Carica batteria veloce: cosa cambia con i vari dispositivi

Perché caricabatterie di altri produttori non funzionano con alcuni dispositivi e quali sono le principali caratteristiche da cercare in un caricatore veloce.
Carica batteria veloce: cosa cambia con i vari dispositivi

I caricabatterie non sono tutti uguali e il sistema di ricarica di ciascun dispositivo mobile non è identico agli altri. Anzi, spesso le differenze sono davvero marcate.
Vi sarete certamente accorti che usando il caricabatterie originale la batteria dello smartphone si ricarica molto più velocemente rispetto all’utilizzo di un dispositivo prestato, per esempio, da un collega e “nato” per un altro tipo di device.

Ogni caricabatteria (adattatore AC/DC) dispone di una “targa” ossia di un’etichetta contenente le informazioni sulle caratteristiche del caricatore in termini di tensione e amperaggio.
Il valore sul quale si deve porre massima attenzione è quello relativo alla tensione (intorno ai 5V): per ricaricare il telefono o qualunque altro dispositivo, si dovrebbe sempre utilizzare un caricabatterie con il medesimo valore di tensione del caricatore originale. Valori diversi possono portare a un danneggiamento della batteria.

Un basso valore in termini di amperaggio rispetto al caricabatterie originale tende ovviamente ad aumentare i tempi di ricarica mentre uno maggiore permette di ridurre le tempistiche (anche se il circuito di ricarica limita l’intensità della corrente in ingresso). I valori standard per la ricarica via USB sono i seguenti: 1 A, 2,1 A e 2,4 A.

La porta USB di un PC può essere usata per ricaricare la batteria di uno smartphone ma l’intensità della corrente in uscita sulle porte USB 1.0 e 2.0 del computer è pari a 0,5 A mentre le porte USB 3.0 consentono di erogare fino a 0,9 A (fino a 4,5 W di potenza; ricordare la formula V x A = W).
Soltanto con le più recenti interfacce USB 3.1 Type-C si può arrivare a 5 A (20 V) per una potenza totale di 100 W: vedere USB Type-C: quali sono le caratteristiche del connettore.

Il milliampereora (mAh) è l’unità di misura (un sottomultiplo dell’ampere-ora) con cui viene generalmente espressa la capacità di carica delle batterie che equipaggiano i moderni smartphone.
Se la batteria fosse da 3.000 mAh e lo smartphone assorbisse in media 150 mA durante il suo normale funzionamento, allora l’autonomia sarebbe dell’ordine delle 20 ore (basta operare una semplice divisione).

Carica batteria veloce: in che cosa consiste

Abbiamo visto che usando un caricabatterie più potente (con un amperaggio maggiore e tensione uguale a quella prevista dal produttore) non si faranno danni e anzi la batteria dello smartphone potrebbe essere caricata più rapidamente. Abbiamo usato il condizionale perché, come accennato in precedenza, i circuiti di ricarica del dispositivo mobile potrebbero verosimilmente impedire l’utilizzo di un amperaggio maggiore.

In ogni caso non è possibile aumentare significativamente l’amperaggio per velocizzare la ricarica perché entrano in gioco diversi fattori fisici dai quali non è possibile prescindere.
Ecco perché per ricaricare la batteria di uno smartphone non è virtualmente fattibile spingersi oltre i 4,5-5 A.

La ricarica rapida è nata qualche anno fa (la prima versione di Qualcomm Quick Charge è stata presentata nel 2013; oggi siamo arrivati alla versione Quick Charge 4+) permette di ripristinare velocemente l’autonomia della batteria del dispositivo usando alcuni accorgimenti tecnici.

I caricabatterie per la ricarica veloce agiscono infatti anche sul valore della tensione così da aumentare significativamente la potenza erogata. A partire da Quick Charge 3.0 (2016), il caricabatterie veloce incrementa a poco a poco il valore di tensione (di 200 mV alla volta) nell’intervallo compreso tra 3,6 e 20 V. Allo stesso tempo viene modulata anche l’intensità della corrente.

Il vantaggio è che i dispositivi mobili che permettono di usare la ricarica veloce sono comunque retrocompatibili con lo standard USB Battery Charging: si possono quindi utilizzare anche caricabatterie di tipo generico che non supportano la ricarica rapida. Le prestazioni non saranno ovviamente le stesse ma in caso di necessità si potrà sopperire.

Ovviamente non si dovranno mai usare caricabatterie che erogano valori di tensione differenti rispetto a quello leggibile sulla “targa” dell’originale: in questi casi si potrebbero causare gravi danni al dispositivo.

Qualcomm Quick Charge, MediaTek Pump Express, Oppo VOOC, OnePlus Dash Charge, Huawei SuperCharge, Samsung Adaptive Fast Charging (Quick Charge adattata da Samsung ai suoi SoC Exynos) e Motorola Turbo Charge sono i più famosi sistemi per la ricarica veloce della batteria degli smartphone ma non sono tra loro né compatibili né interoperabili. In mancanza di un accordo comune, infatti, ogni produttore sta utilizzando il suo sistema di ricarica veloce che non può essere adoperato con i dispositivi di altri vendor.

Come abbiamo messo in evidenza nell’articolo USB-C, ancora tante (troppe) incompatibilità, l’incompatibilità oggi non riguarda spesso soltanto i dispositivi di ricarica ma anche gli stessi cavi USB-C.

Quick Charge 4 permette di ricaricare la batteria di uno smartphone a metà della sua autonomia complessiva in appena 15 minuti; con Quick Charge 3.0 si ottiene lo stesso risultato in circa 30 minuti.
Le precedenti versioni non sono così efficienti ma un caricabatterie QuickCharge 1.0 o 2.0 è comunque considerabile come un caricatore veloce, capace di velocizzare – rispettivamente – del 30% o del 60% l’operazione di ricarica della batteria.
Secondo Qualcomm, Quick Charge 5.0 consentirà la ricarica rapida fino a 32 W e fino a 15 W in modalità wireless. Va detto che Huawei ha già arricchito il suo Mate 20 Pro con una tecnologia di ricarica rapida fino a 40 W facendo leva sul processore HiSilicon Kirin 980.

OPPO Super VOOC usa una tecnologia per il momento esclusiva del produttore cinese che si basa sull’impiego di due celle separate che vengono contemporaneamente ricaricate. In questo modo, grazie a una ricarica da 50 W di potenza, è possibile arrivare a ricaricare una batteria da 3.400 mAh in appena 30 minuti.

Se il caricabatterie originale non funzionasse più, non si riuscisse a ritrovarlo oppure se si avesse la necessità di usare un caricatore addizionale, magari da condividere con più dispositivi va evidenziato che esistono in commercio caricabatterie USB multipli con più porte.
Su Amazon, a questo indirizzo sono disponibili caricabatterie USB con più porte Quick Charge 3.0 (ne avevamo parlato anche nell’articolo questo caricabatterie).

Applicazioni Android come Ampere (Verificare se il caricabatterie funziona con Android) e Accubattery (Batteria Android: quanto dura e come verificarne lo stato di salute) possono essere utilizzate per monitorare l’andamento dell’operazione di ricarica e misurare la potenza erogate dal caricabatterie.

Suggeriamo anche la lettura dell’articolo Caricare la batteria del cellulare: gli errori da evitare per farla durare di più per trarre alcuni suggerimenti sulla corretta gestione della batteria che equipaggia i propri smartphone.

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