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Se si parla di informatica, spesso le leggende nascono attorno a grandi innovatori, eventi epocali o prodotti rivoluzionari. Ma a volte, una semplice email può diventare il ricordo commosso e più prezioso di un’intera carriera. A raccontarlo è Steve Hayman, ex dipendente Apple ma, prima ancora, NeXT. Quest’ultima era la compagnia che Steve Jobs fondò nel 1985, subito dopo la sua uscita da Apple, che aveva fondato. L’azienda nacque con l’obiettivo di sviluppare e produrre computer ad alte prestazioni per il mercato dell’istruzione e delle imprese, ma si distingue soprattutto per l’innovazione nel design e nella tecnologia del software.
NeXTMail: uno degli aspetti più innovativi era proprio la gestione delle email
Hayman riporta l’orologio indietro nel tempo al mese di ottobre 1991, quando iniziò a lavorare in NeXT come system engineer. All’epoca, NeXT era una piccola realtà con circa 400 dipendenti nel mondo. Tuttavia, il fondatore Steve Jobs conferiva a NeXT una sorta di aura magnetica: chiunque nel settore sapeva che quel progetto rappresentava la visione post-Apple di uno dei più iconici imprenditori tecnologici del secolo.
Uno degli aspetti più evoluti del sistema operativo NeXT era NeXTMail, un componente software che supportava email con formattazione, font, allegati, suoni, e persino clip vocali. Una novità quasi impensabile in un’era dominata da messaggi testuali impartiti attraverso il terminale.
L’email di benvenuto che ricevemmo includeva un messaggio audio denominato Lip Service. Era il 1991, e sembrava il futuro (Steve Hayman).
La (pessima) idea di accaparrarsi steve@next.com
Ogni nuovo assunto, spiega oggi Hayman, riceveva un indirizzo email standard basato su nome e cognome. “Io ero shayman@next.com, Jobs ovviamente sjobs@next.com. Notai però che alcune persone più esperte avevano indirizzi alternativi più snelli, come un solo nome o soprannome. E fu allora che nacque il mio piccolo azzardo: compilai il modulo interno per farmi assegnare l’alias steve@next.com“. Scrive l’ingegnere.
L’alias fu attivato automaticamente, probabilmente senza nessun controllo “umano” circa la richiesta avanzata.
Nel giro di poche ore iniziarono ad arrivare email personali indirizzate a Steve Jobs. Da giornalisti, da partner aziendali, da sconosciuti convinti di contattare il fondatore.
Se Hayman non avesse richiesto la creazione di steve@next.com, tutti quei messaggi di posta sarebbero semplicemente tornati indietro, restituiti a ciascun mittente.
L’ingegnere afferma di non aver letto il contenuto dei messaggi ma dichiara di essere stato preso dal panico: “ho fatto una sciocchezza, mi licenzieranno“, pensò.
La risposta di Steve Jobs in persona: “grande idea”
Le ore passavano e Hayman, visto che era il fine settimana, decise di prendere il toro per le corna facendo in modo che le email in arrivo su steve@next.com a sjobs@next.com venissero inoltrate proprio sull’account di Jobs. Poi scrisse una nota all’indirizzo di Jobs e la spedì per email, riferendo l’accaduto con onestà e umiltà:
Ciao – sono nuovo qui. Ho fatto una sciocchezza e impostato l’alias steve@next.com su di me. È stata una pessima idea. Ora l’ho reindirizzato a te. Scusa per il disturbo. — Un nuovo assunto.
A stretto giro arrivò la risposta del numero uno di NeXT, l’unica che Hayman ha mai ricevuto direttamente da Steve Jobs nell’intera sua carriera:
Da: Steve Jobs
A: Steve Hayman
Great idea, thank you.
Una risposta essenziale, concisa, eppure capace di azzerare ogni preoccupazione. Hayman confessa oggi che da allora ha sempre pensato di incorniciare quella risposta, senza spiegare a nessuno di cosa si trattasse. “Sarà stata l’idea dell’iPod?” “Una piattaforma mobile con schermo touch?” No, solo un email alias rimesso a posto.
Hayman conclude la sua nota osservando che la sua carriera tecnologica è cominciata con un’email di Steve Jobs e si è conclusa con una da Tim Cook, dopo 32 anni di militanza in quella nota società di frutta, come direbbe Forrest Gump. “È una traiettoria che non avrei mai potuto immaginare quel giorno del ’91. Ma che mi ricorda quanto, nella tecnologia come nella vita, anche i piccoli momenti possano diventare indelebili”, chiosa il tecnico ex NeXT ed ex Apple.
Le immagini nell’articolo sono tratte dal post di Steve Hayman. Credit immagine in apertura: Md Mahdi.