas, è meglio conosciuta per il suo motore di ricerca che utilizza l’IA per fornire risposte dirette agli utenti.
La denuncia del New York Times
Il quotidiano statunitense sostiene che Perplexity abbia estratto e duplicato parti sostanziali dei suoi articoli, inclusi contenuti soggetti a paywall, per generare risposte che competono direttamente con il giornale. Secondo la causa, Perplexity offre ai propri utenti “prodotti commerciali che sostituiscono quelli del Times, senza autorizzazione né compenso”.
Il NYT ha riferito di aver contattato Perplexity più volte nell’arco di diciotto mesi per chiedere la cessazione dell’uso non autorizzato, ma i tentativi di ricomposizione non avrebbero sortito effetti. Oltre alla violazione diretta, il NYT ha evidenziato un danno alla propria autorevolezza: il motore di ricerca, basato sull’IA, avrebbe generato diverse “allucinazioni” attribuendo al giornale informazioni false o fuorvianti.
Jesse Dwyer, responsabile della comunicazione di Perplexity, ha risposto paragonando l’azione legale alle cause intentate storicamente dagli editori contro nuove tecnologie come la radio, la televisione e internet, commentando che fortunatamente “non ha mai funzionato“.
Gli altri guai giudiziari di Perplexity
Il procedimento legale avviato dal New York Times si inserisce in un quadro di crescenti problemi legali per Perplexity. Giovedì scorso, anche il Chicago Tribune ha intentato una causa contro la startup, accusandola di violazione del diritto d’autore per aver estratto e distribuito i suoi contenuti senza autorizzazione.
Accuse simili erano state avanzate anche lo scorso anno da Dow Jones, proprietaria di testate come il Wall Street Journal. Questa battaglia contro Perplexity è solo un esempio dell’aumento delle contese legali nel settore dell’IA, che conta ormai oltre quaranta procedimenti legali soltanto in America.
Il NYT stesso è già coinvolto in una causa parallela avviata nel dicembre 2023 contro OpenAI e Microsoft, per aver presumibilmente utilizzato milioni di suoi articoli senza permesso per addestrare i modelli di intelligenza artificiale.