Gli aggiornamenti cumulativi rilasciati da Microsoft per Windows 11 24H2 (KB5063878 e KB5062660) da settimane stanno destando preoccupazioni nella comunità tecnologica. Dopo l’applicazione delle patch Microsoft di agosto 2025 o dell’aggiornamento opzionale di luglio 2025 (KB5062660) diversi utenti hanno segnalato la comparsa di gravi anomalie durante operazioni di trasferimento dati di grandi dimensioni, con casi segnalati di SSD che spariscono dal sistema operativo e, in alcuni scenari, risultano addirittura non più recuperabili.
La situazione è poi andata evolvendosi giorno dopo giorno, con Microsoft e i vendor protagonisti della vicenda che hanno provveduto ad effettuare una lunga batteria di test, nell’intento di replicare l’accaduto in laboratorio. Ma cos’è successo e quali elementi nuovi sono nel frattempo emersi?
Il problema in Windows 11 24H2: trasferimenti massivi e unità SSD “fantasma”
Le lamentele sono arrivate principalmente da utenti che hanno sottoposto le proprie unità SSD a carichi di lavoro continui oltre i 50 GB, in particolare quando lo spazio occupato sul drive superava il 60%. In tali condizioni, il dispositivo SSD smette improvvisamente di essere riconosciuto da Windows 11.
Il riavvio del sistema sembrava temporaneamente ripristinare la visibilità dell’unità, ma il problema tende a ripresentarsi non appena viene eseguito un nuovo trasferimento di grandi dimensioni.
In alcuni casi, il supporto di memorizzazione è rimasto irrecuperabile dopo il riavvio, lasciando intravedere possibili rischi di perdita dati permanente.
L’ipotesi più accreditata tra gli addetti ai lavori, almeno di primo acchito, riguardava una gestione errata della cache delle unità, potenzialmente legata a un memory leak nell’area buffer dal sistema operativo. Test preliminari indicavano la comparsa dei sintomi su SSD già riempiti oltre il 60%, con l’anomalia che si manifestava appunto dopo circa 50 GB di scrittura continua.
I sintomi del problema
La sintomatologia riportata dagli utenti affetti è preoccupante e piuttosto varia. Molti hanno riscontrato “SSD dropouts“, ovvero disconnessioni improvvise dell’unità SSD. Un sintomo particolarmente critico è la conversione del file system dell’unità a “RAW“, un stato che indica l’assenza di dati o partizioni riconosciute, rendendo l’unità inutilizzabile e richiedendo un riavvio del sistema per ripristinarne la funzionalità. Il controller dell’SSD, in questo stato, segnala l’assenza di dati o formattazione, per poi tornare alla normalità dopo il riavvio. Il problema sembra anche peggiorare nel tempo, con un degrado progressivo delle prestazioni e della stabilità dell’unità.
Inizialmente si era ipotizzato che il malfunzionamento fosse legato a SSD DRAM-less con controller Phison, spesso più esposti a stress derivanti dalla gestione della cache in operazioni intensive. Tuttavia, i riscontri pervenuti dagli utenti – facenti uso di configurazioni basate su hardware di differenti produttori e con diversi controller NAND – indicano che il bug non può essere confinato a una sola tipologia di architettura.
La reazione di Microsoft: non c’è alcun collegamento con l’aggiornamento di agosto 2025 per Windows 11
Sebbene Microsoft abbia confermato di essere al corrente delle segnalazioni, i test interni e i dati telemetrici raccolti finora non hanno mostrato un incremento anomalo nei tassi di guasto. La società ha quindi avviato una fase di raccolta di report dettagliati dagli utenti colpiti, collaborando parallelamente con i produttori di controller NAND e partner hardware per riprodurre il problema in laboratorio.
Microsoft ha dichiarato che al momento non ci sono evidenze statistiche di un aumento nei tassi di guasto, ma l’impegno con partner come Phison e Kioxia lascia intendere che la questione sia trattata con priorità elevata. La difficoltà principale sembra risiedere nella riproducibilità del problema, che appare legato a condizioni specifiche di carico, configurazione hardware e percentuale di spazio occupato.
Secondo l’azienda di Redmond, l’aggiornamento di Windows 11 KB5063878 non ha nulla a che fare con i problemi rilevati, da alcuni utenti, con le loro unità SSD. Microsoft scrive: “dopo un’indagine approfondita, Microsoft non ha trovato alcuna connessione tra l’aggiornamento di sicurezza di Windows di agosto 2025 e i tipi di guasti segnalati. Come sempre, continuiamo a monitorare il feedback dopo il rilascio di ogni aggiornamento di Windows e analizzeremo eventuali segnalazioni future“.
