Riparazione chip AI in Cina: il mercato nero per aggirare restrizioni USA

In Cina cresce il mercato delle riparazioni di chip AI Nvidia H100 e A100 banditi dagli USA, spinto da contrabbando e forte domanda dei data center locali.
Riparazione chip AI in Cina: il mercato nero per aggirare restrizioni USA

La Cina sfida le restrizioni imposte dagli Stati Uniti attraverso la riparazione di chip AI attraverso il mercato nero.

Mentre le tensioni commerciali tra Washington e Pechino si intensificano, la nazione asiatica ha dato vita a un sofisticato network di piccole aziende altamente specializzate nel recupero deichip AI. Da Shenzhen fino alle aree industriali più remote, almeno una dozzina di imprese si sono trasformate in veri e propri “ospedali per chip”, salvando dalla rottamazione migliaia di Nvidia H100 e Nvidia A100, componenti essenziali per l’addestramento AI e per lo sviluppo dei modelli linguistici di nuova generazione.

Queste officine non si limitano alle riparazioni superficiali, come la sostituzione di ventole o piccoli componenti periferici. Al contrario, le realtà più avanzate hanno investito nella creazione di vere e proprie sale server, capaci di ospitare fino a 256 unità, ricreando le condizioni operative tipiche di un data center. Qui ogni chip viene testato a fondo, garantendo che le GPU bandite possano tornare operative e performanti come in origine.

Ogni azienda recupera fino a 500 GPU al mese

I numeri raccontano una storia di successo: una singola azienda può riportare in vita fino a 500 GPU ogni mese, mentre la media del settore si attesta intorno ai 200 pezzi. Su scala nazionale, si stima che decine di migliaia di processori vengano recuperati ogni anno, con costi di intervento che rappresentano solo il 10% del valore di mercato del componente. Un vantaggio economico non trascurabile, che consente a università, startup e colossi tecnologici cinesi di mantenere attive le infrastrutture necessarie per l’addestramento AI.

Alla base di questo fenomeno si trova una rete efficiente e ben organizzata di contrabbando, che permette l’ingresso nel paese delle GPU più potenti, nonostante da tempo siano soggette a un severo embargo statunitense. La preferenza degli operatori cinesi resta saldamente orientata verso le Nvidia H100, considerate superiori rispetto alle H20, versione depotenziata che Nvidia può ancora esportare legalmente in Cina.

Il ruolo delle officine di riparazione dei chip è diventato centrale per la sopravvivenza e la competitività delle aziende cinesi nel campo dell’AI. In un momento in cui la capacità di calcolo rappresenta la chiave per la leadership tecnologica globale, queste realtà forniscono un’ancora di salvezza per chi sviluppa soluzioni di deep learning e modelli linguistici sempre più

Tuttavia, permangono alcune incertezze sul futuro di questa strategia. Nvidia stessa mette in guardia: senza il supporto ufficiale e senza infrastrutture adeguate, l’utilizzo delle GPU bandite potrebbe non essere sostenibile a lungo termine.

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