OpenAI API, cosa cambia con le nuove modalità di addebito

Gli sviluppatori, i professionisti e le aziende che usano le OpenAI API sono da oggi chiamati ad acquistare in anticipo i crediti necessari per le elaborazioni IA sul cloud.

Il prodotto di OpenAI più famoso su scala planetaria è senza ombra di dubbio ChatGPT. Tuttavia, gli sviluppatori che ogni giorno si avvalgono dei benefici derivanti dall’utilizzo dei modelli generativi, spesso fanno leva sulle caratteristiche delle OpenAI API. Si tratta, come d’altra parte suggerisce il nome, di interfacce di programmazione semplificate che permettono di integrare strumenti di intelligenza artificiale nelle proprie applicazioni, senza necessariamente possedere competenze specialistiche in materia di IA e machine learning.

Cosa sono e a che cosa servono le OpenAI API

Le OpenAI API possono essere utilizzate per generare testo in modo automatico, ad esempio per scrivere descrizioni di prodotti, generare contenuti per i social media o creare risposte personalizzate da trasferire ai chatbot aziendali.

Altre API, sempre integrate nel “pacchetto” fornito dall’azienda di Sam Altman, possono essere utilizzate per tradurre il testo da una lingua all’altra, per l’analisi del testo (ad esempio per classificare i commenti degli utenti, rilevare le opinioni o estrarre informazioni rilevanti), per creare meccanismi evoluti in grado di elaborare quesiti complessi. Uno schema particolarmente adatto per la realizzazione di applicazioni di assistenza clienti e supporto tecnico.

La pagina OpenAI Developer Platform mette tuttavia in evidenza come il programmatore possa realizzare applicazioni di IA multicanale combinando l’elaborazione di testi con quella di immagini e messaggi vocali, potendo inoltre beneficiare di meccanismi di computer vision.

A settembre 2023, OpenAI diceva che ChatGPT è diventato in grado di vedere, leggere e ascoltare: la nuova sfida nel campo dell’IA, infatti, è proprio quella di combinare le abilità di più modelli specializzati per arrivare a una soluzione unica, capace di gestire campi applicativi ancora più vasti e sfaccettati.

OpenAI API: il loro utilizzo deve essere prepagato

Fino a ieri, gli sviluppatori interessati a utilizzare le API di OpenAI ricevevano il conteggio delle spese da sostenere a fine mese. L’azienda guidata da Sam Altman non si discosta da un approccio “a consumo” ma d’ora in avanti chiede che gli utenti acquistino in anticipo i crediti che utilizzeranno poi successivamente.

La conferma è arrivata con un’email ufficiale inviata agli utenti del servizio. La comunicazione chiarisce le nuove “regole del gioco” spiegando che è possibile acquistare crediti facendo riferimento al proprio account quindi cliccando su Settings, Billing nella colonna di sinistra.

La novità introdotta da OpenAI nella gestione dei pagamenti riguarda esclusivamente l’utilizzo delle API e del Playground. OpenAI Playground è una piattaforma online che consente agli utenti di esplorare i modelli e fare esperimenti. La piattaforma offre un’interfaccia interattiva che permette agli utenti di caricare, addestrare e testare modelli di IA in diversi contesti, come ad esempio il riconoscimento di immagini o il linguaggio naturale.

Leggendo tra le righe, si percepisce la volontà di OpenAI di non essere più pagata a valle della fornitura dei servizi più evoluti. I costi che l’azienda affronta quotidianamente per tenere in piedi l’intera infrastruttura sono colossali: per questo, evidentemente, preferisce il pagamento anticipato.

Chi ha acquistato un piano di abbonamento a ChatGPT Plus, che consente di usare i modelli generativi (GPT) più evoluti, offre risposte più rapide, l’accesso a plugin e nuove funzionalità, non è invece in alcun modo interessato dal cambiamento appena descritto da OpenAI.

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