Webmaster, attenzione alla struttura del sito web e alla link building interna

Uno studio appena pubblicato da SEMrush pone l'accento sull'importanza cruciale di una corretta link building interna. Come evitare che il potenziale del proprio sito web vada sprecato a fronte di problematiche banali e spesso facilmente risolvibili.

Disporre di un sito web che abbia una dote di link interni ben congegnata viene definita una vera e propria “miniera d’oro”. Ad affermarlo sono gli esperti di SEMrush che in spiegano il valore della link building interna e gli errori più comuni rilevati sui siti web.

Elena Terenteva spiega che per elaborare le conclusioni della sua ricerca SEMrush ha analizzato circa 150.000 siti web, 175 milioni di pagine e 15 miliardi di link univoci con il preciso obiettivo di scoprire la frequenza dei problemi di internal linking.
Lo studio SEMrush mette immediatamente in evidenza come molti siti web non riescano a sfruttare interamente il loro potenziale proprio a causa di errori che potrebbero essere risolti facilmente.

Cliccando qui e scorrendo la pagina fino alla fine si possono trovare tutti i suggerimenti per migliorare il posizionamento del proprio sito web sui motori di ricerca e quindi la sua visibilità sistemando i link interni.

Nonostante Google utilizzi ormai decine se non centinaia di “segnali” diversi per decidere a quali pagine web dare maggiore visibilità nelle SERP in risposta a ciascuna interrogazione degli utenti, alcuni fattori continuano a giocare un ruolo di primo piano rispetto agli altri.

Sappiamo che il PageRank resta il primo algoritmo di classificazione che Google ancora oggi utilizza, nonostante il prepotente ingresso dell’intelligenza artificiale, per valutare il numero e la qualità dei collegamenti a una pagina. In parole semplici, i link da pagine importanti si sommano all’autorità della pagina e i link provenienti da pagine non affidabili, di bassa qualità, diminuiscono l’importanza della pagina.

Il Crawl budget definisce il limite per la scansione di ciascun sito web da parte dei bot utilizzati dal motore di ricerca: “una link building fatta male può sprecare il tuo crawl budget, lasciando fuori dall’indicizzazione le pagine importanti del tuo sito web“, osservano gli esperti di SEMrush.

Con il termine Link Equity (cui ci si riferisce anche con l’espressione link juice) viene invece descritta la distribuzione del valore SEO da una pagina all’altra attraverso collegamenti ipertestuali che generano interconnessioni.

SEMrush rivela che il 42,5% dei siti web analizzati hanno link interni “rotti”, non più funzionanti o che puntano a risorse ormai non più esistenti. Problemi di questo tipo rendono il sito immediatamente di bassa qualità “agli occhi” di Google tanto che il problema viene considerato molto grave e una sua risoluzione aiuta a riguadagnare “punti” preziosi. “Persino un singolo link interrotto può essere di disturbo” sostiene SEMrush, anche quando la pagina ne contenesse 20-100 perfettamente validi.

In proporzione anche la presenza di “link rotti” verso risorse esterne viene considerata grave ma il problema è di media entità e i benefici acquisibili applicando correzioni sono decisamente più contenuti. Anche il problema dei link esterni non funzionanti è molto diffuso e riguarda il 40,5% dei siti.

Da risolvere di corsa i reindirizzamenti temporanei: se per un utente non c’è differenza tra redirect temporanei (codice 302) e permanenti (301), i bot potrebbero andare in confusione interagendo con i primi. “Un reindirizzamento temporaneo segnala che sia le nuove che le vecchie pagine dovrebbero essere mantenute indicizzate, finché la pagina originale non verrà ripristinata“, commenta SEMrush. I redirect temporanei dovrebbero essere quindi o non utilizzati o adoperati per il lasso di tempo strettamente necessario.

Tra gli altri aspetti da tenere a mente: evitare di usare assolutamente l’attributo nofollow per i link interni; rimuovere le pagine orfane eventualmente contenute nella sitemap (l’approccio migliore, diciamo noi, sarebbe generarla e aggiornarla dinamicamente in modo da non rischiare di diffondere informazioni obsolete); ridurre la crawl depth ovvero limitare al massimo di 3 clic dalla home page i passaggi da seguire per raggiungere i vari contenuti.

Infine, come regola generale, è auspicabile che ogni pagina del proprio sito possa godere di più link in entrata (soprattutto per ciò che riguarda le pagine che veicolano contenuti importanti) ma è altrettanto importante accertarsi che le pagine interconnesse siano pertinenti l’una con l’altra, anche a livello di link interni.

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