La causa principale del problema rimane poco chiara. Sia Microsoft che Phison suggeriscono che potrebbe essere correlato a un altro problema, ancora sconosciuto, che colpisce i sistemi degli utenti che hanno notato i problemi. Poiché il problema è causato dalla copia di grandi quantità di dati su un SSD pieno almeno al 60%, si consiglia di evitare questo scenario, se possibile.
Phison: il bug non risulta riproducibile, dopo ben 4.500 ore di test
Anche Phison, tra i principali produttori di controller NAND, ha confermato di essere stata informata dei comportamenti rilevati in alcune occasioni dopo l’installazione dei due aggiornamenti di Windows 11 e di aver avviato un’indagine interna.
Dopo un’iniziale presa di posizione prudente, Phison ha diffuso un secondo comunicato ufficiale: nessuno dei test condotti ha confermato i problemi segnalati. Phison ha infatti dedicato oltre 4.500 ore di validazione e più di 2.200 cicli di test sui modelli potenzialmente coinvolti, senza riuscire a riprodurre gli scenari descritti online.
Phison, che fornisce controller SSD a diversi brand di rilievo del settore, ha confermato di non aver ricevuto alcuna segnalazione diretta né dai partner né dai clienti circa malfunzionamenti riconducibili agli update incriminati.
La società sta altresì avviando una causa legale nei confronti di alcuni soggetti, al momento non identificati, che hanno diffuso un documento fasullo, indicato come proveniente dall’azienda, quando in realtà si trattava di materiale falsificato.
PCDIY! afferma che il problema è legato a firmware non destinati agli utenti finali
Nel corso del primo fine settimana di settembre 2025, i taiwanesi di PCDIY! hanno affermato di aver individuato la causa del problemi sugli SSD.
Un’analisi approfondita, condotta insieme ai tecnici di Phison, ha permesso di chiarire le cause: non si tratta di un difetto di Windows 11 né degli SSD in commercio, bensì di un’anomalia legata all’uso di firmware non finali (engineering sample) installati su alcuni modelli inviati per i test.
PCDIY! ha effettuato prove su diverse unità SSD utilizzando scenari estremi di scrittura sequenziale: file da 100 GB e addirittura 1 TB scritti ripetutamente.
Allertata dalla situazione, Phison ha inviato quattro ingegneri presso PCDIY! per replicare i test. Utilizzando gli stessi modelli di SSD e la medesima metodologia, non sono emersi né crash né danneggiamenti.
La chiave del mistero è stata individuata nell’analisi dei drive “morti”: essi montavano appunto firmware engineering sample, versioni preliminari utilizzate per test interni, e non i firmware finali destinati al mercato.
Il problema delle unità SSD che, sotto stress, spariscono sui sistemi Windows 11 non è superato!
A metà settembre 2025, a distanza ormai di oltre un mese dalle prime segnalazioni della problematica, continuano a fioccare segnalazioni di problemi con le unità SSD su Windows 11, quando sottoposte a trasferimenti di dati intensivi.
Il dito continua a essere puntato sugli aggiornamenti cumulativi KB5063878 e KB5062660 per Windows 11, considerati come i principali “trigger” dei problemi. Un sistema che ha funzionato in modo impeccabile per mesi può iniziare a manifestare questi malfunzionamenti solo dopo l’installazione degli aggiornamenti.
JayzTwoCents osserva che gli aggiornamenti Microsoft potrebbero non essere necessariamente la causa del problema ma agiscono come “trigger”, esponendo una vulnerabilità o un’incompatibilità preesistente. Come una roccia che innesca una valanga, l’aggiornamento di Windows sembra far emergere problemi latenti.
Sono molti i nomi dei produttori di schede madri basate su chipset AMD (come B650, B550, X70, X70E) che ricorrono spesso: ciò sembra segnalare una diffusione trasversale proprio nel mondo AMD.
Troppo semplice parlare di problema legato a firmware non definitivi
Phison ha ufficialmente attribuito la colpa a “versioni preliminari di firmware e BIOS” utilizzate da recensori. Il general manager e presidente di Phison US, Michael Wu, ha affermato che queste versioni sono “performance preview” e non sono identiche a quelle fornite agli utenti finali attraverso i canali di distribuzione ufficiali. L’idea era che i problemi fossero limitati a unità pre-release o demo, non rappresentative del prodotto finale.
