OpenAI vuole sfidare Google con un nuovo sistema di ricerca sul Web?

Ricerca sul Web? Microsoft e OpenAI starebbero lavorando su una piattaforma per spodestare Google: ecco cosa è trapelato.
OpenAI vuole sfidare Google con un nuovo sistema di ricerca sul Web?

Stando a quanto riferito sul portale The Information, OpenAI avrebbe intenzione di sviluppare un nuovo servizio di ricerca sul Web, sfruttando le solide fondamenta offerte da Bing.

Sebbene non è noto se e come tale progetto possa coinvolgere ChatGPT, sembra che la compagnia specializzata nell’Intelligenza Artificiale sia a lavoro su tale obiettivo da più di un anno, con una sinergia sempre più stretta che coinvolge il motore di ricerca di Microsoft.

Il modello linguistico progettato dalla società di Sam Altman, in origine, aveva evidenti limiti per quanto riguarda l’accesso alle informazioni del Web. In tal senso, l’integrazione con Bing a marzo 2023 ha portato a una vera e propria rivoluzione del settore. Di fatto, il connubio tra IA e motori di ricerca sembra destinato a riservarci diverse sorprese anche in futuro.

OpenAI e Microsoft insieme per contrastare Google: presto un nuovo modo di effettuare le ricerche online?

Nonostante si sappia ancora molto poco del progetto, The Information ipotizza come il nuovo servizio di ricerca coinvolgerà direttamente Microsoft.

Allo stesso tempo, però, è bene tenere sempre presente che Google non sta di certo a girarsi i pollici. Il colosso di Mountain View, infatti, sta migliorando costantemente l’esperienza di ricerca attraverso l’IA generativa. A livello pratico sembra ben difficile che Google vedere la sua posizione predominante a rischio, perlomeno nel breve periodo.

Quella che al momento è però una semplice voce di corridoio, di sicuro, non sarà presa alla leggera visto l’enorme potenziale dimostrato da OpenAI con ChatGPT (e non solo). Se a ciò aggiungiamo la potenza di un gigante tecnologico come Microsoft, le potenzialità per mettere i bastoni tra le ruote a Big G.

Nel frattempo, però, OpenAI deve anche fare i conti con diversi problemi legali. Lo stesso Garante della Privacy italiano, giusto qualche giorno fa, si è mosso per alcuni meccanismi non propriamente limpidi di ChatGPT.

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