/https://www.ilsoftware.it/app/uploads/2023/11/signal-costi-app-messaggistica.jpg)
Nella giornata di lunedì, l’app di messaggistica Signal ha annunciato una serie di implementazioni a dir poco interessanti.
Tra di esse spiccano senza ombra di dubbio i call links (ovvero link di chiamata), che permettono al software di entrare di diritto nel contesto delle piattaforme di videoconferenza, sfidando Google Meet e Zoom.
I due servizi appena citati, sebbene possano avvalersi di un notevole vantaggio su Signal, rispetto a quest’ultima app non possono vantare su un ecosistema così focalizzato su privacy e sicurezza. Come propria filosofia, Signal attua diverse strategie per proteggere i dati personali degni utenti.
Come riportato sul blog ufficiale, i call links sono disponibili con l’ultima versione del software, disponibile tanto per mobile (Android e iOS) quanto in ambiente desktop.
I call links pongono Signal come diretto concorrente di Zoom e Google Meet
Come specificato sul blog della piattaforma, gli utenti possono condividere un link per avviare una chiamata con chiunque. Al ricevente basta il tocco sul display dello smartphone o il clic da un computer per unirsi alla chiamata, sia essa singola o di gruppo.
Proprio nel contesto delle videochiamate di gruppo, Signal ha introdotto anche alcune funzioni già presenti da tempo nelle app concorrenti, come emoji, un pulsante per alzare la mano e richiedere l’attenzione e altre piccole aggiunte che vanno a migliorare l’esperienza utente nel suo complesso.
Signal ha introdotto le chiamate vocali private con crittografia end-to-end nell’ormai lontano 2014 e, proprio l’utilizzo di questa tecnologia, rende l’app ideale per effettuare videoconferenze con un livello di sicurezza difficili da raggiungere per i competitor.
Nonostante le ottime premesse, l’app è stata anche al centro di diverse polemiche nel corso degli ultimi anni. Dai botta e risposta con Pavel Durov, CEO di Telegram, fino al recente caso che ha visto il servizio attingere ai dati dei clienti per addestrare i propri sistemi AI.