Popcorn Time, nuovo incubo dei produttori cinematografici

Tutto il web sta parlando, in queste ore, di Popcorn Time, una nuova applicazione che, utilizzando un'interfaccia molto simile a quella di Netflix e di servizi simili che permettono di acquistare o noleggiare film online, permette di visionare istant...
Popcorn Time, nuovo incubo dei produttori cinematografici

Tutto il web sta parlando, in queste ore, di Popcorn Time, una nuova applicazione che, utilizzando un’interfaccia molto simile a quella di Netflix e di servizi simili che permettono di acquistare o noleggiare film online, permette di visionare istantaneamente titoli da poco usciti nelle sale cinematografiche o distribuiti su supporto DVD. A differenza di Netflix, però, è bene sottolineare come gli sviluppatori di Popcorn Time non abbiano siglato alcun accordo con i maggiori studi di produzione cinematografica.

Popcorn Time, infatti, utilizza il materiale condiviso dagli utenti sulla rete BitTorrent per consentirne l’immediato accesso a coloro che installano il client. Il software, realizzato da un team di programmatori argentini, non fa altro che collegarsi alla rete BitTorrent e proporre titoli cinematografici più o meno popolari. Per ciascuno di essi viene recuperata la corrispondente locandina, una descrizione sommaria ed i sottotitoli nelle varie lingue.

L’applicazione, disponibile nelle versioni per sistemi Windows, Mac OS X e Linux, dopo aver effettuato un veloce caching del film selezionato dall’utente (l’operazione dura all’incirca 15-20 secondi), ne permette la visualizzazione istantanea in streaming, senza scatti, e con una risoluzione elevatissima (720p o 1080p).

Gli sviluppatori di Popcorn Time sono sicuri di non incorrere in problematiche legali perché sui loro server non viene memorizzato alcunché: tutti i contenuti vengono infatti sempre reperiti dalla rete BitTorrent attingendo ai dati memorizzati localmente dai vari peer connessi.
Gli autori dell’applicazione, insomma, scaricano la responsabilità sugli utenti e ciò è confermato dal contenuto del messaggio che appare al primo avvio del programma: “Popcorn Time scarica e mette a disposizione film tramite Torrent. Questo potrebbe non essere legale nella tua nazione. Noi non siamo responsabili per nessun problema che questo potrebbe creare. Assicurati quindi di aver capito i nostri termini e condizioni prima di utilizzare l’app“.
Tradotto, i programmatori di Buenos Aires che hanno realizzato Popcorn Time “si lavano le mani” sottolineando che è l’utente a poter essere chiamato a rispondere del download di contenuti acquisiti in modo illecito.

Popcorn Time è destinato a configurarsi come una vera e propria spina nel fianco dell’intera industria cinematografica. È infatti indubbio che Popcorn Time possa favorire la pirateria in un momento in cui tutti gli sforzi, anche in Italia, sono incentrati nella promozione dell’offerta legale on demand, anche sulla rete Internet.
L’app argentina si pone come diretto rivale di nomi quali Google Play, Cubovision, Infinity TV, Chili, Xbox Video, Playstation Store e presto anche di Sky Online con un’importante differenza: mentre i servizi citati distribuiscono dietro la stipula di un abbonamento o, grazie a promozioni gratuite, contenuti audiovisivi in maniera del tutto legale, Popcorn Time gioca sporco rendendo facile ed immediata la visualizzazione di contenuti illecitamente distribuiti online.

Da un punto di vista prettamente tecnico, Popcorn Time è stato realizzato utilizzando Node-Webkit, uno speciale framework che consente di realizzare rapidamente applicazioni desktop ricorrendo unicamente a JavaScript (in particolare, a Node.js, strumento che permette di usare V8, interprete JavaScript di Google per realizzare applicazioni web fortemente orientate al networking) e a HTML5.

– Per approfondire gli aspetti legali, abbiamo voluto chiedere un parere a Tiziano Solignani, avvocato, esperto anche di tematiche giuridiche correlate con il mondo IT ed amministratore di un blog che quotidianamente affronta tematiche di grande interesse.

L’avvocato Solignani così ci ha risposto: “Un software come Popcorn Time è ovviamente a forte rischio di problemi legali sia per gli autori e i distributori del software, da un lato, che per gli utenti finali, dall’altro, anche se per questi ultimi andrebbe approfondito maggiormente l’aspetto tecnico legato alla presenza o meno di una «ricondivisione» dei media che, in caso si verificasse, come comunemente avviene nel caso dei circuiti di condivisione peer to peer, aggraverebbe sicuramente la posizione (La ricondivisione dei contenuti multimediali tratti attraverso il protocollo Torrent avviene in ogni caso utilizzando Popcorn Time. Lo scrivono gli stessi autori dell’applicazione, a caratteri cubitali, evidenziando che il cosiddetto seeding avviene subito, nel momento in cui si inizia a visionare un qualunque titolo in catalogo, n.d.r.). In ogni caso, siamo come sempre di fronte ad uno strumento non illecito in sé, dal momento che può essere utilizzato per condivisione di materiale non oggetto di diritto d’autore, e sicuramente in parte lo sarà, ma è anche vero che altrettanto sicuramente sarà utilizzato per fruire di copie illegittime di materiale protetto. Le definizioni legali, per quanto riguarda gli autori, sono molto elastiche e soprattutto variabili da paese a paese, ragione per cui non è facile dare un inquadramento. Si può solo dire che verosimilmente a chi ha realizzato il software e a chi lo distribuisce potranno essere contestati vari illeciti in tema di diritto d’autore. Egualmente nel caso dell’utente finale, qualora questi dovesse usare l’applicazione per visualizzare opere protette, cosa che rimane del tutto illecita“.

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