L’ultimo aggiornamento cumulativo rilasciato da Microsoft per Windows 11 24H2, identificato come KB5063878, sta destando preoccupazione nella comunità tecnologica. Dopo l’applicazione delle patch Microsoft di agosto 2025 diversi utenti hanno segnalato la comparsa di gravi anomalie durante operazioni di trasferimento dati di grandi dimensioni, con casi documentati di SSD che spariscono dal sistema operativo e, in alcuni scenari, risultano addirittura non più recuperabili.
Il problema in Windows 11 24H2: trasferimenti massivi e unità SSD “fantasma”
Le segnalazioni arrivano principalmente da utenti che hanno sottoposto le proprie unità SSD a carichi di lavoro continui oltre i 50GB, in particolare quando lo spazio occupato sul drive superava il 60%. In tali condizioni, il dispositivo SSD smette improvvisamente di essere riconosciuto da Windows 11.
Il riavvio del sistema sembra temporaneamente ripristinare la visibilità del disco, ma il problema tende a ripresentarsi non appena viene eseguito un nuovo trasferimento di grandi dimensioni.
In alcuni casi, come nel report sull’unità Western Digital SA510 2TB, il supporto di memorizzazione è rimasto irrecuperabile dopo il riavvio, lasciando intravedere possibili rischi di perdita dati permanente.
Non solo un problema di controller DRAM-less
Inizialmente si era ipotizzato che il malfunzionamento fosse legato a SSD DRAM-less con controller Phison, spesso più esposti a stress derivanti dalla gestione della cache in operazioni intensive.
Tuttavia, i test condotti su un campione di 21 unità hanno mostrato un quadro più ampio: 12 dischi hanno manifestato l’anomalia, appartenenti a differenti produttori e con diversi controller NAND, indicando che il bug non può essere confinato a una sola tipologia di architettura.
Un ulteriore caso documentato riguarda un utente con un SSD SanDisk Extreme Pro M.2 NVMe 3D, il quale ha riscontrato la scomparsa dell’unità durante l’installazione di un aggiornamento da 50GB di un noto videogioco (Honkai: Star Rail). Anche in questo scenario, il riavvio ha ripristinato il drive, ma il problema si è ripresentato più volte, finché la disinstallazione dell’aggiornamento Microsoft non ha riportato la stabilità.
In quest’ultimo caso, l’aggiornamento che ha “riportato la quiete” è KB5062660, pacchetto di anteprima che Microsoft ha iniziato a distribuire da luglio e che anticipava le novità di KB5063878.
Le implicazioni: tra software e firmware
Il fenomeno, sebbene non ancora riconosciuto ufficialmente né da Microsoft né dai principali vendor di storage, apre interrogativi rilevanti:
- Gestione della cache e buffer: le anomalie sembrano emergere durante processi di scrittura continua, suggerendo una possibile interferenza tra la gestione della memoria temporanea del controller SSD e le nuove routine introdotte dall’update di Windows 11.
- Compatibilità firmware: il fatto che non tutte le unità a stato solido siano interessate, indica una possibile relazione tra specifiche versioni di firmware SSD e il modo in cui interagiscono con i driver aggiornati del sistema operativo.
- Rischio perdita dati: mentre la maggior parte dei casi si limita a disconnessioni temporanee, l’impossibilità di recuperare alcune unità a stato solido sottolinea un potenziale impatto critico per l’integrità dei dati aziendali e personali.
Cosa fare nell’attesa di una patch ufficiale
Poiché il bug non sembra diffuso in maniera capillare, ma documentato da un numero crescente di utenti, la prudenza rimane la migliore strategia.
È importante evitare trasferimenti di grandi dimensioni (>50GB) in un’unica sessione, frazionando i carichi di lavoro; monitorare lo stato SMART degli SSD tramite l’utilità del produttore per individuare eventuali anomalie; eseguire backup regolari su supporti alternativi, specialmente per chi utilizza sistemi aggiornati a Windows 11 24H2 con patch KB5063878 o KB5062660.
Da ultimo, ha senso valutare la sospensione temporanea degli update incriminati se i sistemi sono destinati a gestire carichi di lavoro intensivi.