YouTube accusata di spionaggio per aver rilevato gli Ad Blocker

La situazione è diventata bollente per YouTube: un consulente per la privacy avrebbe depositato una denuncia penale.
YouTube accusata di spionaggio per aver rilevato gli Ad Blocker

Durante la fine dello scorso mese di ottobre, YouTube ha cominciato la sua fase di repressione nei confronti dei cosiddetti ad blocker. Tutti i software e le estensioni utili per bloccare le pubblicità disponibili sulla piattaforma video sono stati presi di mira.

L’azienda infatti esige che gli utenti guardino i video presenti sul portale con tanto di annunci pubblicitari come previsto. In caso contrario, toccherà iscriversi a YouTube Premium, così da poter lasciare da parte ogni pubblicità.

Questa scelta da parte del colosso ha infastidito e non poco le persone. Secondo quanto riportato, un consulente per la privacy avrebbe preparato le basi per presentare accuse penali contro YouTube in territorio europeo. La ragione sarebbe da attribuire agli script che l’azienda avrebbe utilizzato per rilevare ogni ad blocker limitandone l’uso sulla piattaforma.

YouTube nei guai, la piattaforma è accusata di spionaggio

Alexander Hanff, questo il nome del consulente all’opera per inguaiare il colosso dei video,  vorrebbe intraprendere un’azione legale contro la celebre piattaforma ai sensi della legge irlandese sull’abuso informatico.

A quanto pare la polizia nazionale, a cui Hanff avrebbe trasmesso informazioni in merito alla denuncia penale, avrebbe richiesto materiale ulteriore. Il consulente per la privacy afferma infatti che YouTube sarebbe possesso di alcuni script utili per tracciare senza alcuna autorizzazione gli utenti privandoli dell’utilizzo degli ad blocker.

Questa attività potrebbe, secondo lui, essere definita come sorveglianza non autorizzata dei cittadini dell’Unione Europea. È stata presentata da Hanff anche una denuncia civile che va contro il sistema usato per identificare e contrastare gli ad blocker.

A ricevere questo reclamo è stata la commissione irlandese per la protezione dei dati. L’autorità ora ha contattato Google ed attende la sua versione dei fatti. Tutto potrebbe quindi capovolgersi improvvisamente, con YouTube che potrebbe ritrovarsi a dover tirare i remi in barca in merito all’obbligo delle pubblicità.

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