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Nel panorama della tecnologia domestica, si sta per assistere a una svolta epocale: a partire da ottobre, Google introdurrà Gemini, come sostituto ufficiale dell’Assistente Google nei sistemi di smart home. Questo annuncio ha generato grande fermento tra gli utenti, molti dei quali commentano con entusiasmo la promessa di una tecnologia finalmente capace di comprendere davvero le esigenze quotidiane, superando i limiti dei sistemi precedenti.
La decisione della compagnia di Mountain View di affidare la gestione degli dispositivi connessi domestici a Gemini non nasce dal caso. Negli ultimi anni, la crescente diffusione delle soluzioni di smart home ha messo in luce numerose criticità del vecchio assistente, tra cui una certa rigidità nell’interpretazione dei comandi vocali, difficoltà nell’esecuzione di automazioni complesse e, non da ultimo, una percepita inaffidabilità nelle routine quotidiane.
Tali problematiche hanno spinto Google a rivedere radicalmente la propria strategia, puntando su un’AI in grado di offrire un’interazione più naturale e personalizzata.
Dall’Assistente Google a Gemini: la smart home abbraccia l’AI
Il vero punto di forza di Gemini risiede nella sua capacità di comprendere il linguaggio naturale. Mentre con l’Assistente Google era spesso necessario memorizzare comandi precisi e denominazioni specifiche dei dispositivi, ora sarà possibile esprimere richieste come “abbassa tutte le luci tranne quella del corridoio” o “accendi il riscaldamento in soggiorno tra un’ora”, lasciando che sia l’AI a interpretare le sfumature contestuali e ad agire di conseguenza.
Il percorso che ha portato all’adozione di Gemini è stato tutt’altro che improvvisato. Già nell’ultimo anno, Google aveva iniziato a integrare alcune funzionalità della sua nuova AI nell’app Google Home, testando le sue capacità in scenari controllati. I risultati ottenuti hanno evidenziato una netta superiorità nell’elaborazione di comandi articolati rispetto al vecchio assistente, convincendo l’azienda ad accelerare la transizione verso una gestione completamente affidata alla nuova AI.
Nonostante l’entusiasmo, la fase di transizione non sarà priva di sfide. Alcuni utenti hanno già segnalato incertezze nella gestione di scenari particolarmente complessi, come l’integrazione simultanea di più calendari o il passaggio istantaneo tra lingue diverse. Resta inoltre da chiarire la suddivisione tra le funzionalità offerte gratuitamente e quelle che richiederanno un abbonamento premium, un aspetto che potrebbe influenzare le scelte di molti utenti e la diffusione di Gemini all’interno delle smart home.
Per chi ha costruito negli anni un ecosistema di routine e automazioni personalizzate sull’Assistente Google, il cambiamento rappresenta sia un’opportunità che una sfida. La possibilità di sfruttare un’AI più avanzata apre scenari inediti nella gestione quotidiana della casa, ma comporta anche la necessità di adattare o ricreare alcune delle routine esistenti, almeno nella fase iniziale di accesso anticipato che prenderà il via a ottobre.