YouTube tende la mano verso i creator bannati: chi può recuperare l'account?

YouTube lancia un pilota per consentire il reintegro di alcuni creatori precedentemente bannati per disinformazione su COVID ed elezioni.
YouTube tende la mano verso i creator bannati: chi può recuperare l'account?

Dopo anni di regole ferree e di chiusure senza appello, YouTube decide di cambiare rotta e apre una nuova finestra di opportunità per i creator che erano stati esclusi dalla piattaforma.

L’annuncio arriva in un momento in cui il dibattito su moderazione, libertà d’espressione e reintegro digitale è più acceso che mai. A partire da ottobre 2025, il colosso del video online avvierà un programma pilota che permetterà ad alcuni creator bannati di tentare un ritorno, seppur con regole precise e senza alcun automatismo. Un’iniziativa che si inserisce in un contesto di revisione delle policy interne e che, per la prima volta, mette in discussione la rigidità adottata negli anni segnati da emergenze globali e tensioni politiche.

La nuova politica di reintegro canali non si configura come un’amnistia indiscriminata, ma come una procedura selettiva e calibrata. I creator che in passato sono stati rimossi a causa di violazioni legate alla disinformazione relativa al COVID o alle politiche elettorali avranno la possibilità di presentare una richiesta attraverso YouTube Studio. Non si tratta di un ritorno al passato: i contenuti e gli iscritti dei canali originali non saranno recuperati, costringendo chi verrà ammesso a ripartire da zero, con un nuovo canale e una nuova identità digitale.

Disinformazione politica e COVID: YouTube vuole reintegrare i creator bannati

Questo approccio, pensato per tutelare sia la piattaforma che la sua community, risponde all’esigenza di evitare il ripristino automatico di materiale controverso o di profili che potrebbero generare nuove criticità. L’azienda, infatti, continua a mantenere attiva la classica procedura di appello, che consente il recupero integrale del canale originario solo se la richiesta viene presentata entro un anno dalla rimozione. In caso contrario, l’unica strada sarà quella del nuovo inizio, secondo i criteri stabiliti dal programma pilota.

Le ragioni di questa svolta sono molteplici. Nel biennio 2023-2024, YouTube ha progressivamente allentato alcune delle restrizioni introdotte durante periodi eccezionali, come la pandemia e le elezioni presidenziali statunitensi del 2020. Un contesto che aveva portato a un irrigidimento delle policy, soprattutto nei confronti dei contenuti considerati a rischio di  COVID o di fake news. Ora, con la fine dell’emergenza e una maggiore consapevolezza sulle dinamiche della piattaforma, la società ritiene opportuno rivedere anche le sanzioni inflitte in quegli anni di particolare attenzione.

La valutazione delle richieste avverrà secondo tre criteri fondamentali: la gravità e la persistenza delle violazioni originarie, la compatibilità del comportamento sanzionato con le regole attuali e l’impatto sulla community. Non tutti potranno accedere a questa seconda chance: resteranno esclusi i canali bannati per violazioni di copyright o per infrazioni legate alle responsabilità dei creator, a tutela dell’integrità e della sicurezza della piattaforma.

Interessante è anche il messaggio che YouTube ha voluto trasmettere a livello istituzionale. In una comunicazione indirizzata al rappresentante Jim Jordan, i legali di Alphabet hanno ribadito il valore delle voci conservative all’interno del dibattito pubblico, sottolineando la volontà di bilanciare moderazione e libertà d’espressione in un momento di forte polarizzazione politica. Un passaggio che mette in luce la delicatezza del tema e la necessità di adottare strategie che tengano conto delle diverse sensibilità.

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