Pixellare foto non serve: i testi si leggono comunque

Pubblicato su GitHub un progetto che permette di decodificare il contenuto dei testi pixellati sotto forma di immagini. Funziona molto bene e i risultati sono affidabili.

Esistono tante applicazioni installabili su desktop, sui dispositivi mobili o fruibili tramite browser web che permettono di pixellare foto per rendere illeggibili le informazioni raffigurate. Si pensi a un volto che non deve essere riconoscibile oppure a un testo da mantenere nascosto.

Per censurare parti di immagini e foto sono disponibili app come PhotoHide, Facepixelizer, Fotor e molte altre. I principali editor fotografici integrano la funzione pixeling come effetto da applicare su qualunque file.

Dan Petro, ricercatore presso Bishop Fox, azienda statunitense che si occupa di sicurezza informatica, ha dimostrato che è possibile leggere il testo nascosto nelle foto pixellate pubblicando anche il sorgente di un’applicazione che permette di compiere “la magia” e riportare alla luce le informazioni che si volevano mantenere segrete.

Tutto è nato da una sfida lanciata ad agosto 2021 da Jumpsec Labs: gli studiosi di tutto il mondo erano invitati a “depixellare” una lunga stringa di caratteri pubblicata in fondo all’articolo.
Petro ci è riuscito e con la collaborazione dei colleghi di Bishop Fox ha condiviso su GitHub il progetto chiamato Unredacter: basta sostituire il file secret.png con un file pixellato per verificare come è possibile riportare in chiaro il testo.

Mentre i ricercatori evidenziano come la tecnica del pixeling sia da considerare insicura per proteggere informazioni che si desiderano mantenere segrete, il modo migliore per proteggere alcuni degli elementi che compaiono in un’immagine consiste nell’applicare la classica “pecetta” opaca usando sempre un software di grafica e senza salvare il file in un formato che supporta l’uso dei livelli. L’immagine deve essere sempre trattata come immagine: non si deve lavorare con un word processor o un software per la modifica di file PDF. Nel caso dei documenti PDF, ad esempio, molti ancora oggi commettono l’errore che consiste nell’applicare una pecetta nera sopra i contenuti da nascondere non realizzando che stanno semplicemente aggiungendo un livello sopra al testo sottostante che continuerà a restare presente. Programmi come ABBYY FineReader se ne accorgono subito.

L’analisi di Petro è consultabile a questo indirizzo: ne consigliamo l’attenta lettura perché essa offre interessanti spunti di approfondimento.

Il team Google Brain aveva presentato in passato uno strumento innovativo per ricostruire le immagini pixellate grazie al deep learning e all’intelligenza artificiale ma è la prima volta che viene presentata una soluzione funzionante ed efficace per leggere i testi nascosti con il pixeling.
Esisteva già il progetto Depix, anch’esso ospitato su GitHub, ma secondo Petro non offrirebbe risultati affidabili negli “scenari reali”.

Un’immagine usata per le miniature di questo articolo è realizzata da Bishop Fox; l’altra è pubblicata su Pixabay.

Ti consigliamo anche

Link copiato negli appunti