Con l’avvicinarsi della fine del supporto di Windows 10, Microsoft aveva previsto di concedere un ulteriore anno di aggiornamenti di sicurezza agli utenti, ma solo a condizione che questi attivassero Windows Backup e, di conseguenza, si servissero di un account Microsoft. In realtà, abbiamo visto che per ricevere gratis gli aggiornamenti per Windows 10 fino a ottobre 2026, non è neppure necessario attivare la sincronizzazione dei dati. In realtà, senza modificare alcun file di sistema, è possibile iscriversi a Windows 10 ESU e ricevere gli aggiornamenti senza account Microsoft, eseguendo una semplice istruzione da riga di comando.
Microsoft accetta di estendere gratis gli aggiornamenti di Windows 10 (ESU), senza condizioni
Dopo l’intervento di Euroconsumers, una delle principali organizzazioni europee per la difesa dei consumatori, Microsoft ha deciso di aprire il programma ESU (Extended Security Updates) rendendolo gratuito per tutti gli utenti e senza condizioni (sono escluse le imprese titolari di specifici contratti).
Sebbene già si potesse attivare ESU gratis per un anno anche senza dotarsi di un account Microsoft e facendo tutto con un account locale, adesso Microsoft ci mette la firma e accoglie le richieste di Euroconsumers.
Secondo l’associazione, imporre l’uso di Windows Backup non solo vincolava l’utente a un ecosistema proprietario, ma rischiava anche di penalizzare chi non desidera affidare i propri dati personali al cloud.
La pressione esercitata da Euroconsumers ha quindi portato Microsoft a modificare l’approccio: in tutto lo Spazio Economico Europeo (SEE), gli aggiornamenti di sicurezza estesi per Windows 10 saranno disponibili senza la necessità di attivare Windows Backup, né di partecipare a programmi promozionali come Microsoft Rewards.
Le differenze con il resto del mondo
Un portavoce di Microsoft ha confermato che l’azienda sta “aggiornando il processo di registrazione a ESU per allinearlo alle aspettative locali e garantire un’esperienza sicura e semplificata”.
Questo significa che le tesi portate innanzi da Marco Scialdone, Head of Litigation di Euroconsumers (responsabile delle azioni legali e delle controversie) ed Els Bruggeman, Head of Policy and Enforcement di Euroconsumers (responsabile delle politiche di tutela e dell’applicazione delle normative) hanno fatto breccia.
Mentre in Europa gli aggiornamenti gratuiti per Windows 10 arriveranno sui sistemi degli utenti, senza condizioni, fino al 13 ottobre 2026, non sarà così a livello globale.
Nel resto del mondo per ottenere la protezione aggiuntiva occorrerà attivare Windows Backup, pagare circa 30 dollari all’anno oppure riscattare 1.000 punti Microsoft Rewards.
Questa disparità solleva inevitabilmente interrogativi in tema di equità sui mercati digitali e innescherà inevitabilmente pressioni da parte di altre giurisdizioni.
Un confronto con il passato
Come abbiamo più volte sottolineato, ogni software ha un suo ciclo di vita. Non è possibile pretendere che uno sviluppatore estenda il supporto su un software a tempo indeterminato.
Dieci anni di supporto (2015-2025), come nel caso di Windows 10, non sono pochi. Il punto nodale è che questa volta Microsoft ha introdotto requisiti hardware stringenti per l’aggiornamento a Windows 11, che sulla carta escludono una larga parte del parco macchine. Stime indipendenti indicano che oltre 850 milioni di dispositivi attivi con Windows 10 non sono aggiornabili alla versione successiva.
Euroconsumers sottolinea che a differenza delle transizioni precedenti (da Windows 7 a Windows 10, o da Windows 8 a Windows 10), questa volta non si tratta soltanto di un aggiornamento software, ma di una vera e propria barriera tecnologica che accelera il turnover dei dispositivi.
Storicamente, Microsoft ha garantito lunghi periodi di transizione: Windows XP ha ricevuto supporto fino a 7 anni dopo il lancio di Windows Vista; Windows 7 è stato supportato fino a 8 anni dopo Windows 8. Windows 10, invece, sarebbe abbandonato a soli 4 anni dal rilascio di Windows 11, nonostante continui a essere utilizzato su larga scala.
Secondo i dati raccolti da Euroconsumers , circa il 22% dei consumatori europei usa ancora dispositivi prodotti nel 2017 o prima, che restano pienamente funzionali ma non sono compatibili con Windows 11.
Consumatori e imprese: due percorsi diversi
Gli utenti di qualunque edizione di Windows 10 riceveranno quindi un anno di aggiornamenti extra gratuiti, fino al 13 ottobre 2026, dopodiché il sistema operativo sarà considerato obsoleto.
Le aziende, invece, avranno l’opportunità di acquistare fino a tre anni di aggiornamenti critici, in linea con i tradizionali programmi ESU già visti in passato per Windows 7 e per altri prodotti software Microsoft.
Euroconsumers ha però annunciato di voler proseguire il confronto con Microsoft per ottenere una copertura di sicurezza prolungata nel tempo anche per i privati, al fine di evitare che milioni di dispositivi restino vulnerabili a partire da ottobre 2026.