I garanti della privacy europei indagano su Facebook

"Siamo preoccupati perché la nuova funzione di Facebook si attiva di default, cioè automaticamente senza che l'utente dia il proprio consenso" ha dichiarato quest'oggi Gérard Lommel, presidente della Commissione nazionale per la ...

Siamo preoccupati perché la nuova funzione di Facebook si attiva di default, cioè automaticamente senza che l’utente dia il proprio consenso” ha dichiarato quest’oggi Gérard Lommel, presidente della Commissione nazionale per la protezione dei dati in Lussemburgo.
Oggetto delle critiche è la funzionalità implementata in Facebook che si occupa di effettuare un riconoscimento facciale automatico su ciascuna foto caricata sul social network con lo scopo di indicare i nomi delle persone ritratte nelle immagini (ne abbiamo parlato in questo articolo). Abilitato già da qualche tempo per gli utenti nordamericani, il sistema di riconoscimento facciale è stato esteso da qualche giorno a tutti gli iscritti al social network di Mark Zuckerberg, cittadini europei compresi.

Le autorità europee che si occupano di tutela dei dati personali hanno comunicato di aver avviato un’indagine sul comportamento di Facebook, soprattutto perché gli utenti non sono stati tempestivamente informati sulla novità.

Dal social network in blu sono arrivate delle scuse ammettendo che la questione avrebbe potuto essere trattata con maggior attenzione. “I suggerimenti per un possibile tagging delle foto vengono comunque solamente proposti alle persone che aggiungono nuove foto. Inoltre, vengono proposti solamente i nomi degli amici che si hanno in lista“, ha però voluto puntualizzare un portavoce di Facebook.

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