Perché 30 minuti di scrolling sullo smartphone al mattino ti rovinano la giornata

L’uso del telefono appena svegli innesca circuiti dopaminici che riducono la concentrazione e aumentano ansia e stress. Eliminare questa abitudine per soli 3 giorni porta a più energia, chiarezza mentale e tempo ritrovato, trasformando radicalmente la qualità della giornata.

C’è un gesto che milioni di persone compiono senza pensarci, appena aprono gli occhi: allungare la mano verso il comodino, sbloccare lo schermo dello smartphone e iniziare a scorrere notifiche, feed e social. “Sono solo 30 minuti, cosa vuoi che sia?”, ci diciamo. Eppure, per molti, quei 30 minuti sono il vero sabotatore della giornata.

La neuroscienza ci spiega che il cervello al mattino è particolarmente plastico (significa che il cervello è in uno stato di maggiore ricettività e flessibilità; le reti neurali sono più predisposte a formare nuove connessioni; l’apprendimento, la memorizzazione e la creatività possono essere facilitati): i livelli di cortisolo sono alti e l’attenzione è più acuta. Proprio per questo ciò che facciamo nei primi minuti dopo il risveglio “imposta” il resto della giornata. Scorrere il telefono subito appena svegli innesca un “circuito dopaminico” che ci abitua a cercare stimoli veloci, brevi e compulsivi. Il risultato? Difficoltà a concentrarsi sulle attività più lunghe e impegnative.

Niente schermo prima di andare a letto, ma anche subito dopo il risveglio

È già cosa piuttosto nota che l’uso degli schermi elettronici prima di andare a letto non favorisce l’addormentamento. Anzi, la luce blu emessa dai display può bloccare la produzione di melatonina, l’ormone che regola il sonno, alterando così il ritmo sonno-veglia e peggiorando la qualità del riposo. Inoltre, l’attivazione cognitiva e l’esposizione a stimoli e notifiche attivano il cervello in modo non adatto al rilassamento serale.

Per quanto riguarda l’uso del telefono appena svegli, vari studi spiegano che controllare immediatamente lo smartphone appena alzati, specialmente restando a letto, stimola troppo rapidamente e intensamente il cervello, funzionando come un interruttore che “spegne e riaccende” all’improvviso. Questa stimolazione emotiva e cognitiva precoce aumenta la produzione di cortisolo (l’ormone dello stress), alterando i bioritmi. Può causare ansia, tensione emotiva, irritabilità, e anche mal di testa durante la giornata.

Il cervello non ha tempo di attivarsi gradualmente al risveglio ed è sommerso da informazioni spesso banali o negative che generano stress e tecnostress.

Sensazione di stanchezza già prima di iniziare

Il problema principale è che l’organismo ha bisogno di una gradualità di risveglio per i propri meccanismi cerebrali. Lo smartphone invece dà uno stimolo brusco e precoce, facendo passare troppo repentinamente il cervello dalla fase creativa del sonno alla fase servile e reattiva della giornata. Inoltre, l’abitudine di usare il telefono da subito crea una dipendenza comportamentale che porta a una sovrastimolazione mentale continua.

Il professor Piero Barbanti, neurologo e responsabile presso l’IRCCS San Raffaele spiega che controllare il telefono subito dopo il risveglio equivale a sommergere il cervello di informazioni, inducendolo a correre subito dietro a stimoli che potrebbero e dovrebbero invece essere evitati.

Non a caso, molti utenti raccontano di aver ridotto drasticamente il tempo complessivo passato al telefono semplicemente evitando l’impatto iniziale al risveglio. È come se la prima scelta mattutina condizionasse tutto il resto.

L’esperimento dei 3 giorni: piccolo impegno, grande svolta

Non si contano le persone concordi sulla medesima testimonianza: bastano 3 giorni senza telefono al mattino per percepire subito un deciso cambiamento. Dopo la prima settimana, la differenza diventa evidente: più energia, maggiore lucidità e meno “dipendenza dallo scrolling” sullo smartphone durante la giornata.

Il cervello sembra ricalibrare i suoi bisogni: se non riceve la “scarica” di dopamina al risveglio, tende a richiederne meno anche nelle ore successive. In altre parole: rinunciando a quei 30 minuti, si guadagnano ore di tempo e qualità di vita.

Non basta la forza di volontà: serve un sistema che renda più difficile le “ricadute”. Ecco alcune tecniche emerse dall’esperienza di chi ce l’ha fatta:

  • Telefono fuori dalla camera da letto: usare una sveglia tradizionale al posto dello smartphone.
  • Stabilire un’azione da compiere prima di toccare il telefono (bere un bicchiere d’acqua, leggere una pagina di un libro, fare 2 minuti di stretching).
  • Soluzioni come “Brick” o app quali Cold Turkey e JOMO, aiutano a limitare l’uso mattutino del telefono.
  • Sostituire la routine: camminata, corsa, journaling, meditazione o anche solo una colazione consapevole.

Dal “tempo sprecato” al “tempo ritrovato”

Chi è riuscito a interrompere l’abitudine parla di trasformazioni profonde: dalla corsa quotidiana all’abitudine di leggere ogni giorno, fino a una maggiore produttività sul lavoro e una diminuzione dei livelli di ansia.

Un utente ha riassunto così il concetto: “Se inizi la giornata con la macchina della dopamina, il resto della vita sembrerà noioso. Ma se inizi con un gesto autentico, anche il resto della giornata diventa più autentico”.

La tecnologia è essenziale, ma come abbiamo spesso ricordato bisogna usarla con consapevolezza, certi di non perderne mai il controllo.

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