Nel panorama sempre più competitivo dell’Intelligenza Artificiale, assistiamo a un momento cruciale che ridefinisce gli equilibri di mercato.
OpenAI ha annunciato un “codice rosso” interno, una dichiarazione di emergenza che segnala come il vantaggio costruito negli anni precedenti sia ora sotto pressione. La società ha sospeso diverse iniziative strategiche: la pubblicità, gli agenti AI per salute e shopping, e l’assistente personale Pulse. Contemporaneamente, una nota interna di Sam Altman, ha dato istruzioni per concentrare risorse e talenti sulle prestazioni immediate di ChatGPT, una mossa che rivela le priorità ricalibrate dell’azienda di fronte a una sfida senza precedenti.
Gemini guadagna terreno: le preoccupazioni di OpenAI
Il catalizzatore di questo riassestamento strategico è Google, che sta accelerando con Gemini 3, un modello lanciato a metà novembre 2025 che ha rapidamente scalzato i competitor nella classifica LMArena, considerata il benchmark più affidabile del settore. La crescita degli utenti attivi della famiglia Gemini è stata impressionante: da 450 milioni in luglio a 650 milioni in ottobre 2025, rappresentando un incremento del 44% in soli tre mesi.
Ciò che rende questa competizione ancora più significativa è il riconoscimento pubblico di personalità influenti del settore. Marc Benioff, CEO di Salesforce, ha commentato senza ambiguità il salto qualitativo di Gemini 3, dichiarando: “I’m not going back. The leap is insane.” Questo tipo di endorsement non è semplicemente una preferenza tecnica, ma segnala un cambiamento fondamentale nella percezione di quale sia il modello leader nel mercato.
La riorganizzazione annunciata da Sam Altman rappresenta, sostanzialmente, un’ammissione implicita che il vantaggio competitivo accumulato in anni di predominio si sta erodendo rapidamente. La velocità di innovazione di Google ha invertito il sentiment tra sviluppatori e commentatori specializzati, trasformando la narrativa da “leader indiscusso” a “sfidante da contenere”.
Numeri che spiegano le mosse strategiche
I dati numerici forniscono una lente quantitativa su questa trasformazione qualitativa. L’aumento di 200 milioni di utenti attivi in tre mesi non è solo una metrica di crescita: rappresenta uno spostamento massiccio di fiducia e adozione verso i prodotti di Google. Il posizionamento di Gemini 3 nelle classifiche tecniche di LMArena ha ulteriormente consolidato questa percezione, creando un effetto rete dove gli sviluppatori iniziano a preferire la piattaforma che ritengono tecnicamente superiore.
Tuttavia, dietro questo conflitto tecnico emerge una questione ancora più profonda: il modello di business sostenibile. Mentre Google può contare su flussi di ricavo miliardari provenienti dalla pubblicità e su un’infrastruttura già consolidata, OpenAI affronta costi infrastrutturali enormi con margini ancora incerti. Una valutazione stimata di 500 miliardi di dollari non corrisponde necessariamente a redditività consolidata, soprattutto considerando gli impegni significativi verso fornitori cloud e produttori di semiconduttori.
La disparità nei modelli di ricavo sottolinea come la vera sfida sia di natura strategica e finanziaria, non solo tecnologica. Google ha la capacità di investire in ricerca e sviluppo sostenendo eventuali perdite nel breve termine grazie ai suoi flussi pubblicitari. OpenAI, al contrario, deve dimostrare una strada verso la profittabilità in tempi più brevi.
Gli effetti collaterali di una corsa accelerata
Il rinvio di progetti strategici a medio-lungo termine — come gli assistenti specializzati in sanità e commercio — rappresenta un doppio rischio calcolato. Se Gemini 3 mantenesse il vantaggio competitivo, questi ritardi potrebbero rivelarsi fatali. Se invece OpenAI riuscisse a recuperare con il suo nuovo modello di ragionamento, i rinvii potrebbero risultare ingiustificati e costosi in termini di opportunità.
Gli osservatori del settore sottolineano come LMArena, pur essendo un benchmark pratico e affidabile, non catturi completamente aspetti critici come sicurezza e robustezza dei sistemi a livello enterprise.
Il nuovo modello di ragionamento in via di sviluppo presso OpenAI rappresenta la risposta tattica alla sfida posta da Gemini 3. Tuttavia, la vera domanda rimane sospesa: una competizione a questo ritmo e con questi investimenti è realmente sostenibile nel lungo termine? Il “codice rosso” di Sam Altman è meno una soluzione definitiva che il riconoscimento di una nuova era nel mercato dell’AI, dove il vantaggio tecnologico non è più permanente e dove i cicli d’innovazione continuano ad accelerarsi verso l’ignoto.