Shock Realme: smartphone con batteria da 15.000mAh promette 5 giorni di autonomia!

Realme anticipa un concept phone con batteria da 15.000 mAh, densità energetica elevata e ricarica ultraveloce a 320W. Il dispositivo punta a offrire un’autonomia fino a cinque giorni, mantenendo dimensioni simili a uno smartphone tradizionale.
Shock Realme: smartphone con batteria da 15.000mAh promette 5 giorni di autonomia!

Realme ha confermato che il 27 agosto presenterà il prototipo di uno smartphone equipaggiato con una batteria da 15.000 mAh, una capacità mai vista prima in un form factor paragonabile a quello di un normale telefono. Secondo i video di anteprima sin qui condivisi online, si tratterebbe comunque di un concept phone, dunque non necessariamente destinato alla vendita immediata. La promessa, però, è chiara: fino a 50 ore di riproduzione video e oltre cinque giorni di autonomia reale con una sola ricarica.

Si tratta di dati che, se confermati, ribalterebbero il paradigma attuale, dove anche i top di gamma faticano a superare le 24–36 ore di utilizzo intensivo.

Dal concetto alla realtà: una batteria fuori scala in un corpo “normale”

Tradizionalmente, batterie superiori ai 10.000 mAh sono state appannaggio dei dispositivi rugged, notoriamente ingombranti e meno maneggevoli. Il teaser pubblicato, invece, mostra un telefono che non sembra più spesso di un modello tradizionale. Questo dettaglio lascia intendere l’impiego della tecnologia all’anodo di silicio annunciata dall’azienda a inizio anno, capace di aumentare la densità energetica mantenendo dimensioni e peso contenuti.

Il dato tecnico più rilevante emerso dal concept precedente da 10.000mAh riguarda infatti la densità energetica, pari a 887 Wh/L, ben oltre quella delle batterie attualmente in commercio. Una simile architettura consente non solo di ridurre lo spessore, ma anche di migliorare la stabilità termica e la longevità delle celle.

Architettura e ricarica ultraveloce

Non meno interessante è la questione della ricarica. Realme ha già dimostrato, con il precedente prototipo da 10.000 mAh, la compatibilità con la tecnologia 320W SuperSonic Charge, capace – secondo l’azienda – di portare un dispositivo dallo 0 al 100% in appena 4 minuti e 30 secondi. Questo significa che, almeno in teoria, anche una batteria enorme come quella da 15.000 mAh potrebbe essere ricaricata in tempi straordinariamente ridotti, trasformando radicalmente l’esperienza d’uso quotidiana.

L’architettura “Mini Diamond”, adottata nel prototipo di maggio scorso, mira a distribuire meglio il calore durante la ricarica ad altissima potenza, evitando rischi di surriscaldamento e degrado prematuro delle celle. È probabile che lo stesso approccio sia stato adottato nel nuovo concept.

mAh non è tutto: perché dovremmo parlare di Wh

Il dato “15.000 mAh” ha un forte impatto comunicativo, ma non è il modo migliore per valutare l’energia di una batteria. Il mAh (milliampere-ora) misura la carica elettrica che la batteria può erogare, ma non tiene conto della tensione a cui viene fornita. Per questo motivo, i tecnici preferiscono il Wh (wattora), che rappresenta l’energia effettivamente disponibile:

Energia(Wh)=Capacità(Ah)×Tensione(V)

Un esempio: una batteria da 15.000 mAh a 3,8 V (tensione comune per una cella Li-ion su smartphone) equivale a 57 Wh. Per confronto, un laptop ultraportatile ha spesso batterie fra i 50 e i 60 Wh, mentre un iPhone 15 Pro Max si ferma a circa 17 Wh.

La batteria Realme avvicinerebbe lo smartphone all’autonomia di un computer portatile, ma in un corpo che dalle immagini non appare più spesso di un telefono tradizionale.

Correnti e tensioni in gioco: la sfida della ricarica

Realme dovrebbe abbinare la nuova batteria al suo sistema SuperSonic Charge da 320W. Tale potenza è compatibile con USB-C, ma richiede valori estremi (fino a 28 V in termini di tensione, picchi di corrente pari a 12 A). Per confronto, una normale ricarica rapida da 67W (molto diffusa oggi) lavora a 11 V / 6,1 A.

La vera sfida, perciò, non è tanto fornire la potenza, quanto gestire l’efficienza della conversione interna, per ridurre le perdite di calore; la stabilità chimica delle celle, che devono reggere cicli ad alta intensità senza degradarsi; la sicurezza, poiché a quelle correnti basta poco per surriscaldare o danneggiare i materiali attivi.

Autonomia vs. fotocamere: cosa vuole davvero l’utente?

Quando si parla di smartphone capaci di garantire un’elevata autonomia, alcuni utenti considerano la multicamera imprescindibile, preferendo 10.000 mAh e tre obiettivi rispetto a 15.000 mAh con un’ottica sola. Altri, invece, sostengono che la maggior parte degli utenti non sfrutta più di una fotocamera e che un’autonomia di giorni interi sarebbe più utile.

C’è poi il tema della diversa percezione dell’autonomia a seconda della nazione. Nei Paesi dove si viaggia molto in auto, i telefoni si ricaricano facilmente in movimento; in altri contesti, soprattutto nei mercati emergenti o in zone con connessioni mobili intensive, avere giorni di autonomia diventa un vantaggio enorme.

È quindi probabile che un dispositivo mobile con batteria da 15.000 mAh possa avere un impatto commerciale maggiore in Asia e in India che in Europa o negli USA.

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