Pirateria: come reagiscono gli utenti al blocco dei siti?

Il blocco dei siti è davvero efficace contro la pirateria? Arcom analizza i dati riguardo l'utilizzo di VPN e impostazioni DNS.
Pirateria: come reagiscono gli utenti al blocco dei siti?

Il blocco dei siti che favoriscono la condivisione di materiale che viola i diritti d’autore è ormai una consuetudine, ma questa misura così drastica ha effettivamente successo nel contrastare la pirateria?

Ad analizzare questo contesto è stata Arcom, un’agenzia antipirateria attiva sul territorio francese. Questa ha effettuato un sondaggio online con l’intento di comprendere quanti utenti, di fronte al blocco di un sito di questo tipo, cercano soluzioni alternative.

Il blocco dei suddetti domini viene considerata una pratica efficace in questo contesto, con Google che sostiene di aver rimosso circa 680 milioni di ricerche che riguardavano contenuti che violavano qualche forma di copyright nel solo 2022.

Arcom, in un documento intitolato The Use of Internet Security Tools for Unauthorized Access to Digital Goods (ovvero L’utilizzo di strumenti di sicurezza Internet per l’accesso non autorizzato ai beni digitali), ha riassunto una serie di dati specifici sull’efficacia o meno di queste misure.

Stando al rapporto, il 23% degli utenti francesi, con età superiore ai 15 anni, afferma di sapere che la modifica delle impostazioni DNS permette di aggirare i blocchi ai siti, mentre il 50% non conosce l’esistenza di tale opportunità.

Blocco dei siti per contrastare la pirateria? Efficace solo fino a un certo punto

Per quanto riguarda le Virtual Private Network (VPN) i numeri crescono. Il 42% dei partecipanti al sondaggio ha già utilizzato VPN in passato, mentre l’81% sostiene di conoscere questi strumenti.

Il report, riassumendo i vari dati statistici, ha dimostrato come nel 2023 il 35% dei francesi che frequentano la rete modificherà le impostazioni DNS o utilizzerà VPN per aggirare eventuali blocchi a siti. Di questi, però, il 66% ha ammesso l’utilizzo per aggirare il blocco di siti in ottica di attività illegali, mentre il 56% sostiene di utilizzare questi canali per proteggersi dai rischi della rete. Sebbene questi strumenti non siano riconducibili alla pirateria, vi è una parte dell’utenza che vede in essi una scappatoia per i blocchi.

Va ricordato che, scaricare software contraffatto non è solo illegale ma anche pericoloso. Questo, infatti, è uno dei vettori preferiti dai cybercriminali, come dimostrato da diverse campagne malware in passato.

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