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Il mercato dei processori per PC si trova di fronte a una nuova rivoluzione, grazie all’arrivo del Snapdragon X2 Elite Extreme, il nuovo SoC ARM di Qualcomm che promette di cambiare le regole del gioco in un settore dominato da architetture x86. Con una potenza di calcolo triplicata rispetto alla generazione precedente e una spinta notevole sulle capacità di intelligenza artificiale, il nuovo chip si candida come punto di riferimento per chi cerca prestazioni elevate, ma anche efficienza e innovazione. I primi benchmark, pubblicati dalla stessa Qualcomm, sono estremamente promettenti.
I primi benchmark di Snapdragon X2 Elite Extreme
Nel test Geekbench 6.5, il nuovo chip totalizza 4.080 punti in single-core, segnando un incremento del 39% rispetto al precedente Snapdragon X Elite, mentre in multi-core vola a 23.491 punti, lasciando indietro i 15.637 punti della generazione passata.
Il confronto con la concorrenza è particolarmente interessante. Nei dati forniti da Qualcomm, il Core Ultra 9 288V di Intel, attualmente tra i processori più performanti nel mondo x86, si ferma a circa 11.306 punti in multi-core, meno della metà rispetto al nuovo SoC ARM. Questo risultato segna un cambio di paradigma: per la prima volta, un chip non-x86 mostra numeri così distanti dai top di gamma tradizionali, aprendo la strada a nuove opportunità per il settore PC.
Non meno rilevante è il balzo in avanti sul fronte grafico. Nei test 3D Mark Solar Bay, la GPU Adreno integrata nello Snapdragon X2 Elite Extreme raggiunge i 90,06 fps, quasi il doppio rispetto ai 49,6 fps della generazione precedente. Un progresso notevole, che però porta con sé la questione della compatibilità driver: sebbene le prestazioni pure siano impressionanti, l’esperienza di gioco reale su Windows dipenderà fortemente dalla qualità e dall’ottimizzazione dei driver grafici.
Il vero asso nella manica del nuovo SoC è però la sua capacità di gestire i carichi di lavoro di intelligenza artificiale. La NPU Hexagon da 80 TOPS rappresenta un salto tecnologico significativo, come dimostrano i 4.151 punti ottenuti nel test Procyon AI Computer Vision, un valore superiore del 78% rispetto alla generazione precedente. Qualcomm sottolinea che il vantaggio sui chip Intel arriva fino a 5,7 volte, mentre rispetto all’Apple M4 il distacco sarebbe circa doppio. Questi numeri, se confermati nei test indipendenti, potrebbero fare la differenza in ambiti come il machine learning e l’elaborazione di dati complessi.
Non mancano, tuttavia, alcuni punti critici sollevati dagli analisti. In particolare, viene sottolineato come Qualcomm abbia scelto di confrontare il suo nuovo top di gamma con la versione base dell’Apple M4, tralasciando le varianti Pro e Max, più adatte a un paragone diretto. Inoltre, restano ignoti i dati relativi al consumo energetico e all’ottimizzazione software, due aspetti fondamentali per valutare la reale esperienza d’uso su dispositivi commerciali.
Le novità diSnapdragon X2 Elite Extreme
A differenza di quanto visto finora, la nuova piattaforma non si limita a un semplice upgrade, ma introduce una vera e propria svolta generazionale. Il cuore pulsante del Snapdragon X2 Elite Extreme è la CPU Oryon di terza generazione, che passa da 12 a ben 18 core, portando i risultati nei benchmark a livelli mai raggiunti prima da un processore ARM per PC.
La CPU Oryon dispone di 12 core ad alte prestazioni, capaci di raggiungere i 5,0 GHz, affiancati da 6 core efficienti per ottimizzare i consumi. La Adreno GPU lavora a una frequenza di clock fino a 1,85 GHz, mentre il supporto a memoria LPDDR5x fino a 128 GB su bus a 192 bit garantisce ampia flessibilità e velocità nelle applicazioni più intensive. Tutto questo è reso possibile da un avanzato processo produttivo a 3 nm, che contribuisce a ridurre i consumi e a migliorare l’efficienza energetica, oltre a offrire connettività di ultima generazione grazie al Wi Fi 7 e al modem 5G Snapdragon X75.