L’affermazione è però oggetto di contestazioni. JayzTwoCents ha evidenziato la sua rigorosa politica di recensire solo campioni retail o versioni finali dei prodotti, specialmente per test di performance. Il suo SSD Crucial T500 problematico, che utilizza un controller Phison E25 e ha manifestato i difetti, è stato acquistato come unità retail con imballaggio, scatola e numeri di serie al dettaglio, e fornito dopo il lancio ufficiale.
Inoltre, la versione firmware della sua unità (P8CR002) non era un firmware “pre-release”, e anche se esistevano versioni successive (003, 004), la sua era considerata una versione post-lancio.
È importante notare che, data la vasta adozione dei controller Phison nell’industria degli SSD, è naturale che un’ampia percentuale di unità affette utilizzi i loro controller. Ciò però non implica necessariamente che il problema sia intrinseco ai controller stessi.
Il nodo cruciale: il firmware della scheda madre
JayzTwoCents ha preso come esempio una sua specifica configurazione hardware, basata su motherboard ASRock X670E Taichi. Un giornalista tecnico olandese e Phison hanno sostenuto che il BIOS della sua scheda madre (versione 3.17.TS03) non fosse pubblicamente disponibile, ma una versione beta vecchia e riservata a scopi di test per i media.
Lo youtuber ha voluto confutare categoricamente tali affermazioni, fornendo prove sul fatto che la versione 3.17.TS03 è effettivamente pubblica e scaricabile. Ha inoltre spiegato che la sua scelta di mantenere un BIOS non aggiornato (3.17) era dettata dalla necessità di preservare un ambiente di test stabile e coerente, una pratica consigliata anche da esperti del settore, per evitare che i cambiamenti del BIOS influenzino i benchmark delle GPU.
Il BIOS 3.17 era stato rilasciato come una reazione rapida ai problemi di “burnout” (degrado o morte delle CPU) delle CPU AMD X3D (come il 9800 X3D) alla fine del 2024. È interessante notare che il 3.17 è stato l’unico BIOS ritirato dal sito di ASRock per la X670E Taichi, suggerendo che ASRock stessa avesse identificato altri problemi con quella versione, indipendentemente dalle questioni SSD.
La soluzione: aggiornamento AGESA tramite BIOS
Nel tentativo di risolvere il problema, JayzTwoCents ha deciso di aggiornare il BIOS della sua scheda madre. Ha scelto la versione 3.20, la prima versione completa non-beta successiva alla 3.17.
L’aggiornamento includeva un update AGESA (AMD Generic Encapsulated System Architecture), che era presente anche nella versione 3.18. AGESA è un componente cruciale del firmware della scheda madre che gestisce l’inizializzazione della CPU e di vari altri componenti, inclusi i controller di archiviazione.
Il risultato è stato sorprendente: dopo l’aggiornamento del BIOS alla versione 3.20, il problema con le unità SSD è completamente scomparso. Il sistema, che prima non riusciva nemmeno ad avviare un gioco di prova senza bloccarsi, ha completato dieci cicli di test senza un singolo crash. Il dato è estremamente significativo e indica che l’aggiornamento AGESA ha giocato un ruolo fondamentale nella risoluzione.
L’ipotesi principale è che il problema sia una complessa interazione tra gli aggiornamenti di Windows, il firmware AGESA della piattaforma AMD e potenzialmente il modo in cui i controller SSD Phison interagiscono con essi.
L’aggiornamento del BIOS, e con esso AGESA, sembra aver corretto una vulnerabilità o un’incompatibilità che veniva esposta dagli aggiornamenti di Windows.
Cosa fare nell’attesa delle conclusioni definitive?
Poiché il bug non sembra diffuso in maniera capillare, ma documentato da un numero crescente di utenti, la prudenza rimane la migliore strategia.
È importante evitare trasferimenti di grandi dimensioni (>50 GB) in un’unica sessione, frazionando i carichi di lavoro; monitorare lo stato SMART degli SSD tramite l’utilità del produttore per individuare eventuali anomalie; eseguire backup regolari su supporti alternativi, specialmente per chi utilizza sistemi aggiornati a Windows 11 24H2 con patch KB5063878 o KB5062660.
Ad ogni modo, in caso di malfunzionamenti, l’aggiornamento del BIOS della scheda madre, in particolare se include un update AGESA, potrebbe essere una soluzione efficace.