Trapelata e-mail FBI: chiesta maggiore sorveglianza senza permesso cittadini

Una lettera dell'FBI rivelata da Wired evidenzia un nuovo modus operandi dell'agenzia che esorta i dipendenti a effettuare indagini.
Trapelata e-mail FBI: chiesta maggiore sorveglianza senza permesso cittadini

Secondo quanto riportato da Wired, è trapelata una lettera riservata dell’FBI nella quale l’agenzia governativa faceva una richiesta alquanto singolare ai suoi dipendenti. Gli stessi, a quanto pare, sono stati spinti a condurre operazioni di sorveglianza senza il mandato dei cittadini americani.

Il mittente del messaggio sembra essere il vicedirettore dell’FBI, Paul Abbate, e la stessa sarebbe stata inviata il 20 aprile. La data non sembra casuale, visto che lo stesso giorno il presidente Joe Biden ha firmato un nuovo disegno di legge che va ad ampliare il raggio d’azione della sorveglianza. Stando al contenuto dell’e-mail, Abbate avrebbe chiesto un “uso frequente” dei sistemi di sorveglianza proprio per giustificare la mossa del presidente.

Una parte del contenuto, infatti, riporta queste frasi: “Per continuare a dimostrare perché strumenti come questo sono importanti per la nostra missione, dobbiamo utilizzarli, ritenendoci anche responsabili di farlo correttamente e in conformità con i requisiti legali“.

Cosa intendeva il vicedirettore dell’FBI in questa e-mail?

Come appare evidente dall’iniziativa che ha coinvolto anche lo stesso presidente americano, non si parla di un ricorso selvaggio a intercettazioni e indagini invasive.

Secondo le nuove norme, infatti, il personale dell’FBI deve ottenere l’approvazione di un supervisore o di un avvocato dell’FBI prima di poter intraprendere azioni di questo tipo. L’intenzione di Abbate, a quanto pare, è quella di sfruttare in modo intenso questa opportunità.

Le procedure per avviare le indagini approfondite, di fatto, vengono approvate solo se possono aiutare a “Mitigare o eliminare una minaccia alla vita o a gravi danni fisici” di una o più persone.

Negli ultimi mesi l’FBI è scesa più volte in campo per contrastare fenomeni legati al cybercrimine. Uno dei casi più clamorosi in tal senso è quello legato al ransomware BlackCat, con l’agenzia governativa che ha bloccato il sito Web dei cybercriminali andando poi a rendere pubblico il decryptor per le vittime.

Fonte: arstechnica.com

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