Tecnologia DRM spunta in Android WebView: Google mette da parte WEI

La notizia più importante è certamente la decisione Google di accantonare il progetto Web Environment Integrity (WEI): i dispositivi degli utenti non saranno oggetto di un processo di attestazione remota. Uno schema simile è adesso introdotto a livello di Android ViewView: vediamo cos'è e a che cosa serve.

Google, di fronte alle critiche ricevute da più parti, ha annunciato che interromperà lo sviluppo di una controversa tecnologia che sulla carta avrebbe dovuto concretizzarsi in un sistema per combattere le frodi online ma che secondo i più somigliava a una tecnologia DRM (Digital Rights Management) per i siti Web.

La soluzione proposta dall’azienda di Mountain View si chiama(va) Web Environment Integrity (WEI): avrebbe introdotto un meccanismo di attestazione remota. Tutti coloro che non usano dispositivi e browser Web “approvati” avrebbero potuto essere automaticamente esclusi dalla visita di siti Web e servizi online. Si pensi ad esempio ai terminali sottoposti a rooting, all’utilizzo di software non ufficiali o modificati, all’impiego di browser Web meno famosi.

Google presenta una sorta di tecnologia DRM per Android WebView

Android WebView, come abbiamo visto in un altro articolo, è un componente che gli sviluppatori possono utilizzare per integrare le principali funzionalità di un browser nelle loro applicazioni. Spesso, infatti, un’app Android ha la necessità di effettuare il rendering del contenuto di una pagina Web: ecco, WebView viene incontro proprio a questa necessità.

Dopo la bordata di critiche ricevute rispetto allo sviluppo di WEI, Google ha deciso di accantonare il progetto annunciando però l’intenzione di concentrarsi sull’API Android WebView Media Integrity. Si tratta di un meccanismo che offre una forma di attestazione remota simile a WEI focalizzandosi però solamente sulle integrazioni del componente WebView nelle app Android.

L’obiettivo è fornire agli sviluppatori di contenuti multimediali la garanzia che i loro asset, come i media in streaming, siano sempre visualizzati nelle applicazioni autorizzate e non all’interno di app non attendibili messe a disposizione da soggetti terzi. Google spiega gli obiettivi dell’iniziativa nel suo articolo tecnico “Increasing trust for embedded media“.

I tecnici dell’azienda fondata da Larry Page e Sergey Brin puntualizzano che la funzionalità sarà disponibile su tutti i dispositivi Android che possono usare i Google Mobile Services (GMS). La stessa non è però destinata a essere estesa oltre i media incorporati nelle app, né al di là degli Android WebView.